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domenica 5 luglio 2020

Un Tramonto in Orizzonte di Porpora

Versione I

Né più mi beo delle voci dai campi,
solenni giuramenti di ale allegre,
né più sento un ricordo del meriggio
bollente, con il Sole che splendeva
quasi i suoi strali a dirotto piovendo.
Ma nel profondo oltre le ignote terre
d’un fuoco estivo, ora giusto silenzio
e tanta quiete il cuore mi rapiscono.
E sto dinnanzi al purpureo orizzonte
del qual fiore si chiude - eternamente -
alla prossima Notte, lugubre occhio
d’una Luna rimasta senza volto.
Knud Baade (1808-1879), Una Scena di Naufragio durante la Tempesta, Tardo-Romanticismo norvegese, Fine del Secolo XIX
Versione II

Né più mi beo delle voci dai campi,
solenni giuramenti di ale allegre,
né più sento un ricordo del meriggio
bollente, con il Sole che splendeva
quasi i suoi strali a dirotto piovendo.
....
E sto dinnanzi al purpureo orizzonte
del qual fiore si chiude - eternamente -
alla prossima Notte, lugubre occhio
d’una Luna rimasta senza volto.
Knud Baade (1808-1879), Scena di Navigazione durante la Tempesta, Tardo-Romanticismo norvegese, Fine del Secolo XIX
Versione II 

Né più mi beo delle voci dai campi,
solenni giuramenti di ale allegre,
né più sento un ricordo del meriggio
bollente, con il Sole che splendeva
quasi i suoi strali a dirotto piovendo.
Ma nel profondo oltre le ignote terre
d’un fuoco estivo, ora giusto silenzio
e tanta quiete il cuore mi rapiscono.
E sto dinnanzi al purpureo orizzonte
del qual fiore si chiude - eternamente -
alla prossima Notte, lugubre occhio
di Luna senza più volto rimasta.
Knud Baade (1808-1879), Una Tempesta di Mare, Tardo-Romanticismo norvegese, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato IV Luglio AD MMXX.

venerdì 15 maggio 2020

Quanto m'è triste il Tramonto che d'altri


Quanto m’è triste il tramonto che d’altri
giorni viene, col suo sguardo un po’ torvo
e il febbrile orizzonte, e i nuvoli alti
e burrascosi! Ma pur così, anche se orbo

dei serotini lumi, io dai suoi spalti
di tale istante l’aër aspro e sordo
delibo. Ora, ei mi conquide. Né gli scaltri
mugolii dai vicini campi, e il corvo

che li fa, bastano a togliermi questa
beffarda quiete d’impazziti sensi,
pei quai eccitata la Notte e più cieca

sovviene…. E tutt’intorno la Tempesta
splende, con rossi cieli e bui immensi,
come ombre nere sopra un’urna greca.

Lascia la requie a queste falangi d’esanimi opliti!

Caspar David Friedrich, Tramonto in Riva al Mare, Romanticismo tedesco, Inizi del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XV Maggio AD MMXX.

domenica 16 febbraio 2020

Il Pipistrello

Oh pipistrello! tramortito tu,
appendendoti a un cerulo soffitto,
giaci.

Ma soffrendo e gridando irremovibili
urli nel sonno, qui ai fanciulli che hanno
paura domandi:

"Mi temete perché sono più nero
della Morte?....
Mi temete perché vedo le cose
al contrario?....
Mi temete perché di malasorte
sono augurio e sudario?....
Statemi alla larga: finché respiro,
ben potrei trasformarmi in un Vampiro!".

Oh pipistrello! quanta ironia tu
sai ben stillare, mentre dormi e sogni,
osservato dai curiosi che ti temono!

In fin dei conti, è bello addormentarsi
a testa in giù:
veder il Sole prima di socchiudere 
gli occhi, mirar la Luna or che li riapri.

Abbiam cercato più volte di veder il cielo, e nient'altro.
Abbiamo visto soltanto - il fango. Noi siam figli
della terra!

Johann Heinrich Füssli, L'Incubo, Pre-Romanticismo svizzero e tedesco, 1781

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVI del Mese di Febbraio AD MMXX.

domenica 29 dicembre 2019

Fine di Dicembre

Dicembre vola via, langue e svanisce
presto, con le sue feste e i suoi nebbiosi
giorni. Oh inverno! silenzi interminati
qua e là sono interrotti

dal tintinnio di uno strale di Sole,
o dall'ale battenti degli aironi
che stillano acque nei freddi torrenti,
Anime pescatrici

tra la terra selvaggia e le risaie
rimaste colme di stoppie ghiacciate.
Frattanto la tua corsa nella sera
e nella Notte, ansando,

ascolto. Oh come passeggi alle vie
che già preparano il risveglio amato
di Persefòne, dalle ombre dell'Ade,
che sono le tue nebbie!

