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martedì 9 marzo 2021

Canto primaverile - Immacolato l’Aëre a Me figge

Immacolato l’aëre a me figge

gli occhi, profondo spaziar di viole,

per lontani sentieri. Per vicine

vie, vien la Primavera, intanto, come

 

una dama con gemme nei capelli,

intrecciati a ghirlanda delle querce

e a rigogliosa elegia per i salici,

e per il loro pianto dirottato.

 

Oh volgetevi a me, occhi d’acciaro e fieri,

con il vostro pungente aulèr di gelsi!

Provocate la mia sfida alle lagrime

del salce!

 

Oh parlate al mio labbro, bocche mute

del vento, il qual si siede su una panca

ad attendermi, invano vergognando

il mio silenzio!

 

E le piante s’abbracciano di nuovo,

viso a viso, baciandosi le mani

di legno.. e il piccolo airone si sveglia

nella danza d’Amore.. e le veroniche

 

sfiorano i nuvoli della Madonna..

e ovunque inebria come loto aulente

la Natura destata. Passeggiar

m’è bello in questo tornar della Vita.

Dipinto di Sarah Bernhardt (1844-1923), Ophelia tra i Soffioni (Studio), Tardo-Romanticismo inglese, Fine del Secolo XIX.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì IX Marzo AD MMXXI.

domenica 10 novembre 2019

San Martino

Tu non sai, o mattina, quanta Estate
è rimasta nell'occhio di Novembre,
quando per San Martino una campana
un po' a festa suona;

né quanta resta nel mio cuor, che annebbia
se stesso come fa il ciel nel violato
meriggio. Eppure, adesso, la vendemmia
festeggia il suo raccolto.

Ma io che sono tornato appena adesso
da una processïone, intorno, più
non vedo un'ombra di cotanta Estate,
bensì soltanto nebbie...

nebbioline frammiste a fosche buie,
sotto un nuvolo cupo che non so
se sia di sera o di piova o di neve.

So solo che cammino sulle foglie,
variopinte tinture del Destino.
So che l'airone fa la fame e muore.

So il suono della flebile campana
che è diventato un fucile di caccia,
che il vino rosso è il sangue d'una vittima.

Non ho smesso tuttora di brindare
alla tristezza di questo Novembre!

Hans Andersen Brendekilde, Una Strada in Mezzo al Bosco, Tardo-Romanticismo e Simbolismo danese, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica X del Mese di Novembre AD MMXIX.

sabato 5 ottobre 2019

Strofe saffiche di un Sabato Mattina quando Fuori fa Freddo e c'è la Nebbia

Fa freddo questa mattina; e la nebbia
mi avvolge gli occhi, grida e va lontano,
fino a coprire ogni effimera parte
dell'orizzonte. 

Non vedo più ombre, non vedo la grigia
campagna, né i suoi boschi, gli aïroni
che saltellan di ripa in ripa, ardendo
di fame. Ma ora

che torna il Sole e che la bruma fugge,
tra gli scheletri-rami delle querce,
come un piccolo Sogno mi ritornano
giorni d'Estate.

Eppure manca poco che sovvenga
il cimiterïale tuo Novembre,
o Autunno, con le sue foschie e co' il cenere
dei nostri estinti,

dove restano oscuri in tua penombra
i miei ultimi epitaffi ai giambi eterni
dell'eterno riposo delle nostre
terre defunte.

Caspar David Friedrich, Abbazia nel Querceto, Romanticismo tedesco, 1808-1810


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato V del Mese di Ottobre AD MMXIX.

venerdì 4 ottobre 2019

Mattino di Città

Si riempiono di mattina le strade,
passeggiano per vie
le ombre irrequiete della città. E accade
che lasciano innumerevoli scie
questi riverberi amari di Vita,
sotto le nubi oscure
dell'ultimo Temporale. Ma cure
immani e prepotenti l'assopita
mia speme ora ridestano. E il silenzio
di un vïale rimasto solitario,
(e) l'amarognolo assenzio
della campana di scuola, e il divario
tra l'alba e il Sogno,
mi si aquietano un po' nell'affollato
oceano di un Caffè,
dove ho riposo dal duolo del Fato,
ma questo Fato c'è.

