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sabato 7 maggio 2022

Sonetto - Di Sera ho sempre sognato al Verone

Di sera ho sempre sognato al verone

della Luna, ho voluto sospirare

al luccichio delle stelle sornione

e ho detto anche più d’una volta al mare

                                            

di cullarmi con flebile canzone;

ho rinfacciato alla notte di andare

via troppo svelta e darmi l’afflizione

d’un Sogno tanto breve. Ma, mie care

 

sere! In voi sempre ho sognato l’Amore,

e sabato mi ha rapito in un prato

lontano dove pullulan de’ baci.

 

Ma dopo il Sogno, sempre fu dolore

e, come a un vecchio dispetto del Fato,

trapassi, o cara sera, e adesso taci.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Sinfonia di Colori e di Fiori bianchi, Lunedì XVIII Aprile (Pasquetta) AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato VII Maggio AD MMXXII.

lunedì 2 maggio 2022

Nevicata di Maggio

Questa è la nevicata del mio maggio,

la nevicata della Primavera,

eccolo, finalmente! questo piovere,

piccola pioggia leggera dai pioppi..

eccola, dal suo regno sorridente

la sera bianca.. la sera che tace,

e un sentimento di tristezza al buio,

al Sole; vorrei odorare le rose

che si arrampicano sui muri vecchi,

il glicine violaceo e porporino,

ma so che nevica ancora dai rami

che gemmano di vita e di silenzio,

so che dentro la terra si discioglie

questa neve.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Sinfonia di Verde e Azzurro, Martedì XXVI Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì II Maggio AD MMXXII.

domenica 1 maggio 2022

Canto di Rane

Oggi ho sentito cantare le rane,

gracidavano in compagnia, al Sole,

cantavano ridendo e sospirando,

tra le tife e le vecchie increspature

dello stagno e giuocavano a nascondersi.

Io lo so, che era per loro come cimba

il piccolo fiorellino, lo stame,

e remigavan tutte sulle viole

o, palombari senza lo scafandro,

lambivano gli abissi e le ombre scure

di un ramo che pendeva sopra le onde.

Allora dissi:

“Piccole amiche, forse siete voi

le Sirenette della mia campagna,

le piccole Sirene vagabonde,

e allietate il meriggio tempestoso

di fuoco, e mi ricordate: ognuno ha

la sua voce, la sua Pöesia, il Verso,

dal vento all’onda fresca che ci bagna,

il cuor che parla, il cuore burrascoso,

in un battito d’ale che poi va,

circumnaviga il mondo e l’universo”.

 

Ora è sera; e le rane - lo so - cantano

ancora. Ma non le sento. Il ricordo

di un istante è più forte della loro

voce.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Pianto di Glicine, Martedì XXVI Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica I Maggio AD MMXXII.

domenica 23 maggio 2021

Impressioni. Sole tra i Tetti di Maggio

Scie per la vecchia strada di ceraste,

algidi petali ad Ade diletti,

alea di rose vagolanti e caste,

come oro in fiamme, è il Sole sopra i tetti.

Gli stagni sono spegli cilestrini

del cerulo Tramonto tra i bei pruni,

la Notte attende dai tardi Destini

il fulgente arrivar dei noviluni.

Frattanto un’ombra tremula e ancillare

d’una rondine a me, volando, sembra

ricordarmi il suo viaggio lungo il mare

agitato che ancora un po’ rimembra.

Allora preconizza l’îr d’Estate,

immane vaticinio come a Maggio

un forbito rosario; e di dorate

ombre son pago, come in un miraggio.

Questa è la storia del nuovo orizzonte,

labbia di rane e di rospi lamento,

dove danno dei baci a qualche fronte,

ma quella fronte è un cuore di tormento.

Quadro di Oscar-Claude Monet (1840-1926), I Papaveri, Impressionismo francese, 1873.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XXIII Maggio AD MMXXI.

domenica 16 maggio 2021

Sera di Maggio

Piano fluisce della sera il graffio,

come un artiglio che strappa i miei sguardi:

un Titano feroce m’ha sconvolto -

rubandolo - il meriggio del mio cuore.

Ma tu, che imbianchi di porpora argentea

dei nuvoli le cere cilestrine,

ti prego.. a mani congiunte.. t’imploro,

fa’ silenzio per un solo momento:

ascolta il sangue che cola dagli occhi,

di un labbro ferito il lamento contempla!

Guarda del buio l’Immenso che ci chiama!...

All’infinite luci del Tramonto,

ai lamentevoli urli delle rane,

alle montagne che inghiottono il Sole,

come sei tu, un rimasuglio di fiaba..

un vecchio sogno.. una chimera aulente..

un richiamo d’Ignoto che cavalca

prodigiosi destrieri orditi a incanto..

con me sovviene a perdersi, passando,

il tuo fascino scialbo tra le stelle.