Oh come i tuoi gorgheggi di tormenta
cullano il mio riposo e quello di altri
spiriti umani!.... Ma in un tuo meriggio,
benché risplenda il Sole,

l'orizzonte che timido traluce
mi fa tristezza. Né mi placa il tuo silenzio,
né mi diverte questa finta, oscura
beffarda Primavera.

Non è ancora tempo, mi urlò l'epigramma, non è
giunto di nuovo l'attimo di mirar nei prati le prime
vïole!

Joseph Farquharson, Figura femminile in un Bosco pieno di Neve in Inverno, Tardo-Romanticismo scozzese, Fine del Secolo XIX.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXIX del Mese di Dicembre AD MMXIX.

sabato 30 novembre 2019

Avvento MMXIX

Illagrimata, interminabil Notte!....
Che mai nascondi, oh Notte mia, domani?....
Ma so che quando sarà giorno udrò
canti sommessi d'attese, di Sogno;
una campana che chiama alla Messa;
i murmuri delle vie e delle piazze;
un lumicin di vetro che si spezza
al vento. So che vedrò i drappi viola
sulle vecchie colonne, e sull'altare;
quattro ceri, purpurei anche questi,
che s'han da accendere; un uomo che prega.
Oh fioretti di pargoli! Oh preghiere!
Oh concenti di vecchi organi freddi!....
Così svelto è venuto il nuovo Avvento!
Così presto morrà un altro Natale!

Peder Mork Mønsted, Ruscello ghiacciato tra le Nevi, Tardo-Romanticismo austriaco, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XXX del Mese di Novembre AD MMXIX.

domenica 24 novembre 2019

Il Riposo di Ebe

Guarisci presto, oh Ebe, dal tuo morbo
che è Novembre finita la vendemmia,
quando la prima febbre viaggia lungo
la neve fredda

che inizia a scendere sui freddi vitigni!
Io, infatti, bramo ancora i tuoi sereni
calici, sguardi eterni d'una Dea 
sempre gioiosa;

e attendo nuovamente nella steppa
dei campi congelati, che tu riempia
di parole fuggevoli il silenzio
nero del giorno.

Sì! perché, mia Ebe, i miei Sogni son
come una pianta di èllera selvaggia:
s'arrampicano sul vento, ma hanno
in terra le radici.

Ti sia melliflua la febbre crudele
nell'infinita Morte dell'Autunno!

Peder Mork Mønsted, Un Paesaggio invernale con Alberi e Legna, Tardo-Romanticismo austriaco, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXIV del Mese di Novembre AD MMXIX.

domenica 17 novembre 2019

I Corvi alla Finestra

Ho appena scorto passare dei corvi
nel cielo che è vicino alla mia smorta
finestra, dove affiorano i pensieri
di una giornata triste, buia... che è folle
nella sua piova leggera... potente.
Eppure un suono di gioia mi percuote
un orecchio; e non è lo sparo acuto
della caccia nei boschi. Ma è una speme
rediviva nel cuore... di irredenti
Sogni, che l'alba ora mette alla prova.
Ho immaginato che quei corvi orrendi
fossero rondini della Primavera.
So che è finito il tempo del Silenzio.

Vincent Van Gogh, Campo con Corvi, Impressionismo e Post-Impressionismo olandese, 1890

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVII del Mese di Novembre AD MMXIX.

La nuova Bellezza dell'Autunno

Tanto sguardo di febbre e di pioviggina
giù, per le strade, crolla. Ora davvero
sento l'odor delle foglie bagnate,
il cesio grido del lor cuore d'oro;
e che importa se è secco?.... Né mi spiacciono
queste tinte autunnali, e questi stagni
leggermente coperti dalla brina
del mattino; né sprezzo il lento piover
di due nuvoli neri che, piangendo,
mi ricordano gli attimi di un vecchio,
ultimo Temporale. 
Ora so amare codesta Natura
dai colori più accessi... questa pallida
stagione, nominata Autunno, senza
consenso d'una Bellezza che è eterna.

Julius Klever, Paesaggio innevato in Ucraina, Tardo-Romanticismo lituano e russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVII del Mese di Novembre AD MMXIX.

mercoledì 6 novembre 2019

Le Foglie sul Ponte - Scendono secche le Foglie sul Ponte

Scendono secche le foglie sul ponte,
sugli stagni reconditi e bui, sulle
umide terre allevate da un bacio
della piova leggera.

