di mezza Estate, brillavano i ceri;
e le candele falbe alluminavan
le sacre porte.
Oh campanil, argentato dal guardo
della timida Luna! Quante fiate
sognai di te i reconditi misteri,
e la tua voce
di pietre e di campane, e il dir del tuo
corpo gotico e snello, quand'io giovine
da lungi ti contemplavo nel fior
della mia Vita,
donde, benché tu sia sì meno antico,
ricordavo il Medioevo, e i cavalieri
vagabondi, e gli erranti Trovatori,
Geni dell'arpa!
Oh timida e splendente cappellina,
dov'io orai l'urna del Nume rimorto
per il perdono dei nostri peccati,
polveri d'uomo!
Rimembro: un dì, quand'ero un fanciullino,
lì, con la mamma andavo, quando in ansia
non attendevo che quest'ora estiva;