I. Mi sono svegliato di soprassalto. Ho sgranato gli occhi, ho afferrato il vento e l’ho buttato a terra.. minaccioso, come un leone. L’ho minacciato di pugni e calci.
“Cosa
vuoi? Che sogni mi hai portato?” ho iniziato a urlare. Poi mi sono fermato… Ho
guardato intorno.
Gli
altri dormivano, per fortuna!... Eppure sembrava tutto vero. Poco fa.. essi..
erano in piedi, con le loro reti.. i loro remi, con la barca.
Tornavo
dal deserto… Correvo. Chi mi inseguiva?...
“Vi
prego, fatemi venire con voi!” gridando imploravo agitato tanto quanto lo sono
adesso. Mi ricordo: avevo fame.. molta fame.
“No,
via.. vattene, maledetto!” mi gridavano. Salirono sulla barca, iniziarono a
remare e mi lasciarono solo e affamato presso la riva.
“Assassini!”
gridavo “Assassini!”. Volli inseguirli. Tentai entrare nel mare.. correndo..
selvaggio. “Assassini!” gridavo ancora. Poi il mare si fece profondo e per non
annegare tornai indietro.
Stanco..
affamato.. addolorato caddi ginocchioni sulla sabbia. Mi copersi gli occhi con
le mani e piansi tanto.
Fu
allora che mi uscì una voce dal cuore: “Non sarai il loro remo, sarai il vento
che li trascina”.
II.
Una volta ho pensato che se il Messia fosse venuto da me, mi avrebbe domandato di
fare qualcosa per Lui.
Forse
è la fame, forse è il deserto.. forse è questa vita vagabonda che non mi dà mai
una meta, ma oggi ho provato a rispondergli.
Oggi
il Messia mi è arrivato davanti in un sogno, mi ha fatto la domanda e poi mi ha
baciato.
Ho
risolto. Lo so. Se il Messia venisse da me, lo farei uccidere. Sì.. perché a
cosa servono i baci, gli oli profumati, le palme.. i salmi? Credo io forse che
non saprei adorarlo come gli altri? Oh no, saprei fare anche questo. Non mi
stanco di stare in ginocchio tutto il giorno. Ma il Messia deve morire. Voglio
che tutti vedano il suo Amore.. voglio che tutti osservino fino a che punto
arriva quest’Amore.. voglio che tutti lo vedano sofferente e dire “Mi ami, ti
amo!”. L’Amore è una cosa folle, lo sai, caro cuore?
Un
uomo soffre, si lamenta, espia colpe non sue e spira, mille altri vivono. Una
vittima perde sangue, milioni di vittime si rialzano e si amano. Si baciano le
ferite le une con le altre.
Ma
io stesso, per primo, avrò il coraggio di amarlo così tanto?...
III.
A me non importa quello che fanno gli altri. Oggi giravo per le vie di
Gerusalemme. Sentivo ovunque i passi di guerra delle caligae straniere. Come amare costoro?...
Vieni..
abbracciami, uomo di ferro.. fammi sentire sul cuore la menzogna degli Dei che
hai ricamati sul petto!.. perché tu sei un vile, lo sai? e devi coprirti questo
petto con una corazza!... Amiamoci! Non lo sapevi? tu mi hai distrutto la
Patria! Mi hai beffeggiato Dio!... Sogni di far volare delle aquile sopra il
mio Tempio! Ma amiamoci! Forse sei tu che hai divelto Amore con la forza dalle
braccia della donna che amavo qualche tempo fa. Ebbene, vieni con me.. vieni!
Andiamo a bere vino e miele alzando le lodi a Cesare e, se non sei contento,
toglimi la tunica, schiaffeggiami.. ammazzami.. perché, Romano, devi sapere che
ti amo.. che ci amiamo. E molto.
Ma
davvero ha avuto il coraggio di dire di porgere a costoro l’altra guancia e di
amarli?
IV.
Ho provato a seguirlo.. davvero! In questi ultimi anni non sono stato male
dentro il mio piccolo cuore d’uomo. Non ero più un bandito, ma un onest’uomo.
Potevo farmi vedere in faccia. Ma non reggo più. Lui sì, dice cose sensate, ma
gli altri non lo capiscono.. lo fraintendono.. lo fanno diventare uno
spaventapasseri.. un mago. Perché non se ne libera?...
Ultimamente
è inquieto. Mi prende da parte, mi guarda con il suo volto stillante dolcezza
di miele. Mi bacia in fronte. Sa che lo amo. Ma poi continua a dirmi “Fa’
quello che devi fare”. Cosa devo fare?... Mi ha forse letto nel cuore? Forse ha
intravisto l’Amore che gli tengo nascosto?...
