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domenica 14 novembre 2021

Strofe asclepiadee - Un Pomeriggio

Tante le forme di questa nebula

alla tua assenza, dunque, somigliano

e il mio pianto è la piova

che cade sulle tegole,

 

è la mestizia che planando pigola

gridii di corvi e ignobili

silenzi, è il buio del mondo cerulo

che su Novembre lagrima,

 

piccola gioia in tanto orbo spasimo,

son come un ramo che vede splendere

l’orizzonte di glauco

nel tramonto che naufraga.       

Dipinto di Louis Douzette (1834–1924), Voci della Sera in Inverno, o Paesaggio invernale al Tramonto del Sole, (Winterliche Abendstimmung, oder Märkische Winterlandschaft bei Sonnenuntergang), Tardo-Romanticismo, Realismo tedesco, 1874. Olio su Tela, 66x115 cm. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XIV Novembre AD MMXXI.

mercoledì 10 novembre 2021

Esametri di una Mattinata di Nebbia

A me piacciono i giorni della nebbia bianca e leggera

e delle foglie che cadono dai rami appassiti e tremanti

 

e d’insolita mestizia con un piccolo algido sguardo

che sembra pronunziare sorrisi di pianto e di gioia,

 

e mi piace sentire le gracchie che gridano rime

da tradurre in Poesia e che osservano il vecchio Novembre,

 

come lo osservo anch’io, per scrutare forme nascoste

nell’infinito orizzonte e per sognare attese d’Amore

 

al fuoco dell’inverno che presto verrà a raccontare

come parli l’impronta della neve ai cuori che gelano;

 

e mi piacciono questi occhi di femmina lieta nel cielo

che dopo la nebbia piovono speranze e menzogne,

 

tramontando in perenne grigiore, naufragando allora

nell’etterno buio.

Dipinto di Alfred Wierusz-Kowalski (1849–1915), Slitta trainata da Cavalli (Kulig), Realismo, Tardo-Realismo, Tardo-Romanticismo polacco, Fine del Secolo XIX. Olio su Tela, 91,5x129,5 cm. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì X Novembre AD MMXXI.

martedì 9 novembre 2021

Esametri della Sera

Il tramonto par bussare sui tronchi e sui rami e sulle ombre,

tra le foglie sembra esserci come una finestra invisibile,

 

piccoli occhi di porpora portano lettere di sogni,

emerge come un nuvolo di piccole nebbie leggere,

 

come sciame d’Autunno, che raffina miele di gleso,

cerulei spiriti vanno risplendendo dentro il mio cuore.

Dipinto di Alfred Wierusz-Kowalski  (1849–1915), Il Lupo solitario (Samotny Wilk), Tardo-Romanticismo, Realismo, Tardo-Realismo, Accademismo, Simbolismo polacco, Fine del Secolo XIX. Olio su Tavola, 38,7x48,9 cm. Collezione Kunsthandlung L.T. Neumann, Vienna.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì IX Novembre AD MMXXI.

giovedì 7 ottobre 2021

Carmen buranum

Il battito delle ore. La via silenziosa. La sera.

Un brivido di freddo. Fuori, la nebbia.

 

Sciolgo un carme a Ebe.. bacchici canti a vaghe

parole senza più eco, come fanno i goliardi.

 

Un Crocifisso. Un bacio di labbia ubriache per una

sola bestemmia d’Amore. Come Giuda.

 

Oh Ebe! Penso a te sotto la volta buia della badia.

 

La tua dolce immagine si rispecchia in tanti miei sogni.

Ti attendo, non mi attendi, non mi rispondi.

 

Mi sento una foglia nel vento che sibila muto.

Annientato, ora sprofondo nel buio.

Acquarello di Maurice Hagemans (1852–1917), Levarsi della Nebbia in mezzo agli Alberi spogli, Realismo, Post-Impressionismo, Tardo-Romanticismo belga, 1917 circa. Acquarello su Foglio. Collezione non riscontrata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì VII Ottobre AD MMXXI.

domenica 12 settembre 2021

Strofe saffiche - Sera di Settembre

Come svelto procede il buio, ora.. a sera

sotto le lampe delle vie azzittite,

per me triste singulto dell’Autunno

che già sovviene!...

 

Non vedo stelle, non vedo camini,

tegole tettoie grondaie. Tutto

m’è informe.. cieco. Non vedo ma sento

il campanile

 

che mi martella ore-fantasmi e grigie,

mentre il mio cuore emana un grido come

quello di una cornacchia di campagna,

per poi irriderlo.

 

Perché ho imitato quel corvo che spigola?...

Vorrei imitare il vento stesso sopra

gli ossami delle risaie mietute.

