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mercoledì 22 febbraio 2023

Quaresima

Tu questa mia tristezza non riscontri:

la nebbiolina, il meriggio.. dovunque

triste lo sguardo, l’occhio.. i nostri incontri,

passo e non mi chiami, sono chiunque..

 

e sono il verno, il cenere che scende.

Piangono terra nera le mie guance.

E sono un’ombra.. un’ombra che ti attende.

Beviti il pianto da queste mie guance!...

 

È tempo oggi di gridare e sofferire.

Urlo e soffranza: dualismo per pochi!

Solo chi non s’accontenta dei giuochi

della Vita può sognare e dormire.

 

E tu, piccola forma d’una Croce,

o di un comune punto di domanda.

Io ti interrogo, ti chiedo. Comanda!...

Fai silenzio.. il silenzio della Croce.

Dipinto di Il'ja Efimovič Repin (1844-1930), Le Tentazioni di Cristo (Kristi Frestelse), Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Post-Impressionismo russo, Data di Composizione incerta, Fine del Secolo XIX. Olio su Tavola, Dimensioni 47,0x60,0 cm. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XXII Febbraio AD MMXXIII.

lunedì 2 gennaio 2023

Sonetto in Dolce Stil Novo - Tristo è il Tempo de’ la tua Lontananza

Tristo è il tempo de’ la tua lontananza,

madonna mia, ché il cor m’ardesti tanto,

sì che a ricordar ti a me resta ‘l canto

d’esto cor che palpita in contraddanza.

 

Ma nullo è attendere et nulla è speranza

ché più non riede ‘l candido tuo manto;

o Angiolo-femina, a me desti ‘l pianto:

di lui ebbre son la Luna et la mea stanza.

 

Pur sanza te lo Ciel più non ritrovo,

come te che, adunque, volasti via,

né gioia de’ la terra, né più Amore.

 

Mi resta sol un duol di spin di rovo

che, sanza ‘l tuo viso et la tua malia,

di tutto, ‘l ver mi dice: ed è dolore.

Dipinto di Gunnar Fredrik Berndtson (1854-1895), Giocatori di Scacchi (Shakinpelaajat), Tardo-Romanticismo, Accademismo, Pre-Simbolismo finlandese, 1878. Olio su Tavola, Dimensioni 60,0x73,0 cm. Collezione presso la Gösta Serlachius Fine Arts Foundation, Mänttä (Finlandia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì II Gennaio AD MMXXIII.

giovedì 27 gennaio 2022

Memoria e Ipocrisia

È quasi da settemila anni e passa

che si promette di essere più buoni..

una promessa, un giuramento sacro

con le solite frasi e con i soliti

verbi banali, col solito pianto

di un coccodrillo fanciullo che fa

i capricci per una gomma dura

da masticare, con le solite alte..

altissime.. altisonanti parole,

con i proclami con le mani ai fianchi

esattamente come un dei colpevoli,

con quel “Povero” e quel “Oh poverino!”

e poi quel “Poveraccio”, con quel senso

di finta commiserazione d’altri,

la mano al cuore.. la mano tremante

come un attore shakespeariano a teatro,

come un tenore che finge la Morte

per una qualche soffranza assoluta..

ah! quale pugnalata al petto.. ah! quale

fine… Scegli, Ernani: il tosco o il pugnale?

e il pubblico d’intorno applaude e piange…

“Mai più”, “Non sarà mai”, “Non tornerà”,

“Non si ripeterà”, “Siamo più buoni”…

Cantate, orsù, cantate dai veroni!

Stringetevi al cospetto di un vessillo

con l’iri ricamata.. eh sì, cantate!...

Cantate al suono molteplice e fosco

delle campane da morto! Ballate

oscene danze al ritmo della Morte!...

Poi, il ventisette gennaio è tutto un giambo

di sofferenza. “Poveri Ebrei” e mentre

lo dite, ecco.. quel di Giussano parla

e gli date ragione e ripetete

“Chiudiamo i porti ai negri e ai Musulmani”..

poi, andate allo stadio e quel che segue 

la palla tira.. sbaglia... Palo! "Sei

uno Zingaro! Zingaro va' a casa!

