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lunedì 27 settembre 2021

Prove di Stil-Novo nel Secolo ventunesimo

Sonetto in vecchio Stile - Vorrei aspettar, Madonna mia, anco un’Ora

 

Vorrei aspettar, madonna mia, anco un’ora

a’ piè de il solitario tuo verone

cantando a te una strofa di canzone,

ch’i’ son il cavalier che t’innamora.

 

Allor i’ so che verrai presto fuora

et bella et dulce qual da visione,

d’or vestuta et bianca in carnagione

a implorar sì colui che già t’implora.

 

Odimi, dunque! T’attendo et t’adoro

sì che disfido in tra le nebbie il verno,

qual dallo vento riportata sabbia.

 

Et qui i’ mi sto come dianzi a de l’oro,

sol per mirarti pe’ un attimo etterno,

udir d’Amor loquar da’ le tue labbia.

 

Sonetto in vecchio Stile - Era qual Tristia una Ferita al Core

 

Era qual tristia una ferita al core

che più non spurga a’ l’alma e a’ la parola,

quando, madonna, un dì ti lasciai sola

ché non sapevi nulla d’esto Amore.

 

I’ sognai d’esserti qual trovatore,

slanciar co’ il laùto cantar di gola

qual d’in su’ rami canta l’usignuola;

fellon già fui et codardo, et fu dolore.

 

Così non mi vedesti et fu corrotto

da’ miei tacenti labbi il detto ambito

sì che i’ ne ebbi vergogna et aspra cura.

 

Ma oramai al tuo veron sì bel di sotto

i’ dico “T’amo”, cor d’amar tradito,

che in cor l’Amor ti dice, o donna, e ‘l giura.

 

Sonetto in vecchio Stile - Sì pulchra et dulce et savia è la Pulzella

 

Sì pulchra et dulce et savia è la pulzella

che nomar Musa i’ vorrei de il mio canto

quando Amor mi delira et vienmi accanto,

fiammeggiar di Paradiso et di stella.

 

Già la veggo gentil che ride bella

di ridere bëato qual d’incanto,

mentre un po’ alza al gradino del suo manto

per me scendendo la bianca chiarella.

 

Ma i’ sto dinnanzi a donna sovrumana,

che sembra assomigliar gli Angioli in Cielo

tanto di sé risplende qual lucerna;

 

et è sì ora che i’ la veggo lontana:

stassi dallo caldo suo al mio gran gelo,

proibir d’Amor (una) lontananza etterna.

 

Sonetto in vecchio Stile - Madonna, se Niun t’avesse donato

 

Madonna, se niun t’avesse donato

il don gentil d’un fiore et d’una rosa,

vorrei i’ dirti che parlano da ascosa

stella esti fior per il tuo crin dorato.

 

Loquano et dicono accento bëato,

se li odi, odi una lengua maravigliosa,

a il calendimaggio ti chiaman sposa,

d’Amor qual Amor mai fu coniugato.

 

Son “l’et” che unisce il messer et la dama,

le verba che non avesti sentito

d’un cor che ti solletica et ti brama.

 

Ma v’è un fior ch’è mio non anco appassito

che per esto “et” ti desidera et chiama,

mio cor che Amor ti chiede a l’infinito.

Dipinto di Lorenzo Valles (1831-1910), L'Incontro di Dante con Beatrice, Realismo, Accademismo, Pre-Simbolismo, Tardo-Romanticismo italo-spagnolo, 1889. Olio su Tela. Collezione al momento sconosciuta allo Scrivente.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXVII Settembre AD MMXXI.

sabato 9 gennaio 2021

Sonetto senza Rime - Sento salir un Olezzo di Neve

Sento salir un olezzo di neve

che, le nubi intristendo, lagrima urla

disumane: le fredde ombre del verno,

della tormenta amiche silenziose.

 

Così tramonta il meriggio sul mio

volto!.... Ora, il buio - profumato di vento

e infreddoliti rami - regna orrendo

sulle profondità della campagna,

 

i campi divorando e le montagne.

