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mercoledì 15 luglio 2020

Idillio - Metà Luglio di Campagna


Corre un can per i campi e, sul frumento
appen mietuto, tre o quattro covoni,
un corvo richiamando, anfratto e ristoro
offrono agli affamati miei occhi, donde
m’acquieto nella campagna. Frattanto,
in uno stagno, il mio udito attirando
veloce, come Tersicore, danza
una foglia sull’acque tra le rane
virenti e falbe, nonché tra le tife
e i purpurei iris, il cui inchiostro fluido
mi ricorda un Tramonto di sollievo
sul mar delle risaïe. Ma in questo
passo di ballo leggero-selvaggio,
odo una voce di boschi in bisbigli,
sussurri oscuri che dicono piano:
“Questa naufraga ninfea morirà!”.
Allora mi svanisce il campo, il grano
non c’è più, il cane non corre, il covone
aspettando l’Autunno si riposa,
Tersicore si scioglie come cera.
Dinnanzi a me sta un cumulo di serpi.
Louis-Emile Adan (1839-1937), Due Damigelle d'Estate in Riva a uno Stagno, Accademismo francese, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XV Luglio AD MMXX.

domenica 12 luglio 2020

Idillio - Preghiera di una Sera di Campagna


Virente m’è l’ombreggiar della piccola
risaïa ove genuflesse e pie
mormorano le rane gracidando
della mia sera i rosari alla vergine
Natura. Ma nell’Ave che risuona
scampanellando i bronzi e gli oricalchi
sacri, io questa preghiera mi ripeto
più volte, quasi a imitar quelle gracili
cantatrici, finché non vien la Notte
a coprir d’insondabile Mistero
l’orizzonte infinito, il mio insiem di ombre,
tanti nodi di spemi e d’altre cure…
questa campagna sorriso d’Iddio.
Angelo Morbelli (1853-1919), In Risaia, Divisionismo italiano, 1901
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XII Luglio AD MMXX.

Idillio di un Giorno di Luglio


E sempre è più l’Estate, e il Sole eterno
nella sua corsa frenetica il nome
dei molti fior che vede mi ripete,
con le onde e le salsedini del mare,
o con le cime appena ribagnate
dalla più grazïosa neve. Intanto,
quando leggero e tardivo il Tramonto
con me chiama la sera, io del suo callido
giuoco di sguardi sognando la Luna
mi beo. Eppure, non posso più nascondermi
nemmen di Notte ai dispotici suoi
fuochi. Così sudando e sofferendo
passa il mio sonno nel bacio del Sole
buio, e la sera della Luna pallida
mi sembra l’alba, un mistero di luce…
il giorno che mi risveglia e mi dice:
“Soffri e poi spera!”.
Lev Feliksovic Lagorio (1826-1905), Una Barca vicino alla Spiaggia, Tardo-Romanticismo paesaggistico russo, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XII Luglio AD MMXX.

sabato 11 luglio 2020

A un Salice


O salce, sotto il Temporal ti pasci
pur delle mie urla… e mentre attendi i tuoni,
viätori dell’aër furibondo,
anche il tuo pianto scivola, del mio
inatteso compagno. Allor da molte
ombre attorniato e perduto, io di te
le ramora ripiegate discerno,
cosicché sùbito in queste tue fronde
coronate di lagrime e ghirlande
forse mi specchio… appena… per un attimo,
come per un istante solitario
si schiara il lampo alla prima pozzanghera.
Oh salce… ho io trovato in te un amico,
in te ho trovata l’orma di me stesso!
Julius Sergius von Klever (1849-1924), Il Re degli Elfi, Tardo-Romanticismo baltico-russo, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XI Luglio AD MMXX.

martedì 31 marzo 2020

Al Vento ignoti Attimi di Primavera


Oh vento, dimmi tu almeno tra le alte
ripe della campagna e le bellette
amare se mai i papaveri rossi
già stiano a nascere, e le offuscate ombre
quali altri petali i boschi nascondano
per tutti i tuoi sentieri abbandonati!
Se il beccaccino tornato dall’erema
Africa i campi, liberando l’ale,
con il suo acuto cinguettio sorvoli,
e se nel suo disio profondo l’acque
ei sogni delle risaie che Aprile
saluta! Ma tu dimmi anche qual, quanta
Primavera mi fu data di riperdere,
com’è triste il tramonto e ancora buio,
quanta mesta alba mi sveglierà forse
domani, prima che il Sole m’allumini
questi baci sereni della Vita!

