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venerdì 14 aprile 2023

Una Strofa saffica - Fatto come il Vento

Sono una nube sottile.. leggera,

uno speglio inesistente. Mi reputo_

_invisibile. Come il vento cammina

sugli anemoni.

Dipinto di Sir John Everett Millais (1829-1896), La Sposa di Lammermoor (The Bride of Lammermoor), Romanticismo, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Pre-Simbolismo, Simbolismo inglese, Epoca Vittoriana, Scuola della Confraternita dei Preraffaelliti, 1878. Olio su Tavola, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XIV Aprile AD MMXXIII.

mercoledì 25 maggio 2022

Sonetto - Penso che il Vento sia il grande e più vecchio

Penso che il vento sia il grande e più vecchio

vïaggiatore solitario, quello

che non può che essere invidiato e amato

perché dovunque ha fatto il vagabondo.

 

E penso che sia il mio volto allo specchio

dell’aër, il mio sguardo al Sole e al vello

della terra, perché sono dannato

come costui che ha viaggiato il mondo.

 

Se fossi questo vento! Saprei cosa

nasconde l’orizzonte e l’infinito,

andrei a parlare a un päese lontano!...

 

Volerei sopra ogni vola e ogni rosa,

come un vecchio spirito mai assopito,

vïaggerei portando Dio per mano!

Fotografia dell'Autore stesso, Fiori di Camomilla, Lunedì XXIII Maggio AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XXV Maggio AD MMXXII.

sabato 23 aprile 2022

Fiori di Temporale

Questi bei fiori hanno lo stesso incanto

del vento che li trascina e li porta

con sé - lontano - e hanno il fascino occulto

dei lampi e delle nuvole che tanto

paiono nere. Questa è una risorta

viola che si disperde nel singulto

del primo tuono. E questo è il mio vïale,

dove i petali son precipitati

per ordire un sentiero di ombre un po’

rosee e bianche.. un sentiero come un mare

di fiori. Gemmano ora gli illibati

rami e tremano, osservano la pioggia

che singhiozza sul prato della chiesa.

Osservo anch’io il Temporale! Ed è sera,

e un altro fiore per terra si appoggia,

ha perso contro il vento e ora è la resa.

Ma April mi sembra solo una chimera.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Petali sul Catrame, Sabato XXIII Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXIII Aprile AD MMXXII.

sabato 9 aprile 2022

A un Vento di Primavera

Vento, che dici parole fuggenti,

dalla campagna stai alzando la sabbia.

Forse il ruggito non odi, non senti

che esce furioso e va dalle tue labbia,

forse non sai che sembri sollevare

le dune di un ermo molto lontano,

e che pieghi le ramora risorte

dall’inverno passato, e che per mano

prendi le foglie giovinette e morte

e le trascini nel tuo lungo mare,

e non sai che io sto ascoltando i tuoi salti

sulle tegole vecchie e sopra i tetti,

su’ muriccioli e invisibili spalti

di castelli perduti e maledetti,

sulle campane che placide e calme

suonano le melodie del meriggio

e gli osanna per gli ulivi e le palme;

e non sai che vai a dondolare il riccio

di qualche ippocastano non ancora

caduto dall’inverno e vai a lambire

e a strappare gli stami e le interiora

e i petali del persico e vai a dire

suggerimenti per danzare in mezzo

alla tua voce stridula e gridii

e fischi dentro il tuo ancestrale vezzo

che fa eco a mille saluti e altri addii,

che sei un pöema della pia Natura,

un racconto di Eroi eterei e foschi,

labbi per benedire una radura

di ruggiti e silenzi, e miele e toschi…

E io al tuo respiro freddo, algido, ottuso,

sto alla finestra e vedo il finimondo,

vedo il tuo passo e vacillo confuso,

vorrei essere te, ossia un vagabondo,

la polvere, la terra, delle carte

che svolazzano, essere la foglia,

le sabbie sopra i campi, i rami secchi,

le pietre e i sassi, andar in altra parte

come in un sogno, come una voglia,

oltre questi orizzonti sempre vecchi..

un sibilo di freschezza, un sussurro,

unisono alla Madre aria che vola,

sopra gli stecchi e l’infinito azzurro

della mia Primavera.. una parola,

una malia di un attimo divino,

verso la sera dai suoi volti oscuri.