So che fra poco vedrò il vespro grigio,

e che la Luna svampa come morta.

 

So che una ragna bianca cade a terra:

profumata di freddo, vaticina

il ghiaccio bianco che scioglie la Vita.

Quadro di Julius Sergius von Klever (1850-1924), Ritornando a Casa, Tardo-Romanticismo e Realismo russo, 1902.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato IX Gennaio AD MMXXI.

lunedì 16 novembre 2020

Sonetto - Sulla sconvolta Sera invoco assente Quiete

 Sulla sconvolta sera invoco assente quiete

con il cuore che freme e che si svelle

tepidamente dormendo. Alle stelle

sospirando, però, questa mia sete

 

di requie a tante nebbie volge, ascete

del novembrin tramonto. Ora, la pelle

pallida della Luna alla ribelle

sua forma d’oblio, infatti, come mete

 

del mio desio, brillando, si alza e vola

donde la bruma in un mar si tramuta

di lume… cesio… d’oro… ma febbrile.

 

In quest’attimo manca la parola,

e in queste nebbie il mio cuor non rifiuta

sentir la Luna che dice “Oggi è Aprile!”.

Quadro di Joseph Mallord William Turner (1775-1851), Pescatori in Mare, Pre-Romanticismo inglese, 1796.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XVI Novembre AD MMXX.


venerdì 30 ottobre 2020

Sonetti al Saluto di Novembre, Tempo di Fole e di Morti

 Sonetto senza Rime - Un’Ombra si riflette sullo Stagno

 

Un’ombra si riflette sullo stagno

notturno, tra le ramora spogliate

e le natanti foglie impallidite,

dove a’ miei sensi la nebbia è sepolcro.

 

Non so!.... Mi sembra una confusa immagine

degli abissi fangosi… una Rusalka

che giuoca a nascondino con le rane,

ella quel vento solleticando agile

 

che novembrino soffia, sepoltura

delle giornate serene. Ma, adesso,

che sta immobile come una morente

 

quercia… ora, che mi osservo attentamente,

nel profondo del vortice stagnante,

in lei mi vedo, illagrimato specchio.

 

Sonetto senza Rime - Senti!.... La Danza, i bei Piedi che scalpitano

 

Senti!.... La danza, i bei piedi che scalpitano!

Chiamala leggerezza d’un fantasima,

strascichi inquieti di vesti spettrali!

Di’: oh mie Villi! Oh Novembre! Amica terra!

 

Terra dei Morti, dei Santi… dei folli!....

Oh visionaria mia Anima! Tu tremi,

ormai, nel fitto di questa foresta,

miasma di Vita e trapassata speme.

 

Così t’inquietò la civetta urlante.

Ma la Notte ti chiama… ti rapisce

un’altra volta ancora, mare eterno

 

di misterici culti cui dai i nomi:

follia… attesa… päura. Nel buio

è un altare… una croce e un lumicino.

 

Sonetto senza Rime - Vi abbiamo benedetti dalla Terra

 

Vi abbiamo benedetti dalla terra,

ci voleste dispersi, o ossami in urne

dimenticate e sconvolte. Chi piange?

Chi versa lagrime agli estinti?.... Un Requiem

 

l’aspersorio predice il nostro Fato.

Aeternam… per così poco viviam,

spettri di vermi che sognan l’Ignoto

in una tomba di pietra. Dona eis,

 

Domine. E voi, benedetti, piangete

sulle nostre miserie, che infallibili

si propagano per sempre. Dona eis,

 

Domine. Viene presto la perpetua

sera ad alluminarci – impallidendo -

con quella Luna che non ha più fine.

 

Sonetto senza Rime - Chi calpesta le Foglie, qui strisciante

 

Chi calpesta le foglie, qui strisciante…

agitando le vie? Chi corre?.... Fugge

uno spettro orrorifico. Oh illusione!

Or dunque chiami nebbia pur te stessa!