Dappertutto, così, per l'orizzonte
s'espande un lezzo di fredde betulle,
di ciliegi bagnati, di un bel faggio
ferito dalla sera,

di bacche amare gelate, di un fonte
un po' ghiacciato, di nebbie-fanciulle,
di muschi che superstiti da maggio
gridano una preghiera.

Ma le tue ombre passeggiano romìte,
calpestano leggere queste foglie,
nei tuoi occhi hai il cielo che tramonta presto.

Tra le querce assopite
così tu vai; e zittisci. Nè sai che doglie
nel cuor io sento; e che il tuo ponte è mesto.

Julius von Klever, Foresta rossa d'Autunno con la Neve, Tardo-Romanticismo lituano-russo, 1911

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì VI del Mese di Novembre AD MMXIX.

lunedì 4 novembre 2019

Una Giornata di Nebbie - Quando mi son svegliato m'era intorno

Quando mi son svegliato m'era intorno
una strada di nebbia. Ma ora è sera:
son sepolte le vie annebbiate e stanche,
son svanite le brume.

Eppure fosco... fosco il ciel del giorno
mi si presenta; e in sua pallida cera
ritornano le vecchie nebbie stanche,
e il loro fioco lume.

Non so se le amo; so che sono spettri
che m'attraggono il cuor, pur con dolère,
e che mi pasco di lor in ver le cime.

So che, oltre i miei sospetti,
mi son bagliori d'immenso piacere,
un attimo di quiete e di Sublime.

John Atkinson Grimshaw, Una Strada con Passante in Mezzo alle Nebbie, Tardo-Romanticismo inglese, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì IV del Mese di Novembre AD MMXIX.

domenica 3 novembre 2019

Il Ramo che si spezza

Come un ramo appassito di una quercia,
che scricchiola tra la nebbia e la piova,
così portato a rompersi in un attimo,
è il fuggente momento delle spemi.
Non gli serve che un rantolo di vento,
una goccia di brina appena fredda;
e questi si spezzerà in tante parti,
minuscole, insignificanti e brutte;
e di sé lascerà forse due schegge,
o un piccolo rigonfiamento oscuro
di legno sulla terra brusca e umida.
Né più una nuova ora di Primavera
colmerà di un germoglio. Né vedrà
i suoi compagni ritornati in Vita.
Egli ha scelto di stare con le sue
foglie, defunte due o tre giorni fa.

Gruppo dei Pittori Girovaghi, Una Carrozza sul Viale, Romanticismo slavo, Prima e Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica III del Mese di Novembre AD MMXIX.

Aspettando l'Arrivo del prossimo Inverno

Presto te rivedrò, o inverno; e il tuo fiocco
di neve mi sarà come la Luna,
quando timida splende sulle sponde
di questo inalterato immenso vuoto.
Ho imparato così svelto a seguire
le orme del Fato sul ghiaccio del Sogno;
e non m'importa più delle betulle
spoglie, dei rami scheletrici che urlano,
dell'orizzonte buio verso il meriggio.
So che ti rivedrò e che presto avrò
il sollazzo di due candele bianche,
una via alluminata per Natale,
il ricordo del suo infame silenzio.
Ho imparato davvero a non seguire
l'incanto osceno dei Sogni crudeli.

Alois Arnegger,Tramonto su una Foresta in Inverno, Tardo-Romanticismo austriaco, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica III del Mese di Novembre AD MMXIX.

sabato 2 novembre 2019

II Novembre

Scivola via nella penombra il tempo,
e sulle vecchie foglioline morte
il perpetuo riposo si distende
sospirando altero.

Così mi si confonde questa Notte
pallida e buia. Mentre, frattanto, murmuri
selvatici di sonnolenti tenebre
arditamente

ascolto. Allora so che il fosco giorno
dei Morti sta giungendo alla sua fine,
che si appassisce sulla bianca tomba
il crisantemo,

che sulla stessa piazza, dove prima
v'era gente vestita da cordoglio
e con i fazzoletti agli umidi occhi,
adesso stanno

festevoli balordi. Ma la nebbia
non permette la festa, non la vede.
Splende soltanto la Luna ferina
sul cimitero.