John Atkinson Grimshaw, Il Porto, Tardo-Romanticismo inglese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì IV del Mese di Ottobre AD MMXIX.

domenica 29 settembre 2019

Un Madrigale - Gli Spettri

Abbaïa il mio cane, e fuor sovviene
la nebbia serotina. Io so che intorno
passeggiano gli spettri; e che le cene

fumano dai camini. Cade il giorno,
e la Notte qui s'avvicina, onde ombre
tremende salgono e mi son di scorno.

E sento il dolce profumo degli astri,
il motto arguto dell'èllera al tetto,
i Sogni confezionati in bei nastri,
la solitudine, il desio, e il dispetto.

Egisto Ferroni, Una Piazza, Tardo-Romanticismo italiano, Inizio del Secolo XX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXIX del Mese di Settembre AD MMXIX.

Due Sonetti romantici di Settembre

Or è triste il mio Meriggio, ove nel Cuore

Or è triste il mio meriggio, ove nel cuore
l'Autunno tace. Né il tuo labbro muto
parla, né il Sole dona il suo chiarore
agli occhi miei; né per sempre perduto

di te il ricordo sfugge. Ma le viore
che si chiudono a Morte, e il tuo svenuto
silenzio a me, quando parlò d'Amore
il Sogno, a tormentar si vanno. E il liuto

che a te ripete indarno le sue meste
lodi, presto si stanca e si lenisce
nel pianto. Allora sfugge il nostro assorto

istante. E mentre gridano le feste
lontane, questa attesa qui finisce;
(e) tutto quel che fu Sogno ora mi è morto.

Vorrei dimenticarti, o Sera, e dire

Vorrei dimenticarti, o sera, e dire
addio all'immenso mar che tu sovente
mi porti, quando nel Sogno le spire
della Notte m'opprimono. E il ridente

tuo sguardo che mi fa tanto soffrire
anche nel sonno, e le tue attese e lente
chiome, io vorrei nel cuor farmi svanire
forse per un istante. Ma il demente

pensiero più non si placa, e si converge
tutto nel petto mio profondo, dove
la tua immagine torna e si fa immane.

Allor è come un pugnal che si immerge,
il fascino tuo. E il mio piangere piove
sopra questo Destino che m'è infame.

Johan Klombeck, Un Paesaggio invernale, Tardo-Romanticismo tedesco, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXIX del Mese di Settembre AD MMXIX.

sabato 28 settembre 2019

Sabato Sera

Sento un pianto di bimbo nelle tue ore,
o sera, e pigolar la gallinella
su un piccolo ruscello. S'aggiunge anche
il duro strillo della via ferrata,
dove, schiudendo la finestra, ho appena
scorto due o tre cornacchie mezze matte,
le quali, al sovvenir del treno, san
ben che è meglio fuggir via, e andar lontano.
Sento poi il fresco sospirar del vento
autunnale che annunzia tra pochi attimi
il doler dell'Ottobre nuovo, il qual
già mostra un po' delle sue nebbie torve,
e dei suoi giorni dimezzati. Io so
che adesso mezzo borgo dorme, come
fa l'onda dell'Arbogna, e che la piazza
giace deserta, a parte i due Caffé,
e la socchiusa porta della chiesa.
So che per il Curù, man nella mano,
vïaggiano appartati amanti senza
nome, lì, dove il vïale anche a me
sembra come se fosse di Parigi
con le sue lampe e il suo incanto natio.
Non so.... Ho sempre pensato che venuta
l'ora di sera d'un sabato assente
tutto diventi melanconia e noia.

Albert Edelfelt, Gli Innamorati, Tardo-Romanticismo finlandese, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XXVIII del Mese di Settembre AD MMXIX.

martedì 3 settembre 2019

Il Sapore della Sera

E sento lungo la sera i sospiri
della campagna che dorme. Ma so
che dimani verrà mietuto un campo,
che la paglia tra poco brucerà...
che è breve l'attimo in cui porta ogni onda
dell'Arbogna le prime nebbioline,
feconde al sonno nelle Notti buie
del nascituro Autunno. 

E ora che sento suonar le campane
nella foschia leggera di Settembre,
io riposo a occhi aperti con un pianto
nascosto di profonda nostalgia,
di cui non so né il come, né il perché.