Quadro di Ferdinand Knab (1837-1902), Presso il Cancello del Castello, Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo tedesco, 1902.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XVI Maggio AD MMXXI.

domenica 9 maggio 2021

Elementi di Maggio

Oggi è un po’ strano,

la mia finestra

dischiudo. Osservo.

Guardo lontano.

Ben vorrei scrivere

quasi una fuga,

con la pöetica,

di quanto scruto:

il ciel che a vivere

l’occhio corruga,

di un’ape l’elica

che vola.. il liuto

di cavalieri

ora invisibili,

di Trovatori

che si nascondono..

l’arpa di aedi

informi e fieri,

indivisibili,

figli di ardori

che si compongono,

con giambi e piedi,

dalla lor Grecia.

 

Osservo…

 

Fiocchi di pallido

bianco cotone

sopra la terra

cadono errando,

stanchi precipitano

sopra il verone

che già rinserra

tra il marmo squallido

il mio occhio blando..

 

l’occhio che brama

scrutare altrove,

donde desidero

esser, volare,

quando mi chiama,

per cui m’assidero..

per cui m’arrendo…

Vorrei cadere,

essere dove

cadono i fiocchi

con passo lento

dal vecchio pioppo,

come dolere

dei suoi begli occhi,

dal guardo zoppo.

 

Vorrei dicessi,

o mio meriggio:

“Nevica a maggio!”,

un grido insolito

per questi stessi

aghi di un riccio

pien di miraggio.

 

Ascolto…

 

Frattanto, cantano

i merli, pregano

le vecchie e stridule

cicale, piangono

i fior dai petali

convulsi e tremuli

sopra le morbide

bellette, danzano

le buie nuvole,

dai nidi svegliansi

le arcigne nottole..

le cimbe vagano

sull’onde e l’alighe,

crescono l’èllere

sui muri in brividi

di sangue gelido,

nuotano le anatre,

l’ale confabulano

fole per pargoli,

sbattendo.. indomiti

gridii raccontano

battaglie incognite

di zitte folgori…

Le Ondine scherzano

coi pepli candidi

sciolti sull’inguine,

in man raccolgono

spruzzi d’Oceano

che poi si gettano,

mentre le allodole

tosto amoreggiano.

 

Le rane gracidano,

gli stagni fiatano,

gli iris consumano

la negra porpora,

le ghiande saltano

giù dalle ramora

che mi sorridono,

rami che gli acini

di bacche insipide

neri decorano,

come s’intrecciano

ghirlande e palpiti

sui mirti nobili

della Dea Venere.

 

Amo l’Ignoto…

 

E io, invece, come

fossi un Indiano,

viaggio in canoa,

le ombre scrutando..

e viaggio all’ultima

estrema boa

di un mar lontano,

che pur chiamando,

è senza nome.

Quadro di Ferdinand Knab (1837-1902), Il Cancello del Castello, Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo tedesco, 1881.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica IX Maggio AD MMXXI.

sabato 1 maggio 2021

Giornata di Pioggia

M’è il temporale virente di foglie,

racconto la pioggerella che scende

sulla fradicia terra. Ascolto.. passa

un’ala di ben fragoroso tuono,

come una rondine amica che vola…

Dopo, il fulmine abbaglia i vecchi nuvoli,

nocchiero eterno della mia tempesta

e mi allumina di ombre di inquietudine.

Va.. scorre.. va.. la piova ancor precipita

e, come un vino al buon calice di Ebe,

le pozzanghere riempie dei miei occhi,

il tempo disfidando e le ore inquiete.

Poi tutto festosamente finisce.

Ma piomba mostrüosa sul mio cuor

questa sera infinita.

Quadro di Cristiano Banti (1824-1904), Tre Donne di Campagna con Alberi, Realismo, Tardo-Romanticismo, 1881.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato I Maggio AD MMXXI.


venerdì 30 aprile 2021

Maggio

Canto di maggio, sommesso sussurro,

le risaie rispondono alle rane,

sonnecchiano le stelle sogni ardenti

sui vascelli assopiti delle giovani

ninfee. Ma, intanto, scorre la stagione

e Primavera per malia si arresta…

Sento piovere.. e.. com’è freddo il Sole!

Ticchettio innervosito di tempeste,

palpiti eterni agli Abissi del mondo..

una bugia di ciliegi difformi,

le rose che non hanno più profumo…

Io, allora, come una lumaca a terra,

il mio guscio di spasimi trascino..

e cerco cogliere una rotta amica

da qualche rondine, il suo focolare

ignoto; sì che vorrei essere libero..

sognare l’Oltre che il tristo orizzonte

mi divieta.

Quadro di Jean-Baptiste-Camille Corot (1796-1875), Un Albero spezzato, Realismo paesaggistico francese, 1874 circa.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXX Aprile AD MMXXI.

domenica 18 aprile 2021

Canzone sestina lirica - Stupiscimi con un Canto di lieta

Stupiscimi con un canto di lieta

Primavera, con le alme rose e i bianchi

pallor dei gelsi. Di’, occhio di passante

per il Calendimaggio, dove corri?..

dove? con i tuoi capelli intrecciati

sul biondo delle gemme e sulla fronte?...