John Atkinson Grimshaw, Una Passeggiata notturna al Chiaro di Luna, Tardo-Romanticismo inglese, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato II del Mese di Novembre AD MMXIX.

giovedì 31 ottobre 2019

Halloween - Le ultime Villi

L'ultima volta che io v'ho viste foste
come raggi di Sole che svaniva
ai marmi delle croci sepolcrali.
Lì vi chiamava la regina Notte,
lì pronunziava il nome vostro il vento;
e danzavate con le mosse toste
di chi è colpito da un truce tormento.

Villi, sorgete, bruciate le tombe,
gli sterpi, le betulle, i freddi salci,
a piedi ignudi ballate la ridda,
saltate con i teschi, con i calci,
al suono di cornamuse, di trombe,
di violini scordati dalla Morte!

Ma la nebbia di un giorno di Novembre,
così sottile, così densa e folle,
anche a voi infonde paura e cordoglio.
E mi rimane dopo queste tempre
d'un incubo o di un Sogno, un tristo colle,
e questo scialbo, sì dolente foglio.

Giuliano Bartolomeo, Le Villi, Tardo-Romanticismo italiano, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XXXI del Mese di Ottobre AD MMXIX.

mercoledì 30 ottobre 2019

A Novembre - Così ho perduta la mia Ombra solitaria. Ora tremo

Non t'ho scritto per scriver Poesie.
E le nevi gelate dell'inverno
lo ricordano. Ma oggi tu non credi
a quel che dico. Disperdi nel vasto
silenzio le mie parole piangenti.
Mi rimangono i giambi degli elogi
tenebrosi, le terre avvolte in tristi
nebbie, una vasta pianura che dorme,
il mese di Novembre, e il dì dei Morti.

Così ho perduta la mia ombra solitaria. Ora tremo.

John Atkinson Grimshaw, A Moonlight Lane, Tardo-Romanticismo inglese, 1874

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XXX del Mese di Ottobre AD MMXIX.

La Nebbia dei Crisantemi

Pioviggina tra le nebbie. Biancheggiano 
esterrefatti giorni di Novembre.
Biancheggia la mia pallida sembianza. 
Albeggia e piove il pianto per gli Estinti.
Così io, attonito e triste, sulla vecchia
via passeggio che va verso le tombe,
verso lapidi senza nome e senza
croci. Domani, infatti, forse già oggi,
si preparano i fiori per i Morti. 
E d'intorno la nebbia schiude i petali,
come il sudore della sepoltura
sulle guance del falbo crisantemo.
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Ma cosa dire ai Morti?
che è dolce e amaro il profumo dell'ossa,
il lezzo delle rose, il sapore dei vermi.
Che è bello che io mi sappia come un cenere,
appeso a stento a un sottile fogliame
di cruda Vanità.

È l'ora, dunque, delle scialbe nebbie
degli ultimi crisantemi.

Frank William Warwick Topham,Voyage of King Arthur and Morgan Le Fay to the Isle of Avalon, Tardo-Romanticismo inglese, 1888

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XXIX del Mese di Ottobre AD MMXIX.

martedì 22 ottobre 2019

La Favola del Cacciatore del Nilo

Per conquistare la bella fanciulla,
figlia del Re, il cacciatore regale
un giorno andava a cacciar sulle rive
del Nilo. Solo due frecce avea dietro,
e un arco curvo dono di battaglia.
Voleva catturare un ibis maschio,
e una femmina bella di fenicottero.
Eppur la prima freccia sbagliò il suo
bersaglio e precipitò in mezzo al Nilo;
la seconda servì per aquietare
i famelici appetiti d'un nero
coccodrillo. Rimase a mani vuote.
Nel palazzo la bella principessa,
intanto, contemplava i doni di altri
pretendenti: il Numida con un pugno
delle sabbie del suo amato deserto, 
indegno dono per una regina;
il Greco, dai capelli avvolti in riccioli,
e le villose gambe, con un po'
d'ambra, oro menzognero per la donna
figlia del Re; l'Ebreo, ora tracontante
nel metterle sui piedi il vero Libro
del ver Iddio; il Persiano con un cesto
di persiche melliflue e d'altre sete,
da un Paese senza nome; e infine, il prode
egizio, con in mano la splendente 
spada sottratta a un Assiro sconfitto.
Per ultimo sovvenne il cacciatore.
"Non m'hai portato niente?" chiese ardendo
la fanciulla. "Oh regina! Avevo due
frecce: con una ho preso al volo il tuo
cuore. Con l'altra, il mio vi ho stretto. E l'arco
fu il Sogno di poterti dir che t'amo".
Alla fanciulla piacque sì il suo detto
che discesa dal trono l'abbracciò;
e compreso dai suoi occhi il grande Amore,
con un bacio gli disse che sarebbe
diventato suo sposo. Oh voi! non serve
amar con l'oro, quando basta il cuore!