John Atkinson Grimshaw, Notturno inglese, Tardo-Romanticismo inglese, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì III del Mese di Settembre AD MMXIX.

Le Campane

E le campane di mezzogiorno odono
l'eco profonda della loro voce;
mentre io, da qui, con un lieve starnuto,
i miei saluti elevo al nuovo Autunno.
Né mi späurano i tigli che mostrano
le impallidite foglie, né a Settembre
questo senso di indegna nostalgia
che, mietendo, divora i mesti campi
dell'Agosto perduto. 

E so che di codesta Estate a me
non resta che un ossesso raffreddore.

Alois Arnegger, Una Foresta in Autunno, Tardo-Romanticismo austriaco, Fine del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di III del Mese di Settembre AD MMXIX.

sabato 3 agosto 2019

La dolce Melanconia di Agosto

Oh Agosto! tu soggiungi; e il bel tuo Sole
il guardo suo al mio tacendo contrasta,
donde, per le campagne biondeggianti appena,
io di lui ora mi pasco. E udendo sacra
gioia, e folle pallor - al tempo istesso -
ripenso al pianto osceno che, lasciato
all'invernal stagioni, qui si placa.
Ma risalendo le cime dei monti,
e sognando i torrenti rumorosi
che al tuo cospetto, o Agosto, le vallate
lambiscono; e in quel sentir di sublime
incanto tra le faggete montane,
e i bàratri profondi... e in queste lunghe
sere, sempre più vicine al meriggio,
io dell'Autunno diggià intendo gli attimi
sì scialbi... E quando sulle città alpine
spreme la piova un nembo, in tanto oscuro
grigiore, forse mi torna Novembre.
Né il tuo Sole d'Estate splende ancora,
né ti mostri alle nebbie compatite
che il primo mosto mesce ai miei sospiri,
ai miei primi capelli dalle nevi
baciati.

Frithjof Smith Hald, Un Molo, Tardo-Romanticismo norvegese, Seconda Metà del XIX Secolo

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato III del Mese di Agosto AD MMXIX.

sabato 20 luglio 2019

Gli Attimi del Sovrumano

E nella sera, con l'occhio-adamante
del Sole, io questa Estate ardito ammiro;
e nel mio sguardo, com'è quel di un'aquila,
e i di lei vasti orizzonti, e i vecchi monti,
e queste valli lontane e i di lor
profumi d'erbe e fiori, e il millenario
Spirito, e l'altre rocce in me racchiudo,
donde m'appago. Né m'è quiete o dolce
riposo in tanto istante; ma in me intendo
un'irrequieta possa crëatrice
sì ché ora ascolto le montagne intorno
che mi chiaman fratello, o forse, padre.
Vien caro allora desïare un bacio
dal labbro eterno d'Iddio, il Sovrumano.

Simeon Marcus Larson, Un Paesaggio scandinavo prima del Temporale, Tardo-Romanticismo scandinavo, Seconda Metà del Secolo XIX.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XX del Mese di Luglio AD MMXIX.

giovedì 20 giugno 2019

Infanzia

Com’era dolce il canto delle raganelle quand’ero
piccolo! Lungo le calde risaie,
per le strade sassose che passan tra i campi, nell’onde
astrifiammanti al prepotente Sole!
E ora quel canto non esiste più,
né lo sento nel cuor della campagna.
Ma solo un caldo opprimente di fuoco,
dalle nascenti spighe l’assillo di un corvo che pigola
urli di immensa e cruda solitudine.
Com’era dolce la mia infanzia!

Johan Christoffer Boklund, Una Vacanza in Barca, Tardo-Romanticismo danese, Seconda Metà del Secolo XIX



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XX del Mese di Giugno AD MMXIX.

martedì 18 giugno 2019

Attimi d'Estate

Fa caldo. Non riposo. Non ti penso,
oh sussegguirsi di irridenti Sogni!
Né m’è dolce l’olezzo delle pèrische,
oltre i recinti, bruciate dall’aëre;
né questo arcigno profumar di rose,
e questi canti di vagabonde ale,
o quei scialbi viator dei mar lontani,
gli albatri, i quai, si sollevano altrove,
oltre le bianche vele. Né mi è caro
questo tempo che scorre lento prima
di sera.
E m’è noia questo Sole che arde il gleso
del grano, uggia di Fato, è la mia Estate.