Vorrei ascoltare.

 

Sei tu che canti dall’Agogna, cimba

di ultime rose e di smagrite foglie

come voce del buio stesso che vola

a sonnecchiare?...

 

E tu mi chiami dal profondo e sento

batter di pianto simile alla pioggia,

indefinita lontananza estrema

nella vendemmia,

 

nei boschi dei castagni, tra gli stagni,

sulle foglie ingiallite e tremolanti,

per le rive dei funghi e delle spighe,

tra le pannocchie;

 

e mi chiami con voce silenziosa,

stridulo giambo d’airone che vola,

gliconeo della Notte settembrina

e della Luna.

 

Ma mi chiami con palpiti di sogno,

con le luci che a poco, a poco spengonsi;

né più mai ti rivedo per le mie ombre…

Tra noi l’Oceano.

Dipinto di Thomas Marie Madawaska Hemy (1852–1937), Il Naufragio, Accademismo, Realismo inglese, 1911. Olio su Tela. Collezione privata, Sarjeant Gallery di Whanganui, Nuova Zelanda.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XII Settembre AD MMXXI.

mercoledì 12 agosto 2020

Sonetto barbaro in Strofe alcaiche - M’è nell’Aurora tristo Sorridere

M’è nell’aurora tristo sorridere

di fin d’Agosto, un palpito

di Estate pallida nel suo alveo funebre

che le ghirlande osannano

 

sul buio mio sguardo. No! non irridere,

oh aspra Morte lo scalpito

dei fior che mietono le tue ombre e il lugubre

orizzonte, ove dannano

 

a’ stesso Fato le mie ore placide

e serene! Qui, alzandosi,

contro me insorgono le tue crude Anime

 

che d’Estate le più aride

forme rapiscon, sempre lagnandosi

fino all’inverno. E io esanime

 

resto a vedere questi scempi che giungono

fino al mio cuor, terribili gridando!

John William Waterhouse (1849-1917), La Morte di Ophelia, Tardo-Romanticismo inglese (Pre-Raffaellismo), 1889.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XII Agosto AD MMXX.

venerdì 17 luglio 2020

Fantasia greca - Un Canto ellenico per Arpa saffica


Salubre all’onda sacra il tuo discinto
peplo sciogli, o sognante mia Afrodite,
dove vai sulla laguna, e il tuo ellenico
fascino urtando

ai remiganti scogli, i nomi al tuo
seno chiami d’abissi ignoti, ai quali
accecando la Luna i suoi soffrenti
amanti, pallide

ombre rispondono e attonita attesa.
Tu sai che il mare è in Tempesta, che Egeo
le prue divora e i derelitti naufraghi
d’Odisseo al Fato

medesimo condannati. Oh Afrodite!
Ora la Notte seppellisce l’Ade
misterïoso, dal quale qualcuno
maledicendoti

d’Amore lamentosa sorte esclama,
poiché d’Amor le sue labbra bagnate
furono con l’elleboro mortale,
onde spirò.

Ma mentre l’inanellate tue dita,
i tuoi piedi solletico di sabbia
baciano il mare al pudico e vorace
occhio d’un astro

del solitario cielo, e mentre l’alighe
il respir del tuo petto di femminea
gloria carezzano, a te ristrappando
qualche sorriso,

del dolore di cui sei la colpevole
non sai nulla, onde navighi lontano,
come cimba che porta le sventure
fino agli Dei.

Frattanto Fidia dorme… sogna… brama,
vuole scolpire il tuo ventre su una roccia
informe. Così Faone spira. Un’arpa
non trilla più.

Oh Afrodite, è arrivata la tremenda
sera… la Notte dell’addio selvaggio,
un cumulo di nuvole un po’ nere,
l’Amor che svampa!
Lawrence Alma-Tadema, Le Rose di Eliogabalo, Accademismo e Simbolismo olandese, Gruppo dei Pre-Raffaelliti, 1888.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XVII Luglio AD MMXX.

giovedì 18 giugno 2020

Notturno in Metrica barbara - Un Inno alla Luna


Tu sortilegio pallido
della profonda Notte, o Luna, agiti
delle foglie l’esanime
stelo che il vento gridando e ferendolo

trascina. Né qui spasimi
per le mie pene solitarie e orride,
né copri vergognandoti
gli ascosti duoli delle mie tenebre

invitte. Oh Luna! flebile
mia vagabonda!.... Ma dici gli attimi
veloci, interminabili
di Sogni infausti… Sogni terribili,

e sento che sussurrano
le tue parole tra i fior che dormono,
le tue lusinghe ai platani…
sento che si ripetono

al vento le bugie. E questo vento è l’unica voce
che mi parla in così lungo naufragio di odioso silenzio.

