È tanto algida la neve per essere
con i suoi fiocchi il mio pianto iemale
e per tessere
le forme delle mie lagrime. È tanto
gelida questa neve; non è il mio
bacio sommesso, non è il triste addio,
non è il canto
che suona nell’immensa ombra dei
pioppi,
non è la vecchia steppa con gli scoppi
di caccia,
non sono i miei sguardi sulla tua
faccia
assorta e sul tuo ciglio sorridente.
Ma ora nevica.
C’è un gelo insoffribile per la via
dove luceäno i lumi e dormìa
la Luna stanca.
Sento che battono i miei denti attoniti
mentre passo tra i fiochi luminari
natalizi e una vetrina tutta bianca…
C’è un immenso senso di solitudine.
E nemmeno la tua femmina-ombra agita
i bordi del mio guanto solitario.