Hermann David Salomon Corrodi, Oasi, Orientalismo germanico, Seconda Metà del Secolo XIX



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XVIII del Mese di Giugno AD MMXIX.

martedì 28 maggio 2019

XXX Maggio MCDXXXI

Oh Visionaria! oh misera fanciulla!
vanamente brandisci nelle mani 
imbelli e care questo eterno e truce
volto del Cielo... oh tu! esanime e atroce
diadema di capelli - sciolti a poco
in trecce etesie.... Non ti splende più luce,
non ti palpita più l'amata Croce,
ma ti consuma dolcemente il fuoco.

L'ultima volta in cui ti sei veduta
a uno speglio è menzogna.... - Ora sei un'Anima
nel vento - trascinata da impetuosi
occhi d'un Temporal di vèrgin Morte.

Ho lagrimato tanto sulla tua
sì spenta gioventù.

Carl Gustav Carus, Un'Urna funeraria, Romanticismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XXVIII del Mese di Maggio AD MMXIX.

lunedì 27 maggio 2019

I Silenzi di Maggio

Scoppia d'un tratto impetuoso l'inquieto
tuono. Io lo sento; e nel meriggio scialbo
lambisce ancora questa piova rada
il mio desiderato ardore per
le rigogliose foglie del prunalbo,
per la campagna mal tenuta a bada
dal Sole, per le viole aulenti, e per
un'Estate tardiva.

Ho ancora in cuor silenzi di papaveri,
un prepotente silenzio d'Inverno,
e nella Notte attendo la risposta
di questa Luna estiva.

Simeon Marcu Larson, Un Naufragio al Chiaro di Luna, Tardo-Romanticismo scandinavo, Seconda Metà del XIX Secolo


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XXVII del Mese di Maggio AD MMXIX.

sabato 18 agosto 2018

Un Cuore. Mare di Desideri

Oh cuore vagabondo, taci! oh cuòr
che ti rivèrberi a' le vie più cupe
de' i tuoi desìi,
taci! oh mio cuore pallente che urli e soffri
esterrefatto e attònito e che in Notte
profonda sogni,
taci! oh pìccolo mio cuòr insignìto
delle mie colpe e di mie brame occulte,
e lamentose foschìe di perduti,
interminati voleri e di aspre ombre,
taci! e accogli il silenzio
della tua pena, del rimorso tuo,
de' i tuoi delitti eterei e di tua angoscia...
taci! mìsero, frantumato cuore,
non altro che ombra di te stesso... tu,
che non sai esprìmere 
quello che senti e che la fresca sera
t'infonde... tu, cuoricino vigliacco,
e codardo e tremante e vile, taci!....
Taci, e non fàr il pellegrino ancora
per i vàlichi immensi del tuo Sogno...
non prèmere le terre che t'insìdiano
con danze menzognere,
con i tripudi di ùgole assetate
del fuoco del tuo sangue immondo e crudo...
non infràngere il Fato, il tuo divieto
d'Amore!.... Taci!....
Taci... e non seppellire l'alba che alza
il suo Sole a bruciare il dolce regno
de' i Sogni; e a' questi caldi strali e accesi,
i tuoi deliri festanti e piangenti...
i tuoi dolori...
taci! e non sognàr mai più!


Edward Frederick Brewtnall, Visit to the Witch, Tardo-Romanticismo inglese, 1882


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XV del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

giovedì 29 marzo 2018

La Brevità della Vita

La Primavera è l'ìncubo de' i bardi,
lo sai, arpa mia?.... Che canti? e cosa suoni?
Irredente menzogne, forse, e biechi
latrati... urla terrìbili e meschine.
La Vita è breve!
Le sue tante Tempeste mùggon tuoni,
l'iri si spegne de' i nùgoli ciechi,
e la rosa d'Amòr è ordita in spine;
e non è lieve
la terra che ogni mattina sprofonda
su' Sogni e spemi, Desideri e brame,
e che il Sole conduce a brillàr, fuoco
che un àttimo perdura,
e dopo muore, fiamma vagabonda,
che ovunque in cuòr ne sente attese e fame
per quel che vive, tristemente poco,
la sua Natura.
Òrridi spettri! che mescete il vino
della mestizia fùnebre, e sue ghirlande,
orme di Villi, oh vèrgini insepolte
d'in su' il fàr del bel tàlamo fremente,
breve è il sospìr
che a noi concede - e a voi - eterno Destino,
il qual sua negra spira empio ne espande
dal giorno della culla all'empie volte
del tàcito sepolcro appariscente
ove dormìr
gli ùltimi Sogni!.... Addio!.... E vièn la Pasqua!