Così in te, o vento, m’avvicino

nel regno di quei sogni imperituri.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Fiori rosei della Campagna, Martedì V Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato IX Aprile AD MMXXII.

lunedì 21 febbraio 2022

Nel Pomeriggio il Buio dell’Inverno

Si spegne adesso la Luna soffusa,

la falce sorridente.. questa Luna

del Sole dentro il mare congelato

dell’inverno stanco.

 

Così dalle spumanti onde del ghiaccio

riemergono come sogni assopiti

le bianche nebbie del luccichio nero

del pomeriggio che volge alla sera

il Destino.

 

Poi si alza un po’ di vento senza più

respiro per se stesso, senza tregua..

leggero.. leggero,

un vento che ora quasi va ghermendo

il mio medesimo fiato, uno schiaffo

simile a una carezza ai miei capelli

scompigliati.

 

E ritorna la nebbia ad annerire

nel Tramonto l’orizzonte infinito.

Fotografia dell'Autore stesso, Ingresso con Archi di Alberi, Domenica XXI Febbraio AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXI Febbraio AD MMXXII.


lunedì 7 febbraio 2022

Inno alle Silfidi

Oh di voi ambrate Silfidi con il Sole glauco del giorno

agili ombre danzanti, oh amiche profonde e figliuole

del vento,

 

oh incanti di fanciulle predilette all’aër devoto

che già mi sorridete sollevando i vecchi fogliami

da terra,

 

che dai pepli sollevati dai fiati leggeri e chiassosi

i rigonfi dei vostri tempestosi seni mostrate

agli indiscreti occhi,

 

ai desideri repressi, ai soffici sogni d’Amore,

agli Inni afrodisiaci di rapsòdi a Erato e Adone,

ai baci;

 

oh sciami di Dee.. di Dee falbe, dentro i bei vortici,

dentro la voce dell’etere incontestato orrido Inverno,

dentro le nugole,

 

oh inquiete, fredde carezze di mani femminee sui rami,

le quali ghermiscono il sovvenire del melograno

che un po’ rinasce

 

per fecondare i fiori che presto Proserpina avrà,

frutto dei vostri inguini proibiti, impudici.. amari

ma belli,

 

oh Fate delle selve che suonate l’arpa sui ceppi

fischiando e battendo sul suolo i talloni leggeri..

leggeri,

 

oh invisibili corpi d’azzurro quasi spoglio e ignudo

nell’orizzonte sereno che mi sembra mare per viaggi

lontani

 

ma che se lo disfidassi, la fronte mia alle vostre spalle

palpitando appoggerei, sotto il vostro sguardo perplesso

d’Immortali,

 

ma senza ricevere da voi né il più piccolo bacio,

né un sorriso, ma uno schiaffo per ridere un po’ sui capelli

che svolazzano;

 

oh agitatrici insane degli Elementi agili e inquieti

come un soliloquiare sul davanti di ultime febbri

del verno

 

lungo il ruggito d’un Satiro fattosi anch’egli, come voi, vento

perché cerca d’impaurirvi per ghignare orrendo e maligno

come un Orco;

 

oh voi di nuovo ambrate mie Silfidi nella stagione

degli ultimi ghiacci, or ditemi, finirà presto

la vostra canzone?

 

O la vostra Musica cesserà d’esistere e a un tratto

l’obbrobrio del Silenzio vi vincerà col primo fuoco

di Primavera?

Dipinto di William Hamilton (1751–1801), Prospero e Ariel (Prospero and Ariel from Shakespeare's The Tempest), Pre-Romanticismo, Classicismo inglese, 1797. Olio su Tela, 81,0x57,5 cm. Alte Nationalgalerie, Berlino (Germania).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì VII Febbraio AD MMXXII.

martedì 1 febbraio 2022

Sonetto - E il Vento non ha ancora consumato

E il vento non ha ancora consumato

tutta l’erba che può piegare per terra,

dondolandola, né ha rinominato

ancora il suo potere che non erra

 

se non per un oscuro mondo, a lato

delle ramora stanche e della guerra

tra Inverno e Primavera, non ha odiato,

non ama, è solo un’Anima rubella.

 

Ma io sono come un fiore che ei calpesta,

appena.. appena sollevato in alto,

ma con i piedi fermi dentro il suolo.

 

E mi sembra che ei sia come tempesta

che annienta le difese del mio spalto,

finché nel cuor non mi sia freddo e duolo.

