Cupo
ùlulìo, in profondo un Sogno oscuro,
e fu la
Luna. Trema forse il mio
cuòr che
meditabondo urla, ei pensando:
le gioie
perdute, e le sue ore di gèmiti,
e i
moltèplici pianti, quando l'alba
annienta le
ali di ogni mio sognàr.
Perché
l'aurora è fatale agli istanti
dei
sognatori, e dissolve la nebbia
della più
trasognata delle Notti.
Così
trascorre la mia gioventù:
tra i
pàlpiti insistenti e questi anèliti
alla Vita
medèsima; che sono
muti
ululati di Sogni di un lupo, e
sordi sensi
d'Ignoto, dove questo
sognàr m'è
solo un promiscuo, osceno
spettro del
mio Destìn.
Come si
chiama l'alba che è assassina
di questi
sonni d'uomo e di morente
giovinezza?
Qual è
l'arcano
oltre quest'Incògnito suo?
Rispòndimi,
oh tu, sentinella della
Notte!
Dimmi... e t'annienta!
Massimiliano
Zaino di Lavezzaro
Arseny Meshcherskij, Presso il Fiume, Scuola tardo-romantica russa, Seconda Metà del Secolo XIX |
In Dì di Giovedì
XXVIII Aprile dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Divina
Misericordia AD MMXVI