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mercoledì 16 novembre 2022

Sonetto caudato senza Rime - Nel Vino

Nel vino c’è una sinfonia di rose,

di rami acerbi e di foglie autunnali,

quel sapore che raspa dolcemente

e solletica il tremulo palato.

 

Nel vino c’è una fanciulla che ride

e avvelena la mente con le fole

della montagna e che vuole ubrïaco

il mondo perché il mondo è come un calice

 

che si beve da solo per esplodere

in risate fatate e epicuree

con la bava alla bocca e il viso brillo

 

e la menzogna dello sbronzo fradicio

che fa ridere e piange come un bimbo.

Ma la vendemmia adesso è già finita.

 

Nel vino c’è l’amaro

dell’Autunno, c’è il sacrificio oscuro

d’un Dio biblico che vive e che muore.

Dipinto di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (1571-1610), Bacco, Tardo-Rinascimento, Barocco italiano, 1596-1598. Olio su Tela, Dimensioni 95,0x85,0 cm. Collezione presso la Galleria degli Uffizi, Firenze (Italia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XVI Novembre AD MMXXII.

domenica 14 novembre 2021

Ode alcaica - Una Domenica

Tra nebbia e piova m’assale un brivido…

Oh dolce mia Musa lontana,

or mi manchi e il sorriso tuo è nullo

 

in questo buio silenzio rorido

di Autunno che stilla parole

senza suono, com’è la Natura!

 

Solo le gracchie, qua e là, a scatti, urlano

tra i rami che vedo dormire

e che dicono “Sogniamo noi anche!”;

 

e si appassisce Novembre e si agita

sempre più la nebbia che piange

e che cade per terra a coprirmi

 

e che mi abbuia quel sorriso etereo

nella lontananza crudele

dove ti amo e ti aspetto nei sogni.

 

Poi viene sera, giunge lo spasimo

selvaggio di un cuore impazzito,

e tu ancora mi manchi e mi fuggi,

 

d’un labbio muto risuona Ecate..

sitibondo di te m’anniento

nell’Oltre nascosto del Tramonto.

Dipinto di Jahn Ekenæs (1847–1920), Paesaggio invernale con Scene della Vita popolare (Vinterlandskap med Folkeliv), Tardo-Romanticismo, Realismo, Accademismo norvegese, 1875. Olio su Tela, 21x44 cm. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XIV Novembre AD MMXXI.

domenica 5 settembre 2021

Inno a Ebe. Inno alla Vita

Danzar ti ho vista di gioia mentre servivi,

o Ebe. Ma questi Dei odiano gli Amori,

ci bandiscono già dall’Olimpo aureo

e la terra dei vivi non ci vuole.

 

Ahi quanto mi brillasti! Come Sole

sulle onde di un Oceano lontano…

(E) com’è bello risentir la tua voce,

segretamente al cuor filtro d’Amore!

 

Mi dessi almeno la tua dolce mano,

soavi fiori di dita di Dea,

mi avvicinassi le labbia alle guance

così da sentire il tuo ebbro sospiro..

 

sarebbe come grano negli Elisi,

come una dolce e timida ninfea

che plana sullo specchio dello stagno,

incanto per le rane canterine!

 

E dirtelo vorrei.. ma odo silenzio

profondo, mentre tu versi nei calici

a quei crudeli mostri dell’Abisso,

come la gioventù che mi scompare.

 

Pur mi sta in cuore come un disio infisso

nel suo sangue veniale, come assenzio.

Ma ampio e infinito è tra noi il vecchio mare.

 

Mi fu un bel Sogno!... La notte mi chiama,

ho päura. Tu, dunque, ti allontani

nell’Ignoto sprofondando e nel buio,

e mi lasci una scia di Luna smorta.

 

Io a questa impronta mi aggrappo e mi dolgo,

urlo agli Dei.. le Parche, l’Ade.. il Fato.

Torna indietro! Ritorna, oh Ebe! Perché

fuggirmi ora che Autunno mi sovviene?...

 

Ma nel mio cuor v’è un senso così forte,

un sentimento pensieroso e amato,

una speme di Vita che mi tiene:

io per te sfiderò il buio e poi la Morte.

