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giovedì 28 aprile 2016

Frammenti della Coscienza di un Madrigale notturno

Cupo ùlulìo, in profondo un Sogno oscuro,
e fu la Luna. Trema forse il mio
cuòr che meditabondo urla, ei pensando:

le gioie perdute, e le sue ore di gèmiti,
e i moltèplici pianti, quando l'alba
annienta le ali di ogni mio sognàr.

Perché l'aurora è fatale agli istanti
dei sognatori, e dissolve la nebbia
della più trasognata delle Notti.

Così trascorre la mia gioventù:
tra i pàlpiti insistenti e questi anèliti
alla Vita medèsima; che sono
muti ululati di Sogni di un lupo, e
sordi sensi d'Ignoto, dove questo
sognàr m'è solo un promiscuo, osceno
spettro del mio Destìn.

Come si chiama l'alba che è assassina
di questi sonni d'uomo e di morente
giovinezza? Qual è
l'arcano oltre quest'Incògnito suo?
Rispòndimi, oh tu, sentinella della
Notte! Dimmi... e t'annienta!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

Arseny Meshcherskij, Presso il Fiume, Scuola tardo-romantica russa, Seconda Metà del Secolo XIX



In Dì di Giovedì XXVIII Aprile dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Divina Misericordia AD MMXVI