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XXIX del Mese di Marzo dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

mercoledì 21 febbraio 2018

Elegia di Preludio alla nuova Primavera

Che giorno è di Primavera! Il meriggio
mi vièn baciato di splendente Sole,
e sulle ripe un primo pìccol fiore
nàscer contemplo.
L'onde cèrule e belle delle nùvole
di grazia còprono i campi e le paglie
've l'aratòr princìpia a solcàr fanghi,
e terre e pozze;
e l'occhio mio si posa sopra i ceppi
che il legnaiuòl ha lasciati alla terra
del sventurato bosco, e pioggerella
della rugiada,
e guarda e ammira l'orizzonte in chiare
vesti avvolto, ove i primi stormi vòlano
delle ròndini, e i pètali che nàscono
tra veglia e sonno.
Così passeggio per la mia campagna
che presso il borgo un po' odo che cinguetta
a festa, onde m'assale gioia, e diletti
sensi, e piacèr,
che il Sentimento avìto atteso evòca
al brillàr svelto dell'Arbogna in piena,
su quelle ripe ove la gonna piega
forse un'Ondina,
o a febbràio che tèrmina leggero
in questo sì apparente vinto inverno
che per ora dimèntica i suoi gerghi
di nebbie e ghiaccio,
o alle lontane montagne innevate
da' cui vàlichi giunge una prodezza
di guerra tra i ghiacciài e il Sole il cui vezzo
m'è di Sublime.
E sulle effigi delle vecchie pievi,
che a' crocìcchi sen stanno a membràr Fede,
la Primavera avverto agli occhi e a' piedi
della Madonna.
Ma v'è in agguato il gelo di Siberia,
un sì lontàn deserto insanguinato...
le gioie e i dolori d'una Patria esausta
che stenta e muòr!



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XXI del Mese di Febbraio dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

sabato 4 marzo 2017

Grande Elegia al Vento di un Giorno di Marzo

Come mi è o furia o sprezzo questo vento
che dal mattin che va a risoffiar sento,
mentre gelida grida una Tempesta,
che urla funesta!...
e come mesto mi sembra il suo sguardo,
d’eterne guerre invincìbil baluardo,
con il suo labbro che durante il giorno
dà fiato a un truce corno,
e ordina forse il preparato assalto,
mentr’io lo intendo chiuso nel mio spalto!...
e come piega, soffiando là, fuori,
i primi fiori!
Mi sembra sia una possa che crüènta
sempre mi scruta, e dopo mi spaventa
qui, lievemente alzandomi da terra,
e che poi ovunque afferra
le polveri a me d’intorno, e in suoi vortici
le prende e le trascina, e come forbici
la Primavera che viene e sorride
bruto recide.
Mi sembra che ei percuota anche il mio cuore,
con le sue attese, tra i Sogni e il torpore…
che lo prenda e lo stringa e che lo scagli
qua e là, gridando ragli
per la campagna ora da lui vessata,
e per i campi arati. E mai placata
è la sua Furia, il suo fischio irridente
e irriverente
che di se stesso inghiotte l’eco, e il muto
chiasso, e il tacito aspetto; e che perduto,
come l’Anima mia, di marzo spegne
e Sole e nubi indegne.
Fors’ei non è che l’ultimo discorso
guerresco dell’inverno, tra il rimorso
di rinunciare al gelo delle nevi
o aver più lievi
zefiri, e il canto di una vana impresa:
che il verno vinca! e spenta e vilipesa
resti la Primavera, e s’allontani
co’ il suo cuor, le sue mani;
e vada oltre. Chè codesto Pöèta
non la deve conoscere! E si allieta
questo vento a ripeterlo alle curie
delle sue Furie,
mentre d’intorno io scorgo le campagne
‘ve vanamente l’äirone in lagne
riscagliato qua e là prova a volare,
e forse per scappare,
e dove i rami impiccano i germogli
penzolanti al soffiar dell’aër, spogli
appena, appena, e la terra apre pozze
di piogge sozze,
e le ripe riposano, chiudendo
in sé le foglie dei fiori, spendendo
le loro prime posse contro il Fato
che con loro è infuriato,
dove presto vedrò forse il fraseggio
rosso dei rossi papaveri, e il seggio
degli uccelli del bosco sulle querce
ancora guerce;
e dove, adesso, il Sole che risplende
fa risaltar di smeraldo le bende
delle ferite foglie, in mezzo a’ soffi
di quest’eteri goffi.
Oh come mi cattura questo verde
contrasto di ombre e fuochi, e che si sperde
negli orizzonti donde si ritira
il verno, e spira!
E così presto la Tempesta muore,
e il vento scema, e sboccia un altro fiore,
in un nuovo ritorno eterno, e santo
nel mezzo del mio canto.
Sì, un eterno ritorno! Dove l’aria
di questo vento è la stessa che varia
più volte io respirai, e d’altri polmoni,
e che ora è in tuoni,
dove rinasce il fiore che io raccolsi
lo scorso anno e cui un pensier ne rivolsi,
e tutto scorre, e riappare, ma è nuovo
come il germe di un uovo.
Rimane solo quella campanella -
sulla strada - che or giace e ferma, e bella,
e sospesa nel vacuo aër di un vento
che più non c’è.
Or sta suonando gli anni di mia Vita,
in una nenia silente e infinita,
e sempre è immobile, e pendente in suo
andare e ritornar.
Sta piangendo perché non ho più vento!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