Andrej Schilder, Una Foresta in Primavera, Tardo-Romanticismo paesaggistico russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXXI Marzo AD MMXX.

lunedì 20 gennaio 2020

Piccola Storia di un Sussurro notturno

Riverbera ora un biascico notturno,
come un colpo di sguardo da una nuvola,
una parola ignota. Forse è il debile
singhiozzo delle labbra maculate
del vento. 
Ma questo riverbero si appresta a bussare a più porte,
tintinnando le vecchie campanelle,
o in un solletico enorme di piccoli
battenti già grattati da tempo da dita con le unghie
di rame incrostate;
ed entra... entra nelle timide fessure dei santi e natii
focolari. Una volta giuntovi, urla.
"Svegliati, oh nuovo nato! la tua mamma 
dorme e nel sonno dissipa il tuo latte!".
Così anche dalla chiesa è un gridolio,
il Nunc Dimittis per ebbri sepolcri viventi, preganti....
"Nascondi, oh Luna, i tuoi occhi ai più focosi
baci d'amanti nascosti, perduti!".
E tant'altre... tant'altre voci vanno,
si dipanano lungo le spettrali
vie della Notte.
Così quel biascico enorme e notturno
diventa presto un perfido silenzio:
quello dei Morti per malanno e Amore.

Caspar David Friedrich, Inverno, Romanticismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XX del Mese di Gennaio AD MMXX.

martedì 17 dicembre 2019

Lo Spettro di una Foglia in Inverno

Tra i rami splende uno spettro meschino.
"Sono l'Anima ingrata di una foglia"
sospira. Poi, diventa secco... è spento.

Povero Spirito oscuro di un vecchio
fogliame! Morto due volte: la prima,
quando è venuto l'Autunno, l'altra è ora.

Ma tra le spoglie sembianze dei pioppi,
adesso sento ancora un po' la sua
voce. "Vindice io sia dei miei dolori,

vindice della Morte che mi sfiora!".
Balordo non sa che non si può opporsi
al corso dell'Inverno, e che le foglie

di cui è vendetta, giacciono defunte
sotto i miei piedi e dianzi alle mie lagrime.

Devo scrivere per dire agli Spettri
tutta la crudeltà del lor Destino!

Julius von Kleber, Il Re degli Elfi, Tardo-Romanticismo lituano, 1887 circa

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XVII del Mese di Dicembre AD MMXIX.

Il Velo dell'Inverno

Né più il meriggio mi fu così triste;
e ora, nelle lontane ombre dei boschi,
velano i corvi il mio cuore che trema
con la nebbia più fitta.

Joseph Farquharson, Paesaggio al Tramonto con Neve e Pecore, Tardo-Romanticismo scozzese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XVII del Mese di Dicembre AD MMXIX.

