Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Poesie sulle Nebbie. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Poesie sulle Nebbie. Mostra tutti i post

mercoledì 21 settembre 2022

Sogni romantici di Settembre

È il sogno pöetico

di tutti i giorni:

 

addentrarsi nel folto delle nebbie,

sfidare gli esseri invisibili

che le popolano,

udire i canti e gli urli spettrali

dei bardi e dei druidi,

bevere l’immortalità da un graal

di metallo incantato,

sciogliere canzoni d’Amor profano

alle nuvole buie delle Valchirie.

 

È il sogno pöetico

di tutte le sere:

 

attingere le proprie labbia

alla raccolta delle mele rosse,

una lagrimuccia di Ebe

nel calice della cena romita,

sgranare il sorriso del melograno..

rimanere giovani per sempre;

aspettare Freya

sul viale leggermente fatato

tra la chiesa e il cimitero.

Dipinto di Lovell Birge Harrison (1854-1929), Carro nel Paesaggio autunnale (Wagon in Fall Landscape), Tardo-Romanticismo, Accademismo, Realismo statunitense, Inizi del Secolo XX, Data incerta. Olio su Tavola, Dimensioni 76,2x60,9 cm. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XXI Settembre AD MMXXII.

venerdì 15 ottobre 2021

Fantasia romantica - Le Voci delle Nebbie

Siamo le cantiche

delle nebbie. Aliti

aspersi di algide

forme. Siam incubi

del vento gelido,

il buio delle alighe

dentro gli spasimi

degli stagni. Urlano

le nostre tremule

voci di Naiadi,

di streghe pallide.

Siamo le orribili

Villi che danzano

tremanti e funebri,

in un coro atono

di lingue cerule,

denti che stridono,

le immense tenebre

giunte dall’Erebo.

Siamo le cupide

grida di spiriti,

sopra scheletrici

rami di frassini,

foglie di platani

vecchi, le mietono

a terra vomeri

di gelido aëre.

Siamo le primule

morte sugli argini

d’Autunno, scivolano

via oltre le incognite

terre dei ruvidi

stagni. Siam petali

di fiori, dormono

cullan Proserpina

dentro il suo loculo

figlio di Cerbero.

Siamo le stridule

voci che pingono

di tanto candido

pupille attonite,

siamo le cantiche

delle nebbie.

Siam le tue voci.

Dipinto di Henryk Bonawentura Kazimierz Weyssenhoff (1859–1922), Gli Orsetti giocano davanti la Casa, Realismo, Accademismo, Post-Impressionismo polacco-bielorusso, 1921. Olio su Tela, 47x72 cm. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XV Ottobre AD MMXXI.

mercoledì 13 ottobre 2021

Alle Nebbie

Risparmiate, oh nebbie, dal vostro regno

la mia via solitaria e buia e funesta,

ottobrine come ragnatele scialbe,

risparmiate la mia voce la mia ombra!

Dipinto di Caspar David Friedrich (1774-1840), Abbazia nel Querceto, Romanticismo, Pre-Romanticismo, Pre-Simbolismo tedesco, 1808-1810. Olio su Tela, 110,4x171 cm.  Alte Nationalgalerie, Berlino.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XIII Ottobre AD MMXXI.

giovedì 28 gennaio 2021

I Campi Raudii

Voi, o Anime dei Raudii, nelle lunghe

nebbie vagate, Cimbri dagli alti elmi

e dalle scuri d’oro. Ora, le rughe

delle sera gli eterni

 

soliloqui dell’Ade, gli insepolti

ridestando, vi chiamano alla pugna.

E vedo il vostro disprezzato volto,

e il sangue sulla bella

 

erba dei campi dispersi nel nulla

di palafreni vagabondi e insani,

insensati così come la fiamma

d’una candela

 

che si accende da sola…. Per bruciare!

Quando d’un tratto ascolto nell’immondo

vorticoso tormento delle vostre

inseparate noie

 

dissonanti sussurri di Aquile orride:

figlie di Roma mi stanno l’effigi

degli oricalchi bui… è l’impero delle

nebbie bugiarde!

Quadro di Lionel Noel Royer (1852-1926), Vercingetorige getta le Armi ai Piedi di Giulio Cesare, Accademismo francese, 1899.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XXVIII Gennaio AD MMXXI.

sabato 28 novembre 2020

Sonetto - Vorrei essere la Nebbia che divaga

Vorrei essere la nebbia che divaga

per tante vette lontane e tremende,

e che assale le terre e che risplende

di ceruli vapori, ove presaga

 

d’Ignoto, accresce la sua fuga. Piaga

di mestizia, frattanto, essa - che apprende

solitarie vie - mi chiama, stupende

forme di spettri smorti. Poi si placa,

 

donde diventa un mar di bianche spume.

Vorrei essere il suo passo illagrimato,

la sua voce crudele che divora

 

i respiri notturni e ogni altro lume.

Ma nel profondo del cuor agitato

dovunque è Sogno… è il verno che addolora.

Quadro di Sir John Everett Millais (1829-1896), Foglie d'Autunno, Tardo-Romanticismo e Simbolismo inglese (Confraternita dei Preraffaelliti), 1856.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXVIII Novembre AD MMXX.

lunedì 4 novembre 2019

Una Giornata di Nebbie - Quando mi son svegliato m'era intorno

Quando mi son svegliato m'era intorno
una strada di nebbia. Ma ora è sera:
son sepolte le vie annebbiate e stanche,
son svanite le brume.

Eppure fosco... fosco il ciel del giorno
mi si presenta; e in sua pallida cera
ritornano le vecchie nebbie stanche,
e il loro fioco lume.

