Il Sole piega a Te le ginocchia e arde,
come
fa un cavaliere alla sua dama…
Ti
sfiora… Ti prende… bacia la fascia
del
tuo fianco, inconsutile vel di ombre
di
tanta sera e così più d’un limpido
specchio
ti pinge immacolato volto.
Ale
di rondini invernali, intanto,
come
tornei di Cherubini e d’Angioli,
il
tuo cammino rallegrano e cantano,
lontani
cinguettando da qualche ermo
dove
il tuo Sole non mai - né più - termina
di
cullare il tuo cuor di Primavera.
E
lì… lì… il figlio del deserto, tepide
dune
varcando, canta a Te con arabi
accenti,
dove la Luna ti attende
a
rinfrescarti il piede a un sicomoro.
Qui,
invece, stride il campanile il vespro,
le
nebbie dell’inverno disfidando
nell’eco
soleggiata del Tramonto,
dinnanzi
al quale - contemplando - siedi.
Allora
al guardo non vedi che il Sole,
l’immensità
segreta della Vita,
mentre
un bisbiglio sommesso d’un Angiolo
a
Te dice - innalzando la Natura -
quella dolce parola che è “Mamma”.
Quadro di William-Adolphe Bouguereau (1825-1905), Il Canto degli Angeli, Accademismo e Realismo francese, 1881.
Massimiliano Zaino di
Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì VIII Dicembre AD MMXX.