Così
oggi l’ho lasciato solo, in preghiera.. perché prega tanto. Sono andato in giro
per Gerusalemme.
Perché
mi commuovo sempre quando vedo un neonato?... Gli sono andato vicino, lui
appoggiato il visetto sulla spalla della madre mi guardava e mi sorrideva. L’ho
accarezzato alle mani.. e l’ho salutato.. dolcemente, come se fosse figlio mio.
Poi ho pianto.
Ho
fatto tanta strada mentre piangevo.
Caifa..
Anna.. sono tutti disgustosi, della peggior stirpe d’uomini, tanto che a veder
loro abbraccerei davvero un Romano. Mi hanno guardato, da cima a piedi, come se
fossi un verme.
Sapevo
che nella loro mente si dicevano “Ecco uno dei suoi!” e mi sorridevano,
intanto, con uno sguardo da bestie feroci.
Tutto
è cambiato quando ho detto cosa volevo fare. Ci sono uomini che hanno un prezzo
e che valgono.. e che per averli tra le mani si è disposti a rinunciare a un po’
di oro. E quell’oro.. sì.. lo voglio dare al bambino che ho visto.. oppure ai
miei compagni, sempre in agguato contro i Romani. Ah sì, allora lì è tutto è
davvero cambiato, che non finivano più di complimentarsi!
Oggi
ho compiuto il mio dovere.. ho consumato il mio Amore per lui: morirà e tutti
sapranno che è Dio.
V.
Vergogna, Giuda! Vergogna!... Ti sei lasciato bagnare i piedi dall’Amore che
hai tradito.. ti sei fatto lacerare dai rimorsi.. hai dubitato. E poi? Hai
osato prendere quel pane, bere quel vino. Non sei un essere disgustoso e
spregevole?...
Ora
dovrei amare me stesso.. dovrei abbracciarmi. Sono diventato il mio nemico. Non
capisco più nulla. Ho amato o no?... Che cosa ho fatto?...
Ho
deciso. Sono pazzo, ormai. Due devono morire, due devono essere sacrificati:
chi ama e chi è amato.. chi ama e chi non riesce ad amare.. chi ama e chi
dubita.. chi crede e chi nega. Ma riuscirò a trovare l’assassino giusto per me?...
Infatti,
mi è chiaro come il sole che un sacrificio solo non basta. Qualche spirito
nobile o qualche demòne ha preso dimora in me e costui dev’essere sacrificato,
dev’essere ucciso insieme a Lui.. insieme a me.
Che
cosa ho fatto?... Ho amato? O voglio solo liberarmi degli stranieri? Tornerò a
essere un sicario?... Perché ora amo più i Romani che me stesso?...
Ma
non posso fuggire. Adesso è impossibile. Ho già mangiato da quel pane, ho già
bevuto da quel calice.. e ora si compia il mio fato.
VI.
“Lo amo.. fermi.. lo amo!... Ti amo”… ecco cosa volevo dire con quel bacio. Ho
avuto il coraggio di ricambiare i baci del Signore.. perché egli ormai è il
Signore, mi è chiaro.. è palese a tutti.. tranne che a loro. Ma non so come sia
andata a finire. Non ho voluto assistere, ero preso dal dubbio, dal rimorso,
dalla vergogna.
Ho
visto la mia Anima fuggire nuda dal mio corpo e nascondersi perché le ho detto
che è nuda. Ho sentito dire che l’hanno vista in molti.
VII.
Mi dicevo “Giuda, sta’ calmo! Può essere che tu abbia frainteso il tuo dovere,
che tu abbia travisato l’Amore che hai per Lui.. può essere che tu sia stato
abbagliato da una stella malefica!”. Così pensando ero ormai convinto che gli
avrebbero dato delle frustate.. e basta.
Morte..
e morte per crocifissione!... Gesù, io non volevo questo!
Vorrei
tornare da quei bruti e pagare la sua liberazione con il danaro che mi hanno
dato. Ma so che mi hanno pagato meno del suo valore. So per certo che ormai mi
hanno dato poco per non permettermi di non farlo crocifiggere.
Ora
non mi resta che gettare sdegnato l’oro maledetto ai piedi di Caifa… Non mi
rimane altro da fare che sacrificarmi anch’io.
Spanderanno Amore presso la sua Croce, bestemmieranno maledizioni al mio ramo.
Quadro di Nikolaj Nikolaevič Ge (1831-1894), Coscienza: Giuda, Tardo-Romanticismo, Simbolismo russo, 1891.
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