Illustrazione di Arthur Rackham (1867–1939), Brunnhilde bacia l'Anello che Siegfrido Le ha lasciato (Brünnhilde kisses the Ring that Siegfried has left with Her), Illustrazione per Il Crepuscolo degli Dei di Wilhelm Richard Wagner (1813-1883), Tardo-Romanticismo, Simbolismo inglese. Illustrazione, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata, Londra (Regno Unito).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì I Febbraio AD MMXXII.

martedì 19 ottobre 2021

Favola poetica - Il Mare e la Bora

La bora e il mare un giorno litigarono.

“Io trascino i vascelli” disse il vento.

“Senza di me non sono” disse il mare,

“Tu menti!” urlò la bora “Sei bugiarda!”

gridava il mare;

e anche gli altri Elementi si divisero:

il fuoco diede ragione alla bora,

la terra al mare, la sabbia a nessuno,

gli scogli a entrambi, e le Sirene tacquero.

Poi ecco! un mattino Dio chiamò l’Inverno:

“Va’ e nel mio nome poni fine a questa

contesa!” disse; e l’Inverno ubbidì, ei

soffiò dall’Alpe una burrasca fredda:

il ciel si fece grigio, il gelo urlò

dappertutto, la bocca delle vette

liberò la valanga in odio al Sole.

Tutto gelò: la bora diventò

neve, il mare fu ghiaccio, aspra la terra,

il fuoco si lamentava e si spense,

impararono dentro l’acque gelide

a pattinare le Sirene fredde,

gli scogli erano colmi di ghiacciai,

la sabbia un freddo tremendo soffriva.

“Perché non ti ho ascoltata?” disse il mare,

“Avevi ragione!” disse la bora:

oramai non ci sono più i vascelli,

non c’è più il mare, non c’è più la bora,

ma tutto è ghiaccio. Ora stridono i denti.

Dipinto di Désiré Thomassin-Renard (1858-1933), Cervi in un Paesaggio invernale, Tardo-Romanticismo, Realismo, Post-Impressionismo austriaco, 1933 circa. Olio su Tavola, 30x40,5 cm. Collezione non precisata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XIX Ottobre AD MMXXI.

venerdì 30 luglio 2021

Sonetto - Minacce di Temporale

Quando i lampi si intrecciano alle nuvole

come ellera che si arrampica ai muri,

quando come eco.. come grido di ugole

tuona una belva dagli Abissi oscuri,


quando sommessamente urla la pioggia

nera che cade saltellando a stento,

quando alle vecchie ramora si appoggia

lo schianto orrendo e selvaggio del vento..


io mi beo.. e del Temporale osservo

il divenire eterno e misterioso

ramificato in ogni vena e nervo.


Poi un lampo allumina il cielo furioso.

Sono l’Anima allegra che fa festa

nel vortice fatal della Tempesta.

Dipinto di Kazimierz Stabrowski (1869–1929), Fiordo norvegese, Tardo-Romanticismo, Realismo paesaggistico polacco, 1928. Olio su Tela. National Museum, Varsavia.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXX Luglio AD MMXXI.


mercoledì 28 luglio 2021

Momento notturno

Pallido assillo -

i rami suonano campane.

Impiccato al vento

un raggio di Luna.

Dipinto di Elias Pieter van Bommel (1819-1890), Chiaro di Luna in un Paesaggio invernale presso Amsterdam, Romanticismo, Realismo olandese, 1883. Olio su Tela. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XXVIII Luglio AD MMXXI.

domenica 25 luglio 2021

La Carrozza del Vento

È come una carrozza il vento. Porta,

infatti, come un viaggiatore esperto,

a passeggiare l’Amore dei fiori

immacolati:

la campanula bianca col cappello

che vola, leggermente al collo il laccio

disciolto,

e il rododendro, figlio delle vette..

delle vette sublimi, dove l’aquila -

la vittima futura designando -

regna sui vecchi Abissi.

Oh che bel viaggio!... E io, d’altra parte,

lo vedo.. con le pupille nascoste

nel riverbero incauto delle nuvole..

e va.. e va.. e va lontano

che a seguirlo ora m’è fatica e speme,

fino dove lo attende un’altra Vita,

forse per la prossima Primavera.

