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domenica 15 agosto 2021

Sonetto - È il Sogno Vita parallela e feconda

È il Sogno vita parallela e feconda,

orgoglio per i pavidi, un acuto

compagno di vïaggio, vagabonda

stella.. e io sognai, ma non ho mai vissuto.

 

È per i naufraghi un’ambita sponda,

canto di Trovatori con il liuto,

un urlo: “Fermati!” alla Luna bionda.

Quante volte lo urlai! E ora son perduto.

 

Come a uno scoglio, io vedo il mar irato,

il sogno è un regno instabile e impazzito

sul quale nel silenzio attendo e giacio.

 

Io sognai. Ma ora atroce viene il Fato

e mi urla, alzando inquisitorio dito.

Chi mi dice ormai com'è bello un bacio?

Dipinto di Girolamo Induno (1825-1890), Una Partita a Scacchi (per una Commedia di Giacosa), Romanticismo, Accademismo italiano, 1873. Olio su Tela. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XV Agosto AD MMXXI.

venerdì 24 agosto 2018

Risorgimento - Un Canto introspettivo alla Gioia di Vita

Gioia! Profonda e ridente Gioia, odi! forse
che io sogno attènderti a' le tue vie, che urlo
al vento il nome tuo; forse che aspetto
l'ore notturne soltanto per darti
un covo ne' i miei Sogni, che non passa
questa mia attesa e questa speme; forse
che m'innamoro del tuo sguardo aulente
e che mi fai rapito da' i tuoi ambrati
sorrisi; forse che è venuta l'ora
di còglierti e di gustàrti nel càlice
di mesta Vita, alzando i versi giàmbici
d'un rito sacrificale a un dolòr
che vièn pròssimo a spègnersi...
Gioia, mia Erato rinata, e volto e sacro
inno, tripudio d'un vìver ruggente
e inquieto, forse che v'è la stagione
per fàr vendemmia de' i tuoi frutti ambiti,
che è sovvenuto l'àttimo di rìdere
con te bevendo dallo stesso nappo
drogato d'Ebe e cosparso di rose,
e mirti e miele; che mi attende il tempo
di udire l'eco assordante di tua
voce... e rìdere... e rìdere... e sognare,
e vìvere l'ardòr di questi Sogni,
e còglierne la beltà, e d'altri il loto
inebriante, e avveràrne il cuore... e dìrti:
Gioia! Gioia! sublime e bella, e dolce e lieta,
t'amo! e dìrti: Oh superna e sovrumana
Dea... mia Gioia, e Vita, e Amore, onnipossente
Furia che più non teme il venìr d'Ecate,
tu, che inèbri l'ingènuo ardito senso
d'un petto visionario e sognatore,
t'adoro! e ridi! e la Notte finisce,
e il Tramonto trapassa, e sale l'alba,
e sorge il Sole; e per te, mille e mille
Sogni son vivi... ancora vivi, e veri,
e belli, alimentati con gli strali
d'Iperiòne, con fiamme di te stessa,
oh astrifiammente Gioia; e avverati e splèndidi,
sopravvissuti al morìr del notturno
momento! Oh ustoria Gioia, Gioia sorridente
con il guardo d'Urània, oh antelucana
Gioia intramontàbile e serena, amata
Gioia! La Vita risorge e insorge al Fato,
per te s'accende e pugna, e rugge e canta,
e i vaticìni delle Norne giàcciono
sconfitti e vinti; e il cuòr mio alfìn si placa
d'un sorriso, che dolce, sarà eterno.

Louis Marie de Schryver, Rue Royale, Accademismo Francese, Seconda Metà del Secolo XIX, 1898


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì XXIV del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

giovedì 28 aprile 2016

Frammenti della Coscienza di un Madrigale notturno

Cupo ùlulìo, in profondo un Sogno oscuro,
e fu la Luna. Trema forse il mio
cuòr che meditabondo urla, ei pensando:

le gioie perdute, e le sue ore di gèmiti,
e i moltèplici pianti, quando l'alba
annienta le ali di ogni mio sognàr.

Perché l'aurora è fatale agli istanti
dei sognatori, e dissolve la nebbia
della più trasognata delle Notti.

Così trascorre la mia gioventù:
tra i pàlpiti insistenti e questi anèliti
alla Vita medèsima; che sono
muti ululati di Sogni di un lupo, e
sordi sensi d'Ignoto, dove questo
sognàr m'è solo un promiscuo, osceno
spettro del mio Destìn.

Come si chiama l'alba che è assassina
di questi sonni d'uomo e di morente
giovinezza? Qual è
l'arcano oltre quest'Incògnito suo?
Rispòndimi, oh tu, sentinella della
Notte! Dimmi... e t'annienta!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

Arseny Meshcherskij, Presso il Fiume, Scuola tardo-romantica russa, Seconda Metà del Secolo XIX



In Dì di Giovedì XXVIII Aprile dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Divina Misericordia AD MMXVI