Dipinto di Jean-Louis André Théodore Géricault (1791-1824), Autoritratto, Romanticismo francese, 1820 circa. Olio su Tela. Museo del Louvre, Parigi.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica V Settembre AD MMXXI.

lunedì 10 febbraio 2020

Sonetto in barbare Strofe alcaiche - Tu mi ripeti le buie e gelide

Tu mi ripeti le buie e gelide
bestemme del tuo inverno, o rosea
primigenia alba, quando nel pavido
orizzonte impallidendo aliti

i vagabondi tuoi erranti spiriti.
Ma lucendo e ansando sui tristi
sentieri della Notte cupa,
è così che somigli a lei,

che è la perduta mia gioia. E l'orrido
baratro fosco di Sogni e d'incubi
tu copri d'un lume.... Silenzio!

Allor risplendi su' i miei aridi attimi;
ma per poco... com'è un'immagine
di una Primavera che muor.

Feodor Vasilyev, Un Paesaggio montuoso in Ucraina, Romanticismo russo-ucraino, Prima Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì X del Mese di Febbraio AD MMXX.

lunedì 31 dicembre 2018

A Psiche - Elegia in Metrica barbara

Sii libera, Anima... non schiava d'un morbo... pensiero,
d'un bardo che non sogna socchiusi quest'occhi, dormendo!

Sia la Gioia su di te, per sempre! Lo voglio!.... E il desio
consacro in muta festa - a' il miel del Falerno. E se sei ebbra

di tanta Poesia... - e se ora ti spiace il mio canto,
e se offesa ti reputi da un labbro profano... e se il cuore

non batte che palpiti sdegnati di Furie inumane...
lascia profondo e tacito nell'aere eterno silenzio...

e lascia il mio cantico mutarsi in sepolcro d'ambasce
dove in Notte posarti corone di pianti e di fior!

Autore Ignoto, Una Scena di Musica, Accademismo Italiano, Seconda Metà del XIX Secolo

Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XXXI del Mese di Dicembre AD MMXVIII.

giovedì 13 settembre 2018

Apatìa del Destino - L'Assenza della Gioia

Non ho più lèttere e sguardi di te,
non ho più un segno, o un suggello, o un sussurro,
oh Gioia; né il tuo rivèrbero a' la fiamma
della Luna si specchia tra' miei passi,
né il tuo incògnito nome or rivelato
a un sol Poeta - a me! - più riede a dìr
consolatori sussurri. E questo giorno,
e questa Notte, e il meriggio intermedio
all'àttimo de' i Sogni, mi divèntano
crudi...; e feroci e crudeli e cieche ombre
così mi inèbriano or della tua assenza,
così mi pòrtano a piàngere e a urlare...
così mi inghiòttono e poi mi beffèggiano.
A quale pena m'ha dannato il Fato!
E come vìncer potrei tal tensione
di nervi e imago, di visioni e Sogni?....
Oh Gioia, mia Gioia, melanconicamente
disvanita nell'illunità odierna,
forse perduta, cui melliflue insidie
di caste attese febbrilmente idèo...
Gioia, illune appunto, e scomparsa e nascosta,
che tanto a far men vado per miràrti
lungo il sorriso del primo mattino,
o in ver le mute membra del Tramonto...
Gioia, segreto Mistero del Poeta
a oscure rune iscritto nell'Autunno,
è così che mi lasci nel mio gèlido
dolore! E tu sei dunque la Mancanza,
e io son dunque un fremente Desiderio!

Gustave Emile Couder, Natura morta autunnale, Accademia Francese, Tardo-Romanticismo, 1899


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XIII del Mese di Settembre, dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