George Inness, Un Paesaggio in Scozia, Romanticismo scozzese, Seconda Metà del Secolo XIX, Epoca Vittoriana



In Dì di Sabato IV del Mese di Marzo dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Fede e di Grazia AD MMXVII.

mercoledì 15 febbraio 2017

Ai primi Fiorellin di Primavera

Que’ primi fior azzurri che si schiudono
in questi dì di febbràiö pe’ i dossi
della campagna, e illudono
l’onde dei fossi,

è da piccìn che li sento chiamar
occhi-della-Madonna, tanto sono
delicati e pii, un mar
che apprende il suono

della ventura Primavera bella.
Quante volte io cercai prenderli in mano!
Ma cadde il fulcro della
lor Vita. Invano!

Occhi di bianco-azzurro ciel di gemma!
Li scorgo sempre su’ questi sentieri,
rinascono con flemma,
e son leggeri,

ognòr ne’ i stessi capei di prima erba,
tra i gambi de’i ranuncoli che si alzano,
e più che impazzita cerva
nel vento danzano.

Sembran dassenno occhi di Infinito,
mi somigliano a molti sguardi eterni,
oltre il nembo ingrigito
di questi inverni;

ed essi allora mi guardano attenti,
occhi al mio occhio, ombre ridenti di spene,
nei miei alti sentimenti,
per le mie vene.

Non-ti-scordar-di-me li chiama il volgo,
parola d’aura amorosa e sottile,
e io in questi fiori accolgo
il far di aprile.

Non-ti-scordar-di-me li chiama Amore,
tra i mazzolìn che svolazzano al vento
or gettati da un cuore,
or da tormento.

Ma io ritorno a’ i miei dì passati e quieti,
della mia infanzia, quando era il mulino
a muover flutti lieti
su’ un fiorellino,

quando al crocicchio di vecchia cascina
saltavo su e giù pe’ il pìccol muretto
di un’erma chiesettina
pe’ il mio diletto,

quando ignoravo patimento e duolo,
il bene e il male di codesta terra,
scorgendo gli augèi in volo,
e non fu guerra.

E tu, mia Primavera, che in ricordi
mi conquidi il cuore… che hai? Che v’è?
Se tu mi assordi,
non ti scordar di me!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

Louis Aston Knight, A Summer Afternoon, Tardo-Romanticismo statunitense, Seconda Metà del XIX Secolo



In Dì di Martedì XIV del Mese di Febbraio dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo e di Grazia AD MMXVII.