 

Ma so che ora mi inseguono i fantasmi,

circonfusi di vento: denti e fauci

di lupi inquieti ai quali turbai il sonno,

il lor nome di fola esorcizzando.

 

Lo sai? I Pöeti hanno päura di Ecate,

come i fanciulli. Madre! Oh madre… narrami

un’altra fiaba! Ahi, poss’io riposare

 

tranquillo in questa Notte! Risvegliarmi

all’alba nuova, e chiamare miei amici

i Mostri oscuri del mio buio Mistero!

Quadro di Witold Pruszkowski (1846-1896), Śmierć Ellenai (La Morte di Ellenai), per il Poema Anhelli di Juliusz Słowacki (1809-1849), Tardo-Romanticismo polacco, 1892.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXX Ottobre AD MMXX.

sabato 15 agosto 2020

Sonetto - Sospira il Vento come fa il mio Cuore

Sospira il vento come fa il mio cuore

quando la nostalgia e i tanti ricordi

a dar conforto mi tornano, il fiore

dei miei primi anni portando. Oggi, sordi

 

però son questi, che ripetono ore

più felici, coi loro dolci accordi,

e i loro Sogni perduti d’Amore,

calici traboccanti dai bei bordi

 

dove non più spumeggia la gioia mia.

Allora penso al dissipato tempo,

e ai sorrisi sprecati, ai quali il canto

 

oppresso riede. Gioventù va via,

inanimato tramonto che lento

sfiora la sera, mio eterno buio e pianto.

Sir John Everett Millais (1829-1896), Ophelia, Scuola dei Pre-Raffaelliti, Tardo-Romanticismo inglese, 1851-52.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XV Agosto AD MMXX.

lunedì 10 agosto 2020

Sonetto del X Agosto - Mi fischia quando è Sera un lungo Vento

Mi fischia quando è sera un lungo vento

che forte assenta le stelle cadenti,

e che soffiando si incammina lento

verso il buio, dove le ombre risplendenti

 

della Luna un po’ inghiotte. Però, attento

ai suoi sussurri, io dalle sue irridenti

chiome mi faccio trascinare, onde enti

di Mistero mi mostra e di spavento

 

oscuro. Oh sera! ora più mai di stelle

non mi palesi il felice declino,

quel pianto in cielo che lascia una scia.

 

Ma dentro il tuo cuor ruvido e ribelle

a me rimembri il dolente Destino

d'un Sogno, come il lume che va via.

Joseph Mallord William Turner (1775-1851), Pescatori in Mare, Romanticismo inglese, 1796

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì X Agosto AD MMXX.

lunedì 6 luglio 2020

Sonetto - Della Sera colpisce il mio Riposo


Della sera colpisce il mio riposo
l’Anima inquieta, la qual trascinando
dell’alba Luna il vel nel tenebroso
suo mantello, di quel fascino blando

mi priva. Oh Fato! Allora, io del geloso
serotin ghigno, queste tralasciando
e altre angosce che vengono dopo, oso
disfidar il collerico e nefando

venir, co’ il Sol che grida a una pannocchia.
Tu vieni, oh sera… e splendi e taci e muori,
come un giovine stame che si infiora!

E ami il Tramonto che tanto a te indora
l’occhio appena. Poi è il buio, mai più ardori.
Pur soltanto la Notte ora m’adocchia.
Edward Moran (1829-1901), Un Paesaggio marittimo, Tardo-Romanticismo anglo-statunitense, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì VI Luglio AD MMXX.

lunedì 22 giugno 2020

Sonetto - Sogno sempre un Tramonto più lontano


Sogno sempre un tramonto più lontano,
che al guardo attendo, e l’elevate cime
falbe di niveo Sole, a cui la mano
e il cuor febbricitando in sul confine

commetto del mio riposo. Ora, un piano
sospir di questo, ripetendo un fine
sollievo e un duol feroce, dell’insano
desio il vespro inquïeta. Eppur sublime

è quest’istante che il vigil mi preme
sonno profondo, dove il rosato occhio
della Notte cattura il mio torpore.

