Sono una nube sottile.. leggera,
uno speglio inesistente. Mi reputo_
_invisibile. Come il vento cammina
sugli anemoni.
Il presente Blog vuole riproporre un ritorno critico e ragionato della Poesia romantica e, per questo, farsi portavoce di un Neo-Romanticismo più vicino alla corrente culturale del secolo XIX. Con il titolo si vuole pensare e sognare di poter onorare i fratelli Schlegel che, con molti altri, sono i Padri del Romanticismo tedesco.
Sono una nube sottile.. leggera,
uno speglio inesistente. Mi reputo_
_invisibile. Come il vento cammina
sugli anemoni.
C’è sempre ancor più nebbia intorno a me,
di sera. Le luci lontane spente.
Le vie passeggiano per le città
dormienti e lente.
C’è il vento che saltella per i campi,
qualche fanale che stride nel buio,
con i deboli suoi occhi, con i lampi..
con il silenzio…
C’è nel mio cuor la brama di sorridere;
ma la tristezza delle foglie secche
strappate dalle ramora, per terra,
trionfa su tutto.
Oh mesto pavimento marcescente!
Figlio del legno nativo e del lutto!...
Le tue piante non hanno più ghirlande,
non hanno fiori..
ma è l’ora della castagnata a cena,
del mosto e degli acini e dei sapori
di funghi. C’è come un’ora di sonno
ma mille ore di sogni.
I corvi neri.. i corvi neri! gracchiano,
c’è come lezzo di paglie e pannocchie,
cantano meste le ultime ranocchie..
come a Settembre.
Oh ibis che trasognate il Nilo! Oh
aironi,
rondinelle migranti nel deserto,
tra le dune d’Africa a ciel aperto!...
Oh Ebe.. oh vendemmia!...
E che dire mai potrò a una fanciulla
che torna dagli scogli e dalle vette,
contando gli ultimi tuoni e le saette,
ora che è triste?...
Se non hai mai odorato quel profumo
di foglie secche bagnate cadute,
né mai udito hai le prime nebbie mute,
non sai sognare.
Sempre è deserto in questa landa, in questa
Estate, in questi attimi di riposo
e in queste veglie. Attendo la
tempesta,
il vento iroso,
la pioggia. Attendo… Attendo questo
mare allegro
di vecchi navigatori, fors’anche
la carovana dal velame negro,
e le anime stanche
tra le dune infinite. Solitari!
Siamo velami solitari e folli,
siamo l’oppio di mercatanti e bari,
dove i ribolli
del Sole annientano il mondo tremendo.
E attendo.. attendo la Luna
bianchissima,
finché c’è follia nell’occhio di
sabbia,
c’è follia nella mia testa assonnata,
come un tremito dalle scarne labbia,
tu.. mia pazzia, sei dunque ritornata,
anch’io son fatto delle stesse dune
di questo deserto.
Sono io la pallida nebbia del cuore,
sono
io la tremula foglia d’Autunno,
i
sogni tramontano lungo la sera,
placido
eterno.
Sono
io l’orribile notte d’Ottobre,
le
foglie fragili cadute a terra,
le
ombre degli aceri, le urla dei platani,
dolce
naufragio.
Naufrago
d’algide forme nel mare
dove
m’abbacina una marea oscura
e
che m’obnubila e che mi richiama
e
che mi annega,
mentre
mi sibila cantiche amare
di
ninfe e d’alighe e d’epitalàmi
mentre
si dondolano l’erubiscenti
foglie
d’Autunno
che
lalofobiche parlano mute
dove
le inghiottono le terre edàci.
Allora
mi agito. Cado nel buio.. e
naufrago..
e naufrago,
m’anniento nell’Autunno, avido eterno.
Fotografia dell'Autore stesso, Ocra d'Autunno, Martedì XIX Ottobre AD MMXXI.
Il vento mi ha piegato l’erba, i rami
non daranno più petali né frutti,
vedo volar le foglie impallidite
e maturate,
vedo la loro scia, è vorticosa,
porta con sé un po’ di sabbia che dopo
mi solletica gli occhi. Ma non ridono,
non posso ridere,
è un fastidio spiacevole la polvere
tra le pupille che non la sopportano
e io la allontano, è così piccola e
orba,
ho pietà?... Intanto,
infinito silenzio mi sovrasta
benché sembri che qualcuno canti
romanze acide di gracchie e di paglie,
di tenebrore.