 

Sembri Proserpina.. e scialba è tal fronte,

quel sorrider rapito da Ade, a lieta

di dolor ombra. Dei rami intrecciati

come ghirlanda, intanto, agli occhi bianchi

mostri.. ramora eteree; e se tu corri,

spezzansi essi e sanguinano, o passante.

 

Stupiscimi.. e con un fior che è passante

per i baci del Sole, la tua fronte

solleva ai miei occhi e rapiscili! Corri,

dunque, avendoli presi.. e vola lieta!

Va’ verso il cielo e i suoi nuvoli bianchi!..

nembi che al maggio ridono intrecciati.

 

Frattanto ascolto: murmuri intrecciati

al tuo piede veloce di passante

si susseguono. Si alzan fumi bianchi

qua e là.. un sigaro suda su una fronte..

vai oltre le panchine e sembri lieta,

ti fermi un solo attimo e più non corri.

 

Oh Persefòne! Non vai più.. non corri,

resti su un prato, laddove intrecciati

vedo che sono i gelsi.. e sembri lieta,

sembra che il Fato che ti fa passante

tu abbia ora rinnegato, con la fronte

ridente sopra i picciol fiori bianchi.

 

Ma presto tornano i ghiacci.. i lor bianchi

sguardi ti sprezzano e sprezzata corri.

Ti cade un fiore dal serto che hai in fronte,

sopra i rami sottil che hai intrecciati…

Svanisci come un Sogno… Una passante

è svanita.. una rosa non è lieta.

 

Bianchi di Maggio ghiacci e neve lieta,

tu corri e vai lontana, o cara fronte.

Sogni ho io intrecciati a una passante!

Quadro di Sir Lawrence Alma-Tadema (1836-1912), Le Rose di Eliogabalo, Tardo-Romanticismo inglese, Accademismo, Scuola dei Preraffaelliti, 1888.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XVIII Aprile AD MMXXI.

mercoledì 6 maggio 2020

O Maggio, né più suoni in vêr la Sera

O maggio, né più suoni in vêr la sera
i bronzi dei rosari e, se chiama
invano il tuo mador la Primavera
pallida, né più rispondi a chi ti ama.

O maggio, ora la florëale schiera
dei papaveri un po’ ti infiamma e acclama
per questi campi. Ma la tua sincera
ombra mi fugge, il cuor che ti richiama.

Così cantando, qual fa il Trovatore
che a’ sua fanciulla arpeggia e sussurra
nella Notte, io men sto a’ piedi tuoi, o maggio,

onde vorrei altre sere del tuo cuore,
risentir le campane, e l'alba azzurra 
veder. Quel che vedo è Sogno o è miraggio.

John MacWhirter, Un Paesaggio scozzese di Montagna con Fiori, Tardo-Romanticismo scozzese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì VI Maggio AD MMXX.

venerdì 1 maggio 2020

Delirium


Tu vedi nel lontano oblio, orizzonte,
odi: ghirlande di rose intrecciate,
pallidi biancospini, sogni belli…
bei sogni di calendimaggio, i rami
d’euphorbia sanguinanti di Dio, il Fato,
il computo perenne delle spine
che si ripete. Dove scorri? Scorro.
Che cosa pensi? Penso. Chi sei? Un fiore…
macché, un’ombra… un agguato… un cimitero,
una maschera che urla dissanguandosi,
una larva che piange e che sorride…
un sorriso che muta in una lagrima,
un pianto che si cambia in un sogghigno.
Chi sei, allora? Chiunque vuoi che io sia,
lo sono… sono per me chi son io:
se sono un’ombra, ti spavento… se un ghigno,
t’irrido… se un agguato, ti divoro…
entrambi ci maschereremo un giorno
con la mia stessa maschera mortuaria,
perché, alla fine, sono un cimitero.
Semplicemente penso che non sia
questo il tempo di rose e di Madonne,
ma siedo sotto il campanile aguzzo
a rigirare Rosari… a sognare
ogni incanto perduto dei bei fiori
immortali… dei bei fiori mai visti.

Caspar David Friedrich, Un Paesaggio prima del Temporale, Romanticismo e Simbolismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì I Maggio AD MMXX.

domenica 26 maggio 2019

La Tristezza della Sera

Ancor più tardi strillerà la mia arpa,
nel cuore della mezzanotte buia;
e il cinguettio delle rondini insonni
gemerà con la voce delle nottole che
- dormienti - copriranno nuovamente
con le loro ale questa blanda Luna
fuggitiva agli sguardi dei miei Sogni.
Ancora ho in petto una sera di lagrime,
la solitudine amara del vento,
di fuori, questo nuovo Temporale.

Eugene von Guerard, Monti, Tardo-Romanticismo tedesco, 1863



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXVI del Mese di Maggio AD MMXIX.