quando nel soleggiato meriggio io malato mi siedo
sulle solitarie panche, sulle foglie pallide e gialle,
sui vecchi ricordi dell'Estate mia ombra che spira,
donde da lungi osservo le cime lontane, e i piccini
colli ove la vendemmia si prepara a trionfanti passi.
Ma poi! quanto son dolci, sibben sguardo triste, gli stormi
che vedo remigrar nel glaüco spazio dei nuvoli,
e rivolar lontano, verso gli ermi e le oasi d'Africa,
costoro cinguettando felici di Luglio e d'Agosto!
Eppure uno starnuto mi piega a guardare la terra,
l'ignuda brodaglia d'un fango di piova e di pianto;
e mentre il fazzoletto mi aggiusto, io qui sempre comprendo,
nel purpureo orizzonte della sera, un senso profondo
d'una angoscia irredenta dai nostalgici urli di questa
eterea melanconia.
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Władysław Wankie, Un Giardino, Tardo-Romanticismo polacco, Seconda Metà del Secolo XIX |
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XIV del Mese di Settembre AD MMXIX.
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