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lunedì 2 maggio 2022

Nevicata di Maggio

Questa è la nevicata del mio maggio,

la nevicata della Primavera,

eccolo, finalmente! questo piovere,

piccola pioggia leggera dai pioppi..

eccola, dal suo regno sorridente

la sera bianca.. la sera che tace,

e un sentimento di tristezza al buio,

al Sole; vorrei odorare le rose

che si arrampicano sui muri vecchi,

il glicine violaceo e porporino,

ma so che nevica ancora dai rami

che gemmano di vita e di silenzio,

so che dentro la terra si discioglie

questa neve.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Sinfonia di Verde e Azzurro, Martedì XXVI Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì II Maggio AD MMXXII.

lunedì 21 febbraio 2022

I Rami

Rami! Come la Vita, intrecciano ombre.

Le vedo sulla sabbia a mezzogiorno.

 

Germogliando la nascita del Sole,

al confine del mare nebuloso,

come un intreccio di vecchi relitti

abbandonati sulle prime viole,

questi rami del bosco silenzioso

osservano la terra che riposa..

che riposa disotto le dette ombre.

 

Ma non mi sembrano altro in quest’istante che

sorriso eterno del muto Sublime..

non mi dicono niente che silenzio.

“Impiccatemi, orsù, alle vostre cime!

Distillatemi resine d’assenzio!...

Impiccate i miei Sogni ai vostri nidi!”. 

Dipinto di Anthonij "Anton" Rudolf Mauve (1838-1888), Mucche al Pascolo (Kühe auf der Weide), Tardo-Romanticismo, Realismo, Accademismo danese, 1882. Olio su Tela, Dimensioni sconosciute. Alte Nationalgalerie, Berlino (Germania).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXI Febbraio AD MMXXII.

mercoledì 29 dicembre 2021

Vorrei essere come un Albero bicentenario

Ogni albero sta sulla propria via,

avrà anche duecent'anni... E cos'ha visto?

Dalle mie parti ci sono degli alberi

che penso abbiano scorto Napoleone,

gli Austriaci e poi i Tedeschi e i partigiani..

che abbian visti i trisavoli e i miei nonni...

Sì, nel mio borgo un albero può aver

sentito veramente risuonare

la Marcia di Radetzky.. no, non dico

l'originale, ma una replica aspra

sul campo di battaglia di Novara.

E loro.. cioè queste vecchie ramaglie?

Se ne stanno tranquille, ferme.. immobili

e, nonostante tutto, ci regalano

il respiro, un po' di verde d'Estate,

donano dei ripari agli augelletti..

senza rancore.. senza patimenti,

in una pace profonda che qui

non può darci nemmeno il cimitero.

Per questo, oggi, ho deciso: mia disgrazia

è stata essere nato come umano..

noi Uomini parliamo troppo, odiamo,

spezziamo le ossa a questi poveri alberi.

Davvero! Vorrei essere come un albero

nel silenzio di quasi duecento anni.

Fotografia dell'Autore medesimo, Alberi sotto la Neve davanti a uno Stagno ghiacciato, Mercoledì VIII Dicembre AD MMXXI.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XXIX Dicembre AD MMXXI.

venerdì 5 novembre 2021

Favola poetica - L'Acero vanitoso e l'Abete

Un giorno un acero osservò un abete

che era cresciuto vicino a lui e con

un sogghigno irrisorio gli diceva:

“Sei buffo con quegli aghi penzolanti,

e che sanno d’asprigno e che allontanano

gli uccelletti, che dondolano al vento

e che si riempiono anche di quell’ambra

colante e appiccicaticcia!... Ma guarda

me, invece, così bello ed elegante,

con queste foglie, con questi miei rami

sui quali i passeri accorrono a fare

il nido!... Non so proprio perché a me

vicino sia cresciuto tale mostro!”.

Venne poi Autunno e l’acero si fece

uno stupor di tinte accese e fulve,

sì che ancor più vanitoso derise

dell’abete il virente ramoscello:

“Guardami! Anche le Ninfe mi desiderano,

non sono che il più bello tra i viventi,

gli Olimpi mi incoronano di luce..

e tu.. guardati! Sempre così, oh mostro!”.

Ma venne il verno e a una a una quest’acero

perse tutte le foglie e allor rimasto

spoglio si vergognava, il fitto gelo

sofferendo. “Mio abete, caro amico,

non avrai forse del rancore, vero?...

Vedi: ora io sono nudo e tu hai le foglie;

a me ne presteresti due o tre, quanto

bastano per coprirmi e non gelare?”.

“Nessun rancore” rispose l’abete:

“ma questa è la Natura: entrambi alberi

abbiamo foglie diverse; le mie

resistono all’inverno e non raggelano.

Ahimè, potessi darti qualche mio ago!

Ma non posso… Però voglio dir questo

a te che ti vantavi, ed è che il cuore

dei vanitosi soffrirebber freddo

anche d’estate, quando fosse chiaro

il disinganno della vanità.

Inoltre, a tutti son dati virtù

e difetti: se sei sì bello quando

la Natura si sveglia, accetta d’essere

infreddolito e nudo quando dorme.

Ben fosti vanitoso, non far dunque

che ti roda perfin la trista invidia!”.

Dipinto di Ivan Ivanovič Šiškin (1832-1898), Nel selvaggio Nord (На севере диком), Tardo-Romanticismo, Realismo paesaggistico russo, Movimento dei Peredvižniki (Pittori vagabondi), 1891. Olio su Tela, 161x118 cm. Kyiv National Picture Gallery, Kiev (Ucraina).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì V Novembre AD MMXXI.

sabato 11 luglio 2020

A un Salice


O salce, sotto il Temporal ti pasci
pur delle mie urla… e mentre attendi i tuoni,
viätori dell’aër furibondo,
anche il tuo pianto scivola, del mio
inatteso compagno. Allor da molte
ombre attorniato e perduto, io di te
le ramora ripiegate discerno,
cosicché sùbito in queste tue fronde
coronate di lagrime e ghirlande
forse mi specchio… appena… per un attimo,
come per un istante solitario
si schiara il lampo alla prima pozzanghera.
Oh salce… ho io trovato in te un amico,
in te ho trovata l’orma di me stesso!
Julius Sergius von Klever (1849-1924), Il Re degli Elfi, Tardo-Romanticismo baltico-russo, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XI Luglio AD MMXX.

domenica 3 novembre 2019

Il Ramo che si spezza

Come un ramo appassito di una quercia,
che scricchiola tra la nebbia e la piova,
così portato a rompersi in un attimo,
è il fuggente momento delle spemi.
Non gli serve che un rantolo di vento,
una goccia di brina appena fredda;
e questi si spezzerà in tante parti,
minuscole, insignificanti e brutte;
e di sé lascerà forse due schegge,
o un piccolo rigonfiamento oscuro
di legno sulla terra brusca e umida.
Né più una nuova ora di Primavera
colmerà di un germoglio. Né vedrà
i suoi compagni ritornati in Vita.
Egli ha scelto di stare con le sue
foglie, defunte due o tre giorni fa.

Gruppo dei Pittori Girovaghi, Una Carrozza sul Viale, Romanticismo slavo, Prima e Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica III del Mese di Novembre AD MMXIX.