Un urlo si avvicina di Tempesta,
nell’orizzonte
sussurrano i tuoni,
di
fulmini si vestono le cime
lontane,
oblio di nebbie vagabonde,
la
grandine ora discende sui prati,
è
nero il velo della Luna scialba..
piovono
ombre di stelle luminose.
Sovvengono
le Valchirie a combattere,
intanto..
le odo volare sul vento,
planando
le ale dei prodi destrieri
sugli
Abissi del mare. Dopo chiamano
le
ramora nella pugna piagate
e,
al vol brandendo le anime tremanti,
ridanno
loro gli occhi di virenti
foglie
nei covi del sacro Valhalla.
Sconvolgimento
d’Elementi è il Tutto,
Caos
primordiale senza nome e suono,
scintillanti
occhi di fulmini osceni..
e
la marea dei nuvoli va al naufrago
mio cuore, scogli pungenti di sprezzo.
Andrea Achembach (1815-1910), Costa norvegese di Notte al Chiaro di Luna, 1848.