Affresco di Ignoto sulla Parete di una Tomba egiziana, Nebamon, lo Scriba, durante una Battuta di Caccia, Arte egiziana, I Millennio a.C.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XXII del Mese di Ottobre AD MMXIX.

domenica 20 ottobre 2019

Due Sonetti romantici di una Domenica pomeriggio d'Ottobre

Tutto è Silenzio, e nella Nebbia oscura

Tutto è silenzio, e nella nebbia oscura
un'ombra passa e più non ha parola,
ma la mia Anima resta assente e sola
nel meriggio che adesso la späura.

Allor m'assalse la crudel iattura!
Né la speme mia estrema mi consola,
né mi aquietano il Sogno e la sua fola,
ma il labbro suo tacente li disuna.

Così venia a morirmi in ciel il Sole!
Arpa che canta la dolce canzone
che non ha mai amato adesso suona.

Eppur è duro il tacer di chi 'l vuole,
per negarmi una nobile passione,
là, ove la Luna sospirando tuona.

Or s'addormenta il Trovator che canta

Or s'addormenta il Trovator che canta,
Madonna lieta, al tuo veron di fiore,
poiché cantò per tanto dell'Amore
che più si fa di Sogno, e non la pianta.

Così vedi tra le querce la sua affranta
Anima improba! È steso di dolore,
sull'arpa, sulle rose, e sulle viore,
ove di Morte un po' l'alba lo ammanta.

"È truce il tuo silenzio e non lo sai.
Né ti prende virtù di dir parola,
né il labbro tuo diventa men amaro.

Ma se cantando è ver ch'io cerco guai,
non tacer del silenzio che consola,
ma di' cos'hai nel cuor, e parla chiaro!"

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XX del Mese di Ottobre AD MMXIX
Herbert James Draper, Tristano e Isotta, Tardo-romanticismo inglese, Seconda Metà del Secolo XIX

giovedì 3 ottobre 2019

Un'Elegia a Ebe

Lento s'appresta l'oblio quando il tuo guardar ne' miei sguardi
iri di rapimento mi rivolge. Ma ora che so

quant'è la lontananza che colmano i Sogni fuggevoli,
come un Oceano impetuoso tra terre selvagge, e che pallide

e secche cadon le foglie sulle maschie braccia del nuovo
Ottobre, io di te non vedo più nulla, o un sorriso,

né un'ombra confusa tra le prime nebbie sottili,
tra i lumi della Luna - assente profonda, tra i fili

della piova battente. Ma sovviene presto il Tramonto,
o mia Ebe solitaria, che decreta al Sogno la Morte,

la fine alla vendemmia.

Alfred Elmore, Tanto Rumore per Nulla, Romanticismo inglese, 1846

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì III del Mese di Ottobre AD MMXIX.

domenica 29 settembre 2019

Due Sonetti romantici di Settembre

Or è triste il mio Meriggio, ove nel Cuore

Or è triste il mio meriggio, ove nel cuore
l'Autunno tace. Né il tuo labbro muto
parla, né il Sole dona il suo chiarore
agli occhi miei; né per sempre perduto

di te il ricordo sfugge. Ma le viore
che si chiudono a Morte, e il tuo svenuto
silenzio a me, quando parlò d'Amore
il Sogno, a tormentar si vanno. E il liuto

che a te ripete indarno le sue meste
lodi, presto si stanca e si lenisce
nel pianto. Allora sfugge il nostro assorto

istante. E mentre gridano le feste
lontane, questa attesa qui finisce;
(e) tutto quel che fu Sogno ora mi è morto.

Vorrei dimenticarti, o Sera, e dire

Vorrei dimenticarti, o sera, e dire
addio all'immenso mar che tu sovente
mi porti, quando nel Sogno le spire
della Notte m'opprimono. E il ridente

tuo sguardo che mi fa tanto soffrire
anche nel sonno, e le tue attese e lente
chiome, io vorrei nel cuor farmi svanire
forse per un istante. Ma il demente

pensiero più non si placa, e si converge
tutto nel petto mio profondo, dove
la tua immagine torna e si fa immane.

Allor è come un pugnal che si immerge,
il fascino tuo. E il mio piangere piove
sopra questo Destino che m'è infame.

Johan Klombeck, Un Paesaggio invernale, Tardo-Romanticismo tedesco, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXIX del Mese di Settembre AD MMXIX.