Dipinto di Franz von Stuck (1863-1928), Paesaggio nella burrasca, Impressionismo, Espressionismo, Simbolismo tedesco, 1920 circa. Olio su Tela.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XXV Luglio AD MMXXI.

domenica 20 giugno 2021

Sonetto senza Rime - Mi sembrò un Ringhio, un Temporale atroce

Mi sembrò un ringhio, un Temporale atroce

con tante fiamme orrende, i tuoni

destrieri sulle maree delle nuvole

ove persero il Nord gli stormi incauti.

 

Mi pareva un naufragio desolato..

“Tenetevi alle sartie! Al mare l’àncora!”,

e il vento, sbuffo dei folli Elementi -

lo sentivo - gridava come un diavolo..

 

gridava le bestemmie delle menti

perdute nel suo abbraccio di veleno,

come alla malia di una meretrice

 

da taverna: “Pagate più orge, oh clienti!”.

Mi sembrò tutto il cuore.. il cuor umano:

i lampi a terra.. e gli aneliti al cielo.

Quadro di Joseph Mallord William Turner (1775-1851), Un Disastro in mezzo al Mare (A Disaster at Sea), Romanticismo, Pre-Impressionismo inglese, 1835.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XX Giugno AD MMXXI.

Sonetto senza Rime - Tu che ora Mi trascini, Tu che gridi

Tu che ora mi trascini, tu che gridi

con le fauci di un Mostro che divora,

come aëre selvaggio e triste e bieco,

tu, figlio della Tempesta e del Nulla,

 

gomitolo di urla e di soffi e di doglie,

tu, di rami e fogliami il rapitore

che corre in un istante vie infinite,

tu, parole d’un folle.. oh vento, sei!

 

E mi richiama il tuo ghigno di beffa,

e mi impaurisce la tua via che vola,

come un sentir d’inquietudine amara.

 

Poi, però, la tua possa si corrode,

tornano ferme le querce che hai mosso;

ma io mi specchio con te, nella tua assenza.

Quadro di Johann Heinrich Füssli (1741–1825), Le tre Streghe, Pre-Romanticismo, Romanticismo svizzero-tedesco, 1783.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XX Giugno AD MMXXI.

venerdì 9 aprile 2021

Et Ventus spirat

Lo so che ormai in cerùlea ombra d'Aprile

ci son tante giornate in mezzo al vento,

come scie di soffioni, Anime grate

inquiete posano a terra, sul caldo,

e la conta facendo di passanti

senza uno sguardo, nasconde la femmina

Notte il Mistero della Luna scialba,

il patimento di tutte le stelle.

Quadro di Gaetano Previati (1852-1920), Il Ritorno delle pie Donne, Scapigliatura, Tardo-Romanticismo, Post-Impressionismo, Divisionismo italiano, 1910.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì IX Aprile AD MMXXI.

martedì 16 marzo 2021

Giornata di Vento

E mi trascina questo vento insano,

dei monti alito forte oltre il perenne

ghiaccio, ferocemente palpitando,

come d’un Mostro le fauci selvagge

figlie di un regno di ombre incatenato,

il presuntuoso Ade, donde ragli

salgono dell’Arpie e dell’altre genti,

servi profani d’un rito di Morte,

per cui gelando il cuor commetto al vago.

Io so che porta il vento tanti fiori,

che piovono i capelli i salci al mio

passeggiar nel meriggio solitario

e che la Primavera si risveglia.

Io so che il melograno già feconda

il bacio della terra e il biancospino

e che intreccia corone il pesco al cielo,

con i suoi occhi rosati e le sue ciglia

appena falbe, come son le nuvole.

So che alza i vestimenti delle dame,

un po’ le gonne, a discoprire i volti

pudici delle caviglie sottili,

al nudo corpo delle ninfee assorte

l’occhio a indirizzar seguitando eterno

nel torneamento d’una ridda in miele.

Ma questo vento - è solo vento e nulla! -

nell’incanto sublime della Vita

agile cocchio trainando nell’aër,

mi ricorda che son ossa di fango.

Nel cuor mi cape profonda paura.

Quadro di John William Godward (1861-1922), Paesaggio con Fioritura del Mandorlo dai Fiori rossi, Neo-Classicismo, Accademismo, Simbolismo inglese, Scuola dei Preraffaelliti, 1912.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XVI Marzo AD MMXXI.