Zingaro devi morire" e gridate; 

poi ancora, ecco qua il divieto di transito

per l'urina dei cani e i Testimoni 

di Geova e per i Marocchini e gli Arabi..

e poi vedete per strada un dei soliti -

si fa per dire - effemminati e avete

in cuor di fargli molto male e dopo

ancora avete schifo del barbone

che vi guarda per meno di un centesimo,

e avete un po’ schifo anche della Caritas

(“La solita Chiesa! Sempre immischiata”

schernite), e.. “Poveri Ebrei!”, augurate

perfin la Morte al vicino di casa

che, a seconda di come siate, non è

vaccinato oppur lo è, e poi quando udite

il comizio sovente silenzioso

di qualche anticonformista, ma bravo

e molto saggio, ecco.. “È sempre il solito

comunista!”… Ma no! No! e no! Diciamolo

una buona volta! che siamo sciami

di burattini collodesi e stolti,

sciami simpatetici, empatico-atarassici,

stacanovisti di bugie infinite,

Schutzstaffeln umanitarie, convinte..

incallite (= teutoniche empatie

per il diverso secondo noi stessi),

missioni di pace con la mitraglia

che ci gassiamo a vicenda coi peti,

cani di razza - possibilmente, è ovvio,

cani di razza bianca - Ari e sciamani

del Sud profondo che assaltano il cosmo..

api che si pungono l’un con l’altra;

e diciamolo.. un’altra buona volta

che una menzogna terribile e immane

è dir al mondo intero quel “Mai più!”.

Illustrazione per un Edizione in Lingua inglese delle Avventure di Pinocchio di Carlo Collodi (1826-1890). Illustrazione del 1911 di Autore sconosciuto. Mostra meno
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XXVII Gennaio AD MMXXII.

domenica 10 ottobre 2021

Nulla

Eteree pupille scialbe

in un Oceano

ove solcano le onde

cimbe

senza ricordi -

immemori e represse -

 

dalle schiarite immaginazioni

la solita fantasia

 

Ho imparato ad amare

vedendolo

questo mio insuperabile

Abisso

 

Mi chiama

 

m’e(t)erno impallidendo

 

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica X Ottobre AD MMXXI.

 

Versione in Endecasillabi

 

Nulla! Eteree pupille scialbe in un

Oceano ove solcano le onde cimbe

senza ricordi - immemori e represse:

 

dalle schiarite immaginazïoni

la solita fantasia. Ho imparato

ad amare vedendolo questo mio

insuperabile Abisso… Mi chiama.

 

M’e(t)terno impallidendo!

Dipinto di Pedro Américo de Figueiredo e Melo (1843-1905), La Visione di Amleto, Tardo-Romanticismo, Pre-Simbolismo, Accademismo brasiliano, 1893. Olio su Tela, 170x95 cm. 
Pinacoteca dello Stato di San Paolo, San Paolo (Brasile).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica X Ottobre AD MMXXI.

domenica 27 giugno 2021

Impressioni - Suoni dell'Estate

Suoni caldi il Sole tramonta -

silenzio immortalato

dalla Luna bianca che canta

con la bocca bendata

di luce

 

Suoni freddi il buio che respira

la Notte che mi veste

l'inquietudine amara

degli incubi tristi - che piangono

ridendo

 

I sigari in bocca non cantano

odorano di sale -

le conchiglie fumano canti

di sconfinate perle

 

Suoni assenti suoni tacenti

muti profondamente

attoniti e nudi - che gridano

soliloqui di assenzio

bollito

 

E il mare.. e il mare.. ei naufraga ora

dentro gli abissi ignoti

della terra madre - del cuore -

e rimane come uno scheletro

di tomba

 

senza più compagni di viaggio

senza le sue canzoni

portandomi a sé e mi deforma -

scogli pungenti e irti -

follia

Quadro di Edvard Munch (1863-1944), L'Urlo, Espressionismo norvegese, 1893-1910.
Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XXVI Giugno AD MMXXI.


giovedì 25 marzo 2021

I Frammenti di Giuda. Prosa sacra di Finzione filosofica

I. Mi sono svegliato di soprassalto. Ho sgranato gli occhi, ho afferrato il vento e l’ho buttato a terra.. minaccioso, come un leone. L’ho minacciato di pugni e calci.

“Cosa vuoi? Che sogni mi hai portato?” ho iniziato a urlare. Poi mi sono fermato… Ho guardato intorno.

Gli altri dormivano, per fortuna!... Eppure sembrava tutto vero. Poco fa.. essi.. erano in piedi, con le loro reti.. i loro remi, con la barca.