Non so se le amo; so che sono spettri
che m'attraggono il cuor, pur con dolère,
e che mi pasco di lor in ver le cime.

So che, oltre i miei sospetti,
mi son bagliori d'immenso piacere,
un attimo di quiete e di Sublime.

John Atkinson Grimshaw, Una Strada con Passante in Mezzo alle Nebbie, Tardo-Romanticismo inglese, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì IV del Mese di Novembre AD MMXIX.

domenica 18 novembre 2018

Il Tramonto d'una Domenica d'Autunno

Tramonto

Oh Tramonto!.... Tramonto!.... Della sera
pallido annunzio... pallida quiete
del meriggio; del vespro eterno incanto
di profonda mestizia!
Oh Tramonto!.... Tramonto!.... Mancan pochi
attimi al tuo sovvenir nuovo! E il Sole
si addormenta leggero; e il cielo è triste.
Oh Tramonto!.... Tramonto!
Dei segreti notturni mio custode,
guardiano de' i Sogni ripetuti,
della Notte singulto di terrore
disumano e feroce,
lagrima mia che scende e che distoglie
lo sguardo dalle foglie che precipitano
con vergognoso chiasso palpitato
dalla lor timidezza!
Oh Tramonto!.... Tramonto!  Delle estive
tife riposo, sonno delle ripe,
pallida cera di pallido cielo
dove tutte le mie ombre
si sfumano e si sperdono in un'unica
nera sembianza: la Notte che viene,
la nebbia che governa e che si espande...
la mia Notte profonda!

John Atkinson Grimshaw, Tramonto di Campagna, Tardo-Romanticismo inglese, Fine Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVIII del Mese di Novembre dell'Anno del Signor Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

L'Ora del Tè

Viene il morente meriggio che ride.
Vedo le nebbie salire d'intorno.
Sento la sera che chiama il mio nome.

L'immane corpo dell'Autunno or schiude,
anzi, spalanca le fauci sue crude;
e brividi mi infonde col suo vento.

Scorgo i camini che fumano a' nuvoli,
l'odore annuso del legno bruciato.
Tutto s'abbuia tra i campi che dormono.

E il Tramonto mi copre del suo Sole
che debilmente muore, ergendo rosei
petali della sofferenza sua ultima.

Nel gelo della sera allor mi scaldo
bevendo un Tè che vien dall'India ardente.

James Tissot, L'Ora del Tè, Accademismo francese, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVIII del Mese di Novembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

La Fuga dell'Autunno

Cupo è il meriggio. La nebbia è più cupa.
Inganno è il Sole, profonda menzogna
di un mite giorno d'Autunno inoltrato.

Eppur, ieri soltanto era l'Estate.
Era la Gioia, l'incanto della Luna,
dei ricordi, dei Sogni. Era la Vita.

Passa veloce l'Agosto, e con sé
trascina Ottobre, il figliuol vendemmiante 
che, come me, vuol fare colpo su Ebe.

Resta il nevischio che piove il mattino,
la brina sulle foglie irrigidite
dalla caduta. Novembre è Re eterno.

Rimane che fra poco vien Natale...
e dianzi al mio cuor starà un altro inverno.

Scuola russa dei Peredvizhniki (I Vaganti), Autunno, Tardo-Romanticismo russo, Fine Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVIII del Mese di Novembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

Anacreontica Ebe

Ebe! Non siamo che foglie di mosto
spumanti ne' torrenti della Vita
che sovente ci illude e ci dispera.

Così è la mano del Destino che erge
alla sera i bicchieri dove viviamo:
mano robusta... empia... fatta di vento,

man che ha piacere a seguire le voci
delle rune tacenti... man tremenda
d'un labbro che ci sorseggia in gran quiete.

Sì, Ebe!.... Qui siamo i sòliti figliuoli
delle tue illusioni di vendemmia,
che co' i Titani patteggiano segreti.

Ma almeno co' il tuo vino non dimentichi
di far la danza per noi che moriamo.

Otto Pilny, Una Danzatrice del Deserto, Tardo-Romanticismo svizzero, Fine Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVIII del Mese di Novembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

Le Rune della Notte

Oh rune vagabonde della Notte!
Così svelte venite a coglier le ombre
del giorno! e nebbie date a queste terre!

La Natura vi ha scritti i vaticini
di questo cambiar di stagioni spente
che sempre si rinnovano e defungono,

che ritornano eterne, belle come
erano prima di posar su' i funebri
letti del sonno lor, finto perpetuo.

Ma io, a voi dinnanzi, mestizie catturo
e noie perenni, e tremebonde lagrime,
e irripetibili oscuri tormenti;

donde alla fine il lume del Tramonto
mi seppellisce nel suo oblio di Morte.

Andreas Achenbach, Le Coste di Capri, Tardo-Romanticismo fiammingo, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVIII del Mese di Novembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

La Messa

Imman fortezza è il Signor nostro Iddio.
Squilla, Domenica, i bronzi delle chiese,
dove risuona l'eco della Notte!

Ma a mezzogiorno le vetrate gotiche
possono forse rifletter la Luna
che presto giungerà a illuminar le ombre?....

Ma tra le fiamme delle mie candele
è già il buio a imporre il suo regno tacente?
E si traveste da Mostro l'altare!

Il Sole, infatti, decade e si spegne.
Il giorno è troppo breve per pregare
senza paura della sera oscura.

Non so più quale Gioia la Messa evoca.
Su un legno io vedo solo un Uom che muore.

Adolf Humborg, La Cucina dei Frati, Accademismo satirico tedesco, Fine del XIX Secolo
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVIII del Mese di Novembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.