Chi c’è oltre l’ombra del mio corpo
esausto?...
Nessuno. Assaggio una bacca di buon
biancospino, è terribile.. sa solo
d’Autunno e noia
ma può essere che stormi più affamati
sappiano amarla come prelibata.
Anch’io vorrei abitare in uno stormo,
volerei libero,
adesso, invece, sono un vagabondo,
un viandante in catene settembrine
che vede che la Natura si annienta,
simile al cuore.
Allora attendo il crepuscolo cerulo,
l’ora che sia dovunque notte e buio;
userò il giallo delle foglie spente
come lanterne.
Mi chiama il corvo dai campi lontani,
con il fruscio del vento, con sottile
cantilena di paglie. Ma il grigiore
intenso, ovunque,
di tristezza m’opprime e immensa e
orrenda,
donde so che vien l’Autunno dal volto
smunto e so che è ora di tacer per
sempre,
so anche che sogno…
Sogno arcate di rami di campagna,
il profumo dei primi funghi, il terreo
ticchettio delle pozzanghere immense,
la pioggia. Sogno
le prime foglie variopinte e secche,
cadute a terra per farmi contare
i tuoi passi.. e seguirti da lontano
nell’infinito.
Dipinto di Janus Andreas Bartholin la Cour (1837-1909), Visione di una Spiaggia con Nuvole e Pietre, Accademismo, Realismo danese, 1889. Olio su Tela. Collezione privata sconosciuta.
Come svelto procede il buio, ora.. a sera
sotto le lampe delle vie azzittite,
per me triste singulto dell’Autunno
che già sovviene!...
Non vedo stelle, non vedo camini,
tegole tettoie grondaie. Tutto
m’è informe.. cieco. Non vedo ma sento
il campanile
che mi martella ore-fantasmi e grigie,
mentre il mio cuore emana un grido come
quello di una cornacchia di campagna,
per poi irriderlo.
Perché ho imitato quel corvo che
spigola?...
Vorrei imitare il vento stesso sopra
gli ossami delle risaie mietute.
Vorrei ascoltare.
Sei tu che canti dall’Agogna, cimba
di ultime rose e di smagrite foglie
come voce del buio stesso che vola
a sonnecchiare?...
E tu mi chiami dal profondo e sento
batter di pianto simile alla pioggia,
indefinita lontananza estrema
nella vendemmia,
nei boschi dei castagni, tra gli
stagni,
sulle foglie ingiallite e tremolanti,
per le rive dei funghi e delle spighe,
tra le pannocchie;
e mi chiami con voce silenziosa,
stridulo giambo d’airone che vola,
gliconeo della Notte settembrina
e della Luna.
Ma mi chiami con palpiti di sogno,
con le luci che a poco, a poco
spengonsi;
né più mai ti rivedo per le mie ombre…
Tra noi l’Oceano.
Dipinto di Thomas Marie Madawaska Hemy (1852–1937), Il Naufragio, Accademismo, Realismo inglese, 1911. Olio su Tela. Collezione privata, Sarjeant Gallery di Whanganui, Nuova Zelanda.
Lawrence Alma-Tadema, Le Rose di Eliogabalo, Accademismo e Simbolismo olandese, Gruppo dei Pre-Raffaelliti, 1888. |
Aleksander Gierymski, Battelli sul Fiume, Tardo-Romanticismo polacco, Seconda Metà del Secolo XIX |
Frank Dicksee, Navigatori Vichinghi, Tardo-Romanticismo scandinavo, Fine del Secolo XIX |
Ivan Kostantinovic Ajvazovskij, Una Tempesta, Romanticismo russo-armeno, Prima e Seconda Metà del Secolo XIX |
Caspar David Friedrich, Abbazia nel Querceto, Romanticismo tedesco, 1808-1810 |
Daniel Ridgway, Knight in an idle Moment, Accademismo inglese, 1890. |
Giuseppe Canella, Küstenlandschaft bei aufgehendem Mond, Romanticismo svizzero, 1840 |