Tornavo dal deserto… Correvo. Chi mi inseguiva?...

“Vi prego, fatemi venire con voi!” gridando imploravo agitato tanto quanto lo sono adesso. Mi ricordo: avevo fame.. molta fame.

“No, via.. vattene, maledetto!” mi gridavano. Salirono sulla barca, iniziarono a remare e mi lasciarono solo e affamato presso la riva.

“Assassini!” gridavo “Assassini!”. Volli inseguirli. Tentai entrare nel mare.. correndo.. selvaggio. “Assassini!” gridavo ancora. Poi il mare si fece profondo e per non annegare tornai indietro.

Stanco.. affamato.. addolorato caddi ginocchioni sulla sabbia. Mi copersi gli occhi con le mani e piansi tanto.

Fu allora che mi uscì una voce dal cuore: “Non sarai il loro remo, sarai il vento che li trascina”.

 

II. Una volta ho pensato che se il Messia fosse venuto da me, mi avrebbe domandato di fare qualcosa per Lui.

Forse è la fame, forse è il deserto.. forse è questa vita vagabonda che non mi dà mai una meta, ma oggi ho provato a rispondergli.

Oggi il Messia mi è arrivato davanti in un sogno, mi ha fatto la domanda e poi mi ha baciato.

Ho risolto. Lo so. Se il Messia venisse da me, lo farei uccidere. Sì.. perché a cosa servono i baci, gli oli profumati, le palme.. i salmi? Credo io forse che non saprei adorarlo come gli altri? Oh no, saprei fare anche questo. Non mi stanco di stare in ginocchio tutto il giorno. Ma il Messia deve morire. Voglio che tutti vedano il suo Amore.. voglio che tutti osservino fino a che punto arriva quest’Amore.. voglio che tutti lo vedano sofferente e dire “Mi ami, ti amo!”. L’Amore è una cosa folle, lo sai, caro cuore?

Un uomo soffre, si lamenta, espia colpe non sue e spira, mille altri vivono. Una vittima perde sangue, milioni di vittime si rialzano e si amano. Si baciano le ferite le une con le altre.

Ma io stesso, per primo, avrò il coraggio di amarlo così tanto?...

 

III. A me non importa quello che fanno gli altri. Oggi giravo per le vie di Gerusalemme. Sentivo ovunque i passi di guerra delle caligae straniere. Come amare costoro?...

Vieni.. abbracciami, uomo di ferro.. fammi sentire sul cuore la menzogna degli Dei che hai ricamati sul petto!.. perché tu sei un vile, lo sai? e devi coprirti questo petto con una corazza!... Amiamoci! Non lo sapevi? tu mi hai distrutto la Patria! Mi hai beffeggiato Dio!... Sogni di far volare delle aquile sopra il mio Tempio! Ma amiamoci! Forse sei tu che hai divelto Amore con la forza dalle braccia della donna che amavo qualche tempo fa. Ebbene, vieni con me.. vieni! Andiamo a bere vino e miele alzando le lodi a Cesare e, se non sei contento, toglimi la tunica, schiaffeggiami.. ammazzami.. perché, Romano, devi sapere che ti amo.. che ci amiamo. E molto.

Ma davvero ha avuto il coraggio di dire di porgere a costoro l’altra guancia e di amarli?

 

IV. Ho provato a seguirlo.. davvero! In questi ultimi anni non sono stato male dentro il mio piccolo cuore d’uomo. Non ero più un bandito, ma un onest’uomo. Potevo farmi vedere in faccia. Ma non reggo più. Lui sì, dice cose sensate, ma gli altri non lo capiscono.. lo fraintendono.. lo fanno diventare uno spaventapasseri.. un mago. Perché non se ne libera?...

Ultimamente è inquieto. Mi prende da parte, mi guarda con il suo volto stillante dolcezza di miele. Mi bacia in fronte. Sa che lo amo. Ma poi continua a dirmi “Fa’ quello che devi fare”. Cosa devo fare?... Mi ha forse letto nel cuore? Forse ha intravisto l’Amore che gli tengo nascosto?...

Così oggi l’ho lasciato solo, in preghiera.. perché prega tanto. Sono andato in giro per Gerusalemme.

