È
triste attendere.. sognar forse è d’uopo: il risveglio
di
una nuvola di fiori. Lasciatemi! il verno ritira
le
sue orde selvagge, le nebbie innalzando dai smossi
campi,
simile ai fumi di pugne lontane e meschine…
Ma
d’intorno m’è suono tuttora il silenzio degli attimi
che
alla membranza scorrono delle nevi glauche e irridenti.
Solo
dei battiti d’ale distruggono questi silenzi..
e
poi, nuovamente, non sento più nulla, soltanto
il
ricordo delle vecchie tormente… E tintinnano le ore,
e
si susseguono i giorni, e lagrima d’acerbo dolore
il
mio occhio. Pur non risveglia dagli Inferi il mistico patto
di
Cerere la vergine fanciulla rapita dall’Orco,
la
qual inorridisce pallendo al sentirsi di nuovo
gli
artigli del bruto ghermirle la giovine pelle
sui
fianchi bramati. - E io so che l’Inferno è più dolce
d’una
fiamma di ghiaccio che brucia la mano ai suoi tocchi
e
che dal talamo di Ade, l’imeneo sprezzando, la Dea
attende
che la terra sia baciata da iri di Sole.
Frattanto
m’è orrendo e triste l’inverno che rugge a Febbraio..
e,
nell’attesa ansiosa della mia Primavera amata,
continuo
a sognare. Sogno: sul pelago - sacro alla Ninfa -
conto
i petali secchi dei fiori raccolti nell’attimo
in
cui svelse il rapimento l’oscuro signore dell’Ade.
Vorrei
intrecciare, dunque, la ghirlanda al peplo sepolto
della
Dea. Vorrei chiamare, risvegliare il suo sguardo insonne,
e
dire al primo fiore che mi dà gentile: “Sei mio!”.
Ma
sarebbe un bellissimo fiore che dalle ombre è salito
dal
regno più buio. La Vita è un rigurgito di Morte.
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Quadro di Gabriel Charles Dante Rossetti (1828-1882), Proserpina, Scuola dei Preraffaelliti, Tardo-Romanticismo inglese, 1874. |
Massimiliano Zaino di
Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XXI Febbraio AD MMXXI.