Né so se questo Sogno è danno o speme,
se del tramonto ambito è questo il cocchio
fulgente. Ma nel cuor sento dolore.

Peder Mork Monsted (1859-1941), Un Paesaggio durante il Tramonto, Tardo-Romanticismo paesaggistico danese, Inizi del Secolo XX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXII Giugno AD MMXX.

domenica 21 giugno 2020

Sonetto - Espio queste Ombre, e questo Sole e molti


Espio queste ombre, e questo Sole e molti
mari di tanta Estate, ove le allegre
ridon risaïe al fiorir di incolti
gelsi. Ma da’ miei sguardi, ignote ed egre

a quelle, aride or si infiammano ai volti
degli stagni malvagie cure, pieghe
recondite che all’Anima i riavvolti
istanti spiegano. E ora, le più negre

nubi venendo d’un vil Temporale,
tai agitazioni a loro paragono,
durante un lampo di gleso e di fuoco.

Allora, (io) espio anche questo mäestrale
oscuro, onde mi confondo co’ il tuono;
né mi val viver, né Morte m’è giuoco.

Ivan Konstantinovič Ajvazovskij (1817-1900), Una Scena di Naufragio, Romanticismo russo-armeno, Seconda Metà del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XXI Giugno AD MMXX.

lunedì 8 giugno 2020

Sembran la Guerra questi Tuoni acuti


Sembran la guerra questi tuoni acuti
che l’eco mi percuoton da lontano,
donde mi taccio. Allora, come insano
grido che dalle schiere dei perduti

opìmi vinti va, urla il nembo ai muti
orizzonti, ove il tacer mio più vano
s’interrompe. Così (io) vidi l’arcano
buïo risplender degli abbattuti

lampi!.... Pur si propaga la battaglia
funesta, in ciel devastatrice e ingrata,
giacché semina incendi e tenebrore….

Quando, alla fine, una luce l’abbaglia,
con una nube che s’è diradata.
Or tra l’ombre vedo solo il mio cuore.

Edmund Blair Leighton, Il Condannato, Tardo-Romanticismo inglese, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì VIII Giugno AD MMXX.

Due Sonetti romantici di Vita e Morte


Dolce è il Ricordo dei vecchi e passati


Dolce è il ricordo dei vecchi e passati
attimi, quando sul limitar della
chiesa flüivan le chiacchiere e i beati
scherzi. Del resto, bella

è la Vita tra amici, ove sperati
istanti si susseguon; né mai stella
di questa sì presto eclissa, né odiati
Destini la cancellan.

Ma so che le vie del viver son spente
in tanto duol, onde per sempre serra
i tuoi occhi al mondo il Fato orbo e profano.

Non più tu sei tra noi errante e vivente.
Qui t’accolse la gelida e aspra terra,
il bel Sogno che ti porta lontano.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato VI Giugno AD MMXX.

Caspar David Friedrich, L'Entrata di un Cimitero, Romanticismo tedesco, Fine XVIII Secolo
Mi desta il Temporal l’Alma irrequieta


Mi desta il Temporal l’alma irrequieta
che dei profondi tuoni un po’ si nutre
e d’ogni cura. Allora alle orbe e mute
nubi se istiga la folgore l’etra

solitaria e selvaggia, essa la meta
vital disperde, onde un timor m’incute
che d’incerto Destin mi parla. Illude,
infatti, quest’Estate buia che vieta

delle labbra lo sforzo a un bel sorriso
e vago. Nel frattempo, fuori, or piove
con goccia che dei lampi il fuoco specchia.

Ma una voce di strage mi fa irriso,
quando il tuono rimbomba e si commuove
dicendo “Muori, oh genìa, che sei vecchia!”.

Non ho mai temuto così tanto la Morte, i morbi,
la guerra. Avete narrato troppe empietà a un giovane Poeta.

Hermanus Koekkoek il Vecchio, Una Scena di Naufragio, Romanticismo olandese, Seconda Metà del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì VIII Giugno AD MMXX.