O maggio, né più suoni in vêr la sera
i bronzi dei rosari e, se chiama
invano il tuo mador la Primavera
pallida, né più rispondi a chi ti ama.
O maggio, ora la florëale schiera
dei papaveri un po’ ti infiamma e acclama
per questi campi. Ma la tua sincera
ombra mi fugge, il cuor che ti richiama.
Così cantando, qual fa il Trovatore
che a’ sua fanciulla arpeggia e sussurra
nella Notte, io men sto a’ piedi tuoi, o maggio,
onde vorrei altre sere del tuo cuore,
risentir le campane, e l'alba azzurra
veder. Quel che vedo è Sogno o è miraggio.
John MacWhirter, Un Paesaggio scozzese di Montagna con Fiori, Tardo-Romanticismo scozzese, Fine del Secolo XIX |
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì VI Maggio AD MMXX.
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