Edward Burne-Jones, L'Incantamento di Merlino, Scuola dei Preraffaelliti inglesi, Tardo-Romanticismo e Simbolismo, 1872-1877
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XVIII Giugno AD MMXX.

sabato 13 giugno 2020

Inno alcaico all'Estate

E le virenti querce piovigginano
sguardi di Sole. Un fremito
d'Estate al fin sovviene. Agita
Giugno il Sogno dei cuori,
il volo delle rondini,
e dei giardini i fior.

Oh Persefòne, tu dal buio Erebo
ora sei desta. Danzano
i pastorelli. Sclama Orfeo un cantico.
Dov'è Euridice? Amore,
Amor di lieti pampini,
di dolci gaudii Amor.

Tu, Agape, guardi. Nel ciel le nuvole....
negli stagni si specchiano
queste randagie viandanti. Volano
gli aironi per i campi,
le campanule belle,
specchio di Eterno e Sol.

Hans Andersen Brendekilde, Una Scena d'Estate, Tardo-Romanticismo paesaggistico danese, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XIII Giugno AD MMXX.



lunedì 18 maggio 2020

Rimembranze elleniche

Un dì giaceva per le belle alighe
uno stuol di Ninfe. Cantavano.
Oh bei canti di belle fanciulle!....

Ora, tra le ombre delle tue ramora,
oh Elicona, resta il silenzio,
e chi parla, non può più cantare!

Spente le Muse, silenziosa è Erato,
Tersicore non danza sopra
i bei pascoli sacri a Euridice.

Ma una falange di opliti si agita
per i selvaggi campi dediti
alle cantiche cruente di Marte.

Lev Lagorio, Il Mare e una Spiaggia, Tardo-Romanticismo russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XVIII Maggio AD MMXX.

domenica 23 febbraio 2020

Sonetto in barbare Strofe alcaiche - Oh Carnevale, Tu dunque il cerulo

Oh Carnevale, tu dunque il cerulo
bel volto or nasconderai
ai nostri occhi mascherati un giorno;
e nell'immenso di tanto orribile

Ignoto, verrai a udir nel buio
i singhiozzi dei bimbi e dei folli!....
Così veloce, infatti, trapassano
gli istanti di feste mai sazie.

Oh Carnevale! V'è una mestizia
che urla al Tramonto, - oggi per l'aëre;
e ora le tue maschere, tutte

si son mutate in pallor di mortale.
Non ho mai visto le piazze rigide_
e farsi deserto nel tuo cuore.

Louis-Emile Adan, Un Incontro nel Giardino nel Bosco, Accademismo francese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXIII del Mese di Febbraio AD MMXX.

mercoledì 12 febbraio 2020

Sonetto in barbare Strofe alcaiche - Qui e oggi il Risveglio un po' mi si maschera

Qui e oggi il risveglio un - po' mi si maschera
con larve purpuree di foglie_
_antiche. Ora il carnevale e il tuo ciglio
di burrasche e urla, oh - febbraio, i languidi

attimi d'una febbre malarica
sempre mi riportano; e mentre
dai le gemme agli arbusti spogliati,
ulula il vento, le giostre ululano.

Ulula il ballo delle tue maschere,
ululano i chiassi dei carri...
ululano i fanciulli e gli scherzi.

Ma attendendo e amando l'arrivo
della festa, d'intorno odo tacite
labbra. Oggi il Sogno; diman l'illusione.

Ferdinand Georg Waldmüller, Una Festa di Primavera, Accademismo austriaco, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XII del Mese di Febbraio AD MMXX.

martedì 11 febbraio 2020

Sonetto in barbare Strofe alcaiche - Oh Tramontar del Sole, mia Ecate

Oh tramontar del Sole, mia Ecate,
Dea finemente dal corpo cerulo,
abbronzato appena, sempre io 
le tue ombre mi trascino a mirar!

E so che a quest'ora le porte
e i cancelli si chiudono, cioè quando i nuvoli
ti agitano... mi agitano più
annerite chiome, i capelli,

il nome del vento burrascoso,
anonimo urlo d'un giorno tiepido
di febbre, che chiama noi due...

che ci prende per mano.... Oh tramonto!
Vedo in te l'ultimo lume del Sole.
Eppur mi sembra già la Primavera!