domenica 8 dicembre 2019

La Vïola dell'Inverno

Qui mi rallegro, nella tua penombra, 
o sera; mentre respiro di queste
arie fredde e di questi cieli bui,
e della lor possanza, e del tuo Inverno,
e di quella campagna muta e d'altri
boschi, i quali sereni s'addormentano
nel freddo. Ora, del resto, si assottiglia
sotto i miei occhi la placida giornata,
sì che il meriggio poco dura, e vola
via, come i corvi nel campo; e al mio fragile
passaggio, io sento l'odore dei muschi,
i quali nascono un po' arrampicandosi 
sulle pietre dei vecchi muri, e quel
leggero olezzo dei rami annebbiati,
il quale dà pesantezza alle mie
narici, e che mi fa bruciare gli occhi.
Adesso, infatti, la festa è finita,
e non sto più dinnanzi alle camelie
e ai gigli sopra l'Altare. Ma, davanti
a me, nel prolungato schioppo infame
di due o tre cacciatori, mi si spiega
la tua funerea Natura, o sera; e ombre
di rami denudati e fieri coprono
di nebbie la cappellina vecchietta
dove, dipinta sul muro, sta etesia
una Madonna, alla quale ho appena
donato una vïola. Non ho mai
pregato così tanto nella tua
campagna, oh sera!

Johann Jungblut Abendliche, Un Paesaggio in Inverno con Passeggiatori, Romanticismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica VIII del Mese di Dicembre AD MMXIX.

giovedì 5 dicembre 2019

Tra Speranze e Disinganni

Per sempre inebria il mio risveglio questa
nuova alba, dove il disinganno eterno
del Sogno pinge
innumerevoli attese, e tramonti 
più fecondi. Ora,
so che la Notte non è stata infame
con me, e che qui mi invita ad aspettare...
ad attendere il corso di un veleno
versato a Erato nelle coppe di Ebe.
Ho sognato di nuovo che ero amato
dalla bellezza della Luna eterea.
Ho perdonato a codesta Luna il suo
silenzio crudele.

Peder Mork Mønsted, Una Foresta di Neve, Tardo-Romanticismo danese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì V del Mese di Dicembre AD MMXIX.

Idillio romantico e patetico a una Luna di una Notte decembrina

È dolce amar chi non ti ama, oh lucente
Luna! E confondere i Sogni sui vecchi
lamenti degli äedi, con le arpe
arrampicate all'ellere dei piccoli
mattoni. 
Oh Luna così lontana e fremente
in un silenzio omicida e fatale!....
Tu sogni... io sogno.... Io vivo per sognare.
Tu vivi per uccidere il mio cuor
visionario nel manto della tua
bianca Notte. Ma adesso che hai brillato
per un istante, io, mentre le onde buie
si infrangono sopra i tuoi scogli d'argento,
i quali son le tue guance imbiancate,
trasognando di nuovo, 
mi beo di quella dolcezza serena
che non sembra più pianto, ma sorriso...
immensa Gioia di un Amor che per te
resta tuttora senza una risposta
nel nulla della steppa.

Eppure, proprio in questo attimo acceso
in cui traluci svanendo nei nuvoli
bui, e so che decadendo e tramontando
più non splenderai all'illibato nostro
orizzonte, un trasporto commovente
il cuor mi preme.
È ora che ben comprendo quanto ti amo,
oh Luna! 
E una parte di quel cuore mi va
in frantumi nell'urlo a te rivolto 
dell'ultimo addio.

John Atkinson Grimshaw, Battelli al Chiaro di Luna, Tardo-Romanticismo inglese, Fine del Secolo XIX 

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì V del Mese di Dicembre AD MMXIX.

domenica 24 novembre 2019

La Tenerezza di una Sera che fa Silenzio

Ma alla fine mi fa quasi un po' piangere
il tuo tenero silenzio, nel quale
una dolcezza io intravedo pietosa,
quando la sera cupamente viene
ad animare i pensieri. Qui, più
d'una volta, si altercano le angosce,
alle quali rispondono le spemi;
e proprio perché taci e fai siffatto
silenzio, io, dimenticando le lagrime,
vorrei abbracciarti per farti un po' di ombra
e di caldo, nel mezzo della febbre 
tua. Così mi ritornano le sere
più belle, quelle Notti ininterrotte
dove, tra le pallenti nebbie, scrivo
sul scialbo foglio dell'inverno prossimo
i miei ricordi più intimi, i segreti
sussurri delle stelle e dei miei Sogni.
Eppure non vorrei che mi destasse
un'alba pronta a ripetermi in eterno
questo silenzio che amo e che odio, o Autunno.

