Tu questa mia tristezza non riscontri:
la nebbiolina, il meriggio.. dovunque
triste lo sguardo, l’occhio.. i nostri
incontri,
passo e non mi chiami, sono chiunque..
e sono il verno, il cenere che scende.
Piangono terra nera le mie guance.
E sono un’ombra.. un’ombra che ti
attende.
Beviti il pianto da queste mie
guance!...
È tempo oggi di gridare e sofferire.
Urlo e soffranza: dualismo per pochi!
Solo chi non s’accontenta dei giuochi
della Vita può sognare e dormire.
E tu, piccola forma d’una Croce,
o di un comune punto di domanda.
Io ti interrogo, ti chiedo. Comanda!...
Fai silenzio.. il silenzio della Croce.
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