Johan Christian Dahl, Una Notte di Luna piena, Romanticismo danese, Prima Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XI del Mese di Febbraio AD MMXX.

lunedì 10 febbraio 2020

Sonetto in barbare Strofe alcaiche - Come avvince sereno il tuo Incanto

Come avvince sereno il tuo incanto,
quando scrutando passi per gli esili
vïale degli alberi spogli,
i quai romiti - e intimidendosi,

le prime gemme - ora dimostrano,
oh Primavera!.... Ma avido e libero
è ancora l'inverno; e il suo fascino
che si corrùga, benché non nevichi,

riverbera forse su un giorno
che le orbe nebbie - violente - ordiscono,
in un attimo che urla e preludia a'

menzogne e fiori. Lì tutto m'è orrido.
Lì tutto è svanito e perduto.
Qui s'è dissolto il tuo incanto sereno.

Alexei Kondratyevich Savrasov, L'Inizio della Primavera, Tardo-Romanticismo russo-ucraino, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì X del Mese di Febbraio AD MMXX.

Sonetto in barbare Strofe alcaiche - Non più svanisce l'Iri di gelida

Non più svanisce l'iri di gelida
neve, intorno. Ma ora la sera
solitario mi trova di nuovo,
eppur felice; ché dalle tegole

qui mi traspare sbiancando e timido
un occhio di Luna il qual, sempre
valicando le tenebre ardite
nunzio m'è di un'alba di rapida

e nuova Primavera.
Vorrei, infatti, veder i bei fiori
su' campi e fieno già ergersi e crescere;

ritornar le rondini da eremi
segreti... e muti.... Ah no! non puoi togliermi,
oh Notte, il mio - ambito primo Sole!

Ivan Endogurov, Un Bivacco nella Neve, Tardo-Romanticismo russo, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì X del Mese di Febbraio AD MMXX.

Sonetto in barbare Strofe alcaiche - Tu mi ripeti le buie e gelide

Tu mi ripeti le buie e gelide
bestemme del tuo inverno, o rosea
primigenia alba, quando nel pavido
orizzonte impallidendo aliti

i vagabondi tuoi erranti spiriti.
Ma lucendo e ansando sui tristi
sentieri della Notte cupa,
è così che somigli a lei,

che è la perduta mia gioia. E l'orrido
baratro fosco di Sogni e d'incubi
tu copri d'un lume.... Silenzio!

Allor risplendi su' i miei aridi attimi;
ma per poco... com'è un'immagine
di una Primavera che muor.

Feodor Vasilyev, Un Paesaggio montuoso in Ucraina, Romanticismo russo-ucraino, Prima Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì X del Mese di Febbraio AD MMXX.

lunedì 3 febbraio 2020

Sonetto in Versi asclepiadei - Ma il Cielo pallido risplende estatico

Ma il cielo pallido risplende estatico
al cader della prima neve: e un flebile
soffio invisibile narra alle ramora
dei platani la verità.... Ora nevica.

Nevica su' agili spettri di nuvole,
sulle vie bianche della più oscura Ecate,
sopra le tegole dove cinguettano
gli ultimi passeri e le prime rondini.

Nevica su' orridi stagni dai ceruli
occhi selvaggi, e sugli spogli frassini,
che un po' mi guardano stupiti e stolidi.

Allor nel gelido manto del tremulo
inverno anch'io imparo a nevicar.... Lagrime
dall'occhio scendono... fredde lagrime

soltanto.

Arseny Meschersky, Paesaggio invernale con Slitta e Ghiaccio, Tardo-Romanticismo russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì III del Mese di Febbraio AD MMXX.

lunedì 27 gennaio 2020

D'Inverno le Danze notturne

V'è dell'epico morbo nelle danze belle: gli sguardi
dei Sogni che si scrutano, rimembrandosi poi

gli uni degli altri. Tace la Notte, profonda, silente,
Anima buia che ridisegna le ombre

fugaci. Nient'altro che l'inverno! Danza la Luna
bianca, con l'occhio smorto, tagliato un po' a metà;

e nel vagabondo esilio d'una via perduta nel cielo,
riporta presto questa sua danza assente

all'incantevole incubo della sola Vita. Ella gira,
danzando, intorno ai gelidi stipiti della nostra

Morte.

Alexei Kondratyevich Savrasov, Paesaggio invernale in Riva al Fiume, Tardo-Romanticismo russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XXVIII del Mese di Gennaio AD MMXX.

Studio in Metrica barbara - Come a Primavera

Mi sembra la mattina con i brividi
del verno gelido - all'ombre simile
dell'Ade, quando dal sonno suo cerulo,
bianca resuscita

la Primavera:

mi velavano l'occhio le nebbie, il risveglio profondo.
Per ora sono svanite queste bave di orride stelle,
gli aliti bianchi della Luna smorta.

Alexei Kondratyevich Savrasov, Pesca in Riva al Volga, Tardo-Romanticismo russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XXVII del Mese di Gennaio AD MMXX.