John Atkinson Grimshaw, Notte nebbiosa in un Viale di Città, Tardo-Romanticismo inglese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXIV del Mese di Novembre AD MMXIX.

mercoledì 6 novembre 2019

Le Foglie sul Ponte - Scendono secche le Foglie sul Ponte

Scendono secche le foglie sul ponte,
sugli stagni reconditi e bui, sulle
umide terre allevate da un bacio
della piova leggera.

Dappertutto, così, per l'orizzonte
s'espande un lezzo di fredde betulle,
di ciliegi bagnati, di un bel faggio
ferito dalla sera,

di bacche amare gelate, di un fonte
un po' ghiacciato, di nebbie-fanciulle,
di muschi che superstiti da maggio
gridano una preghiera.

Ma le tue ombre passeggiano romìte,
calpestano leggere queste foglie,
nei tuoi occhi hai il cielo che tramonta presto.

Tra le querce assopite
così tu vai; e zittisci. Nè sai che doglie
nel cuor io sento; e che il tuo ponte è mesto.

Julius von Klever, Foresta rossa d'Autunno con la Neve, Tardo-Romanticismo lituano-russo, 1911

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì VI del Mese di Novembre AD MMXIX.

domenica 3 novembre 2019

Aspettando l'Arrivo del prossimo Inverno

Presto te rivedrò, o inverno; e il tuo fiocco
di neve mi sarà come la Luna,
quando timida splende sulle sponde
di questo inalterato immenso vuoto.
Ho imparato così svelto a seguire
le orme del Fato sul ghiaccio del Sogno;
e non m'importa più delle betulle
spoglie, dei rami scheletrici che urlano,
dell'orizzonte buio verso il meriggio.
So che ti rivedrò e che presto avrò
il sollazzo di due candele bianche,
una via alluminata per Natale,
il ricordo del suo infame silenzio.
Ho imparato davvero a non seguire
l'incanto osceno dei Sogni crudeli.

Alois Arnegger,Tramonto su una Foresta in Inverno, Tardo-Romanticismo austriaco, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica III del Mese di Novembre AD MMXIX.

mercoledì 30 ottobre 2019

A Novembre - Così ho perduta la mia Ombra solitaria. Ora tremo

Non t'ho scritto per scriver Poesie.
E le nevi gelate dell'inverno
lo ricordano. Ma oggi tu non credi
a quel che dico. Disperdi nel vasto
silenzio le mie parole piangenti.
Mi rimangono i giambi degli elogi
tenebrosi, le terre avvolte in tristi
nebbie, una vasta pianura che dorme,
il mese di Novembre, e il dì dei Morti.

Così ho perduta la mia ombra solitaria. Ora tremo.

John Atkinson Grimshaw, A Moonlight Lane, Tardo-Romanticismo inglese, 1874

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XXX del Mese di Ottobre AD MMXIX.

giovedì 3 ottobre 2019

Un'Elegia a Ebe

Lento s'appresta l'oblio quando il tuo guardar ne' miei sguardi
iri di rapimento mi rivolge. Ma ora che so

quant'è la lontananza che colmano i Sogni fuggevoli,
come un Oceano impetuoso tra terre selvagge, e che pallide

e secche cadon le foglie sulle maschie braccia del nuovo
Ottobre, io di te non vedo più nulla, o un sorriso,

né un'ombra confusa tra le prime nebbie sottili,
tra i lumi della Luna - assente profonda, tra i fili

della piova battente. Ma sovviene presto il Tramonto,
o mia Ebe solitaria, che decreta al Sogno la Morte,

la fine alla vendemmia.

Alfred Elmore, Tanto Rumore per Nulla, Romanticismo inglese, 1846

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì III del Mese di Ottobre AD MMXIX.

martedì 3 settembre 2019

Le Campane

E le campane di mezzogiorno odono
l'eco profonda della loro voce;
mentre io, da qui, con un lieve starnuto,
i miei saluti elevo al nuovo Autunno.
Né mi späurano i tigli che mostrano
le impallidite foglie, né a Settembre
questo senso di indegna nostalgia
che, mietendo, divora i mesti campi
dell'Agosto perduto. 