venerdì 24 agosto 2018

Risorgimento - Un Canto introspettivo alla Gioia di Vita

Gioia! Profonda e ridente Gioia, odi! forse
che io sogno attènderti a' le tue vie, che urlo
al vento il nome tuo; forse che aspetto
l'ore notturne soltanto per darti
un covo ne' i miei Sogni, che non passa
questa mia attesa e questa speme; forse
che m'innamoro del tuo sguardo aulente
e che mi fai rapito da' i tuoi ambrati
sorrisi; forse che è venuta l'ora
di còglierti e di gustàrti nel càlice
di mesta Vita, alzando i versi giàmbici
d'un rito sacrificale a un dolòr
che vièn pròssimo a spègnersi...
Gioia, mia Erato rinata, e volto e sacro
inno, tripudio d'un vìver ruggente
e inquieto, forse che v'è la stagione
per fàr vendemmia de' i tuoi frutti ambiti,
che è sovvenuto l'àttimo di rìdere
con te bevendo dallo stesso nappo
drogato d'Ebe e cosparso di rose,
e mirti e miele; che mi attende il tempo
di udire l'eco assordante di tua
voce... e rìdere... e rìdere... e sognare,
e vìvere l'ardòr di questi Sogni,
e còglierne la beltà, e d'altri il loto
inebriante, e avveràrne il cuore... e dìrti:
Gioia! Gioia! sublime e bella, e dolce e lieta,
t'amo! e dìrti: Oh superna e sovrumana
Dea... mia Gioia, e Vita, e Amore, onnipossente
Furia che più non teme il venìr d'Ecate,
tu, che inèbri l'ingènuo ardito senso
d'un petto visionario e sognatore,
t'adoro! e ridi! e la Notte finisce,
e il Tramonto trapassa, e sale l'alba,
e sorge il Sole; e per te, mille e mille
Sogni son vivi... ancora vivi, e veri,
e belli, alimentati con gli strali
d'Iperiòne, con fiamme di te stessa,
oh astrifiammente Gioia; e avverati e splèndidi,
sopravvissuti al morìr del notturno
momento! Oh ustoria Gioia, Gioia sorridente
con il guardo d'Urània, oh antelucana
Gioia intramontàbile e serena, amata
Gioia! La Vita risorge e insorge al Fato,
per te s'accende e pugna, e rugge e canta,
e i vaticìni delle Norne giàcciono
sconfitti e vinti; e il cuòr mio alfìn si placa
d'un sorriso, che dolce, sarà eterno.

Louis Marie de Schryver, Rue Royale, Accademismo Francese, Seconda Metà del Secolo XIX, 1898


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì XXIV del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

mercoledì 15 agosto 2018

Mancanza e Desiderio di Gioia perduta

Verrò... ma non così, là, al tuo verone,
non durante le folli libazioni
della sera... non lì, a cercàr la Luna,
non qui, nelle ombre tripudianti e vaste
del Tramonto... oh! bellìssimo Tramonto!
non ne' i profondi Misteri del tuo
cuore, non nel suo Sogno, né nel mio,
non in ciò che prosegue al bel Crepùscolo,
non nel fiore dell'alba,
nel favillante lamento de' i grilli,
non nella culla d'un sonno recìproco,
non nel nuovo mattino.
Verrò... ma non quest'oggi, né domani,
non di fronte al mattone del tuo covo,
o per la via, o per la brusca campagna,
non a gridare che Ebe versa a' nuova
aurora, quasi a sbagliàr, la rugiada...
la rugiada melliflua
che il vigòr ti ridà come alle rose...
non nel meriggio.
Verrò... ma so che tu no! no!... non conti
né conterai i miei passi, non darai
un colpo d'occhio al mio sguardo piangente...
non vorrai darmi il pegno d'una pena
più mite.... E io or l'espìo, espìo il mio Fato,
il mio Destino di sì intramontàbili
truci silenzi... l'espìo per te, e taci!...
Taci... e mi chiami colpèvole, e mi urli
l'eternità di uno scempio crudele...
e io l'espìo... e non lo sai.
Verrò... e sarà un bel Sogno disilluso
tripudiàr con le tue braccia al mio collo,
e riversare nei quieti rivèrberi
della Luna bagliori di serena
Notte, e giàmbici baci per il tempo
d'un nòbil canto il cui Destino è scritto,
sogghigna "Non esiste!".... Non esiste
cotanto Sogno.... Non esiste! E taci.
Taci e non sai.
Verrò... ma non adesso, non nell'afa
notturna di quest'Estate di stenti...
non nel tuo sonno, a rapìr, a ghermìrti
il sognàr blando del tuo corpo amato,
e della tua Anima il terreo respiro...
non nell'àttimo in cui so che cammini...
non nel tuo cuore.
Ma è così che ho perduta te, oh Gioia mia!

George Edward Robertson, The Lady of Shallott, Tardo-Romanticismo e Simbolismo inglese, 1900



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XIV del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.