Perché mi commuovo sempre quando vedo un neonato?... Gli sono andato vicino, lui appoggiato il visetto sulla spalla della madre mi guardava e mi sorrideva. L’ho accarezzato alle mani.. e l’ho salutato.. dolcemente, come se fosse figlio mio. Poi ho pianto.

Ho fatto tanta strada mentre piangevo.

Caifa.. Anna.. sono tutti disgustosi, della peggior stirpe d’uomini, tanto che a veder loro abbraccerei davvero un Romano. Mi hanno guardato, da cima a piedi, come se fossi un verme.

Sapevo che nella loro mente si dicevano “Ecco uno dei suoi!” e mi sorridevano, intanto, con uno sguardo da bestie feroci.

Tutto è cambiato quando ho detto cosa volevo fare. Ci sono uomini che hanno un prezzo e che valgono.. e che per averli tra le mani si è disposti a rinunciare a un po’ di oro. E quell’oro.. sì.. lo voglio dare al bambino che ho visto.. oppure ai miei compagni, sempre in agguato contro i Romani. Ah sì, allora lì è tutto è davvero cambiato, che non finivano più di complimentarsi!

Oggi ho compiuto il mio dovere.. ho consumato il mio Amore per lui: morirà e tutti sapranno che è Dio.

 

V. Vergogna, Giuda! Vergogna!... Ti sei lasciato bagnare i piedi dall’Amore che hai tradito.. ti sei fatto lacerare dai rimorsi.. hai dubitato. E poi? Hai osato prendere quel pane, bere quel vino. Non sei un essere disgustoso e spregevole?...

Ora dovrei amare me stesso.. dovrei abbracciarmi. Sono diventato il mio nemico. Non capisco più nulla. Ho amato o no?... Che cosa ho fatto?...

Ho deciso. Sono pazzo, ormai. Due devono morire, due devono essere sacrificati: chi ama e chi è amato.. chi ama e chi non riesce ad amare.. chi ama e chi dubita.. chi crede e chi nega. Ma riuscirò a trovare l’assassino giusto per me?...

Infatti, mi è chiaro come il sole che un sacrificio solo non basta. Qualche spirito nobile o qualche demòne ha preso dimora in me e costui dev’essere sacrificato, dev’essere ucciso insieme a Lui.. insieme a me.

Che cosa ho fatto?... Ho amato? O voglio solo liberarmi degli stranieri? Tornerò a essere un sicario?... Perché ora amo più i Romani che me stesso?...

Ma non posso fuggire. Adesso è impossibile. Ho già mangiato da quel pane, ho già bevuto da quel calice.. e ora si compia il mio fato.

 

VI. “Lo amo.. fermi.. lo amo!... Ti amo”… ecco cosa volevo dire con quel bacio. Ho avuto il coraggio di ricambiare i baci del Signore.. perché egli ormai è il Signore, mi è chiaro.. è palese a tutti.. tranne che a loro. Ma non so come sia andata a finire. Non ho voluto assistere, ero preso dal dubbio, dal rimorso, dalla vergogna.

Ho visto la mia Anima fuggire nuda dal mio corpo e nascondersi perché le ho detto che è nuda. Ho sentito dire che l’hanno vista in molti.

 

VII. Mi dicevo “Giuda, sta’ calmo! Può essere che tu abbia frainteso il tuo dovere, che tu abbia travisato l’Amore che hai per Lui.. può essere che tu sia stato abbagliato da una stella malefica!”. Così pensando ero ormai convinto che gli avrebbero dato delle frustate.. e basta.

Morte.. e morte per crocifissione!... Gesù, io non volevo questo!

Vorrei tornare da quei bruti e pagare la sua liberazione con il danaro che mi hanno dato. Ma so che mi hanno pagato meno del suo valore. So per certo che ormai mi hanno dato poco per non permettermi di non farlo crocifiggere.

Ora non mi resta che gettare sdegnato l’oro maledetto ai piedi di Caifa… Non mi rimane altro da fare che sacrificarmi anch’io.

Spanderanno Amore presso la sua Croce, bestemmieranno maledizioni al mio ramo.

Quadro di Nikolaj Nikolaevič Ge (1831-1894), Coscienza: Giuda, Tardo-Romanticismo, Simbolismo russo, 1891.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XXV Marzo AD MMXXI.

sabato 28 marzo 2020

Requiem di Primavera


Per una volta ho sognato di essere
il vento… il primo della Primavera
scialba. Ma mi son stancato del volo
dei Sogni erranti:

i fiori - lo so - sprecano la lor germinanza sui prati;
la realtà vede un oceano di tombe. Son rimaste
senza petali e croci.