E so che di codesta Estate a me
non resta che un ossesso raffreddore.

Alois Arnegger, Una Foresta in Autunno, Tardo-Romanticismo austriaco, Fine del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di III del Mese di Settembre AD MMXIX.

lunedì 12 agosto 2019

Ricordi di Montagna

E voi, vette tumultuose, come foste a me amate e care,
e come mi deste sul volto carezze di gelido

vento, mentre rivolgea il Temporale estivo il suo fosco
sguardo e le sue sì tepidi säette e i suoi tuoni lontani,

dacché forse sognai, bramai udir Valchirie, mie figlie
di nordiche fole! E come voi parlaste ai miei passi,

tra la vagabonda piova che cadde sugli occhi di tante
aguzze pietre, sopra le mute pinete e sulle onde

angosciose dei ponti di legno incostanti sul vacuo
dei baratri profondi! E ora mi rimane nel cuore

il vostro mormorio, le vostre cascate tuonanti,
del Ghiridone il ridente sogghigno selvaggio e sassoso.

Oh! Saluti a te, oh mio Ghiridone, cui l'orizzonte
schiude le sue ale montane sulle valli elvetiche, e cui

l'acqua con le brocche io attinsi! Saluti a voi, laghi argentati
dal Sole dell'Estate... voi, torrenti viscidi... voi

roveti sulle pietraie solitarie e ignude sui vecchi
sentieri sopra i quali camminai frequente pe' boschi

animati d'Agosto!.... E mi prende forte un'insana
doglia: quasi un sentir di nostalgica ombra d'Autunno,

quasi un desio di arrestare l'immenso che scorre nell'attimo
dei Sogni perduti... di un'Estate essa stessa avvinta

dalle fauci della Morte.

Julius Lange, Un Torrente di Montagna, Accademismo tedesco, Seconda Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XII del Mese di Agosto AD MMXIX.

sabato 3 agosto 2019

È l'Attimo degli ultimi Papaveri

È l'attimo degli ultimi papaveri.
Tu lo sai, Estate! e i tuoi Fati propaghi
verso le soglie smorte dell'Autunno,

've le smeralde tue frasche un dì a stento
si tratterranno nel bacio de' stanchi
rami, dai quai cadran pallide a me...

e parleranno della fredda piova,
e dormiranno avvolte nelle nebbie
senza bevere il mosto dalle vigne.

Così io vedrò campagne ignude e povere,
paglie e covoni sui quali si posano
gracchiando i corvi.... E sovverrà anche il tempo

delle sconvolte brine: la condensa 
dei fuggevoli Sogni e del mio Inverno.

Alois Arnegger, Un Campo di Papaveri, Tardo-Romanticismo austriaco, Inizio del Secolo XX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato III del Mese di Agosto AD MMXIX.


giovedì 1 agosto 2019

Di tutto non rimane che il Verso di questa Poesia

A volte la Luna di Notte mi sembra quasi ombra
crudele, che gli spettri mi ricorda nell'attimo
del suo miserando lume, quando appena... appena nel vedovo
velame di Ecate, comparendo urla:
con la sua voce d'argento, con il freddo canto del suo
cuore, con la mia parola singhiozzata in tanti sospiri
d'attesa.... E so che questa che sovvienmi è l'ora dei Sogni,
che le recondite Furie del sonno
m'attendono invano per ferirmi all'alba che sorge,
quando - con il Sole splendido - del vespro non resta che un osso,
un misero ricordo della Notte trascorsa
distillando i miei Sogni bugiardi.

Di tutto non rimane che il verso di questa Poesia!

August Hagborg, Conversazione sulla Spiaggia, Accademia tedesca, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì I del Mese di Agosto AD MMXIX.