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venerdì 30 luglio 2021

Sonetto - Minacce di Temporale

Quando i lampi si intrecciano alle nuvole

come ellera che si arrampica ai muri,

quando come eco.. come grido di ugole

tuona una belva dagli Abissi oscuri,


quando sommessamente urla la pioggia

nera che cade saltellando a stento,

quando alle vecchie ramora si appoggia

lo schianto orrendo e selvaggio del vento..


io mi beo.. e del Temporale osservo

il divenire eterno e misterioso

ramificato in ogni vena e nervo.


Poi un lampo allumina il cielo furioso.

Sono l’Anima allegra che fa festa

nel vortice fatal della Tempesta.

Dipinto di Kazimierz Stabrowski (1869–1929), Fiordo norvegese, Tardo-Romanticismo, Realismo paesaggistico polacco, 1928. Olio su Tela. National Museum, Varsavia.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXX Luglio AD MMXXI.


sabato 15 maggio 2021

Minaccia il Temporale

Rane su vecchi rami canterellano..

i rami scorrono sopra lo stagno,

le foglie cadono al soffio del vento,

piangono gli iris...

Inchiostro di violacei orizzonti.

Sangue di assenti meriggi che fuggono.

E tu, mio Temporale, scuoti ossami

di sibili e sussurri, come lampi

e Valchirie nel mare delle nuvole

lontane. Intanto,

sabbie dai campi sospirano e si alzano,

come onde furibonde tra le rive.

Trema la terra con trombe di guerra,

terror tremendo e titubante truppa

di tanti.. tanti terribili tuoni.

Poi si naufraga.

Un rimasuglio di folgori esauste.

Un aspro scricchiolare di fogliami.

Il mio vascello si alza e poi si infrange

sugli scogli degli alberi defunti.

Quadro di Frederick Judd Waugh (1861-1940), Southwesterly Gale a St. Ives, Realismo paesaggistico, 1907.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XV Maggio AD MMXXI.

venerdì 14 agosto 2020

Temporale

L’aria va zingara

per buio cielo

dove rammenta

un po’ di nuvole

un fior di melo

su una via lenta,

 

forse una pallida

rosa purpurea,

nel Temporale

che vedo insorgere,

fauce cerùlea,

battito d’ale.

 

Fuggon le rondini

d’in su’ i miei tetti,

vanno lontano,

sentono i fulmini,

i tuoni infetti

dal loro arcano.

 

Gli eterni brillano

vasti orizzonti,

nei quai mi giacio

forse beandomi

dei loro monti,

del loro bacio,

 

sublimi Anime

d’ignote terre,

che non conosco,

che a me qui tornano

da vecchie guerre,

bevvero un tosco,

 

labbra venefiche

della Natura,

della Tempesta,

come mi versano

la Vita dura

nella mia testa,

 

come mi cullano

or brontolando

tra le säette,

un po’ sonnifero

blasfemo e blando

delle mie vette.

 

Fuggon le allodole,

strillan chiassose,

lo strido echeggia

su di me attonito,

sulle più ombrose

legna di scheggia,

 

sull’onde ripide,

del vento sacre

vittime crude

che le sacrifica

un urlo alacre

di piove ignude.

 

Scende la grandine,

un campo miete,

fende le spighe

del riso immobile

che non ha sete

di rogge amiche,

 

dove mi supplicano

le miti rane:

“Dammi un aiuto!”

mentre non gracidano

a’ nubi insane,

stagno perduto.

 

Ma già qui splendesi

un fuoco intenso

che certo è il Sole,

ben oltre i valichi,

brilla d’immenso,

tra l’arie viole:

 

e scopro mutolo

che è solo un lampo

col tuono torvo.

Mi scuote orribile,

non v’è più scampo…

nero di corvo.

 

E sul suo tremito

cuore sublime

che già m’inghiotte,

tra tanti brividi,

vien la sua fine,

vien la mia Notte.

Joseph Mallord William Turner (1775-1850), Paesaggio con Temporale che arriva, Romanticismo inglese, 1840.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XIV Agosto AD MMXX.

venerdì 24 luglio 2020

Sonetto - Mi colpisce la Grandine dal Tetto


Mi colpisce la grandine dal tetto,
con un tintinno di vento pei campi
gelidi. Allora, io qui, andando al cospetto
di questa, il numero osservo dei lampi

che tuonano parole mute, schietto
gridio di Anime in pena. Eppur tu avvampi
poco, o Estate, al venir del loro aspetto
fremente, né su lor contempli gli ampi

orizzonti che a me lasciano detto
un sussurro d’eterno Ignoto e inciampi

tra i sassi della profonda campagna.
Ma io sfido la Tempesta e sfido il tuono,
l’arme brandendo in alto, oltre la spalla.

Io combatto furioso quel che bagna,
piover funereo di pianto e abbandono,
io… Anima morta, spenta nel Valhalla.
Arthur Rackham (1867-1939), Illustrazione per l'Anello dei Nibelunghi di W. R. Wagner, Inzio del XX Secolo
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXIV Luglio AD MMXX.

martedì 9 giugno 2020

Tacer di Nembo amico più non sento


Tacer di nembo amico più non sento,
ma dei furenti tuoni il vagabondo
urlo. Frattanto, mi trascina il vento

a tanta terra ignota, onde un giocondo
istante si frammezza a un più crudo,
che io in cuor apprendo e nel tempo profondo.

Tale è il fulmine al buio che passa! Un nudo
Sogno lampeggia…. M’illude… m’illudo!

Edmund Blair Leighton, Tristano e Isotta, Tardo-Romanticismo inglese, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì IX Giugno AD MMXX.


lunedì 8 giugno 2020

Sembran la Guerra questi Tuoni acuti


Sembran la guerra questi tuoni acuti
che l’eco mi percuoton da lontano,
donde mi taccio. Allora, come insano
grido che dalle schiere dei perduti

opìmi vinti va, urla il nembo ai muti
orizzonti, ove il tacer mio più vano
s’interrompe. Così (io) vidi l’arcano
buïo risplender degli abbattuti

lampi!.... Pur si propaga la battaglia
funesta, in ciel devastatrice e ingrata,
giacché semina incendi e tenebrore….

Quando, alla fine, una luce l’abbaglia,
con una nube che s’è diradata.
Or tra l’ombre vedo solo il mio cuore.

Edmund Blair Leighton, Il Condannato, Tardo-Romanticismo inglese, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì VIII Giugno AD MMXX.

mercoledì 6 novembre 2019

Mi piacciono i tuoi Tuoni di Novembre

Mi piacciono i tuoi tuoni di Novembre,
o Autunno, quando in un attimo cieco
di alba, ritorna l'Estate trascorsa
con il guizzo di un lampo.

E qui mi si risveglia il cuore; e, mentre
trapassa lontano il ruggito del bieco
tuonar, la nuova Tempesta m'ha morsa
un'ombra donde avvampo.

Allor la mente corre ai fior, ai monti,
al trasognato mare dalle spume
d'oro, tant'è che l'allumina il Sole.

Oh perduti orizzonti!....
Adesso nere son le nubi, e il lume
del dì m'è grigio, e nessun più lo vuole.

Julius von Klever, Un Paesaggio invernale, Tardo-Romanticismo lituano-russo, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì VI del Mese di Novembre AD MMXIX.