Gustave Coubert, Funerale a Ornans, Romanticismo e Realismo in Francia, 1849-1850

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXVIII Marzo AD MMXX.

sabato 7 marzo 2020

Cala la Notte, e l'Inverno ritorna

Cala la Notte, e l'inverno ritorna
davanti a me. Ben più oltre si propaga,
nel mio orizzonte, un'atra nebbiolina,
la quale figlia è di quella più immensa

che mesi fa m'accecava. Ma storna
anch'essa, forse più di lei, dilaga
sopra le vie, onde mi parla empia e in ira
con bisbigli crudeli. Poi s'addensa

come un muro; e al funesto suo malato
cospetto, tutto vedo che dispare...
tutto!... le selve, i campi... le mie viole.

Ma quando all'alba verrà il giorno amato,
saluterò la Primavera; e chiare
le mie ombre vedrò splendere sul Sole.

Knud Baade, Un Naufragio, Tardo-Romanticismo norvegese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato VII Marzo AD MMXX.

domenica 21 luglio 2019

Elegia di Mezza Estate

Arde ovunque la campagna che mesce le vigne alle prime
mature foglie d'oro; né più lungi v'è fresco in cima

ai sì lontani valichi di montagna, ov'è il Sol di Luglio
che il Regno suo esercita. Ma io a questi acerbi e dormienti

mosti, pensando più vegliarde stagioni lontane,
il labbro non attingo, ché di tanta gioia il cuor m'ha dubbio.

Allora l'odor del mare che bolle su qualche
scoglio, e il festoso palpito delle patronali tue Notti,

o Estate, e in più quegli altri mormorii di celie e d'ischerzi,
vengono presto a farmi ricordo che un giorno, domani,

svanirà il tuo sorriso... donde mentre il Tempo trascorre,
avrò io un altro Autunno, la Furia d'un pallido Inverno.

Ultimamente ho cantato più neve che Sol di te, oh Estate!

Simeon Marcus Larson, Un Naufragio di Melanconia, Tardo-Romanticismo norvegese, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXI del Mese di Luglio AD MMXIX.

domenica 7 luglio 2019

A un Tramonto di Luglio

E tu non spremi le tue lagrime aspre,
oh Temporale! Ma solo il solletico
della grandine è dolce al mio sonno,
quando nell’orizzonte splende tacita
la sera. M’è trascorso un altro giorno
con il cuore tormentato dal Sole.
Ma io voglio amare questo luglio, e intorno,
le rose, le campanule e le viole.

Charles Henri Joseph Leickert, Un Mulino a Vento, Tardo-Romanticismo belga, Seconda Metà del Secolo XIX



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica VII del Mese di Luglio AD MMXIX.

venerdì 5 luglio 2019

Non ho, oh Notte, nuove Parole da dirti!

Non ho, oh Notte, nuove Parole da dirti!

Se lentamente sovvieni al meriggio….
Se m’è tristezza il tuo bacio al Tramonto….
Se dei Romantici è ora… ora del Sogno….
Se interpreto i tuoi abbracci visionari….
E il Sole mi si specchia alla finestra
solitaria. Ora l’Estate di Luglio
sibila nella tua sera profonda,
e celermente così si propaga
con l’urlo dei miei lamenti. Non ho,
oh Notte, nuove parole da dirti!

Se l’incanto del sonno mi è molesto….
Se il vento mugge su di me i tuoi brividi….
Se temo la Tempesta che ritarda….
Se naufrago nell’onde d’un Oceäno….
Se tremo ai primi tuoi tuoni…. Non ho,
oh Notte, nuove parole da dirti!

Joseph Farquharson, Scene di Scozia, Tardo-Romanticismo scozzese, Seconda Metà del XIX Secolo



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì V del Mese di Luglio AD MMXIX.

venerdì 21 giugno 2019

Buio

Minacciano le nubi il Temporale.
E intorno, per la campagna, risuona
un urlo prepotente, ira del corvo.

Anche il meriggio mi si è fatto triste,
m’è morto il Sole della nuova Estate.

Francis Danby, Un Naufragio, Tardo-Romanticismo irlandese, Seconda Metà del Secolo XIX



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì XXI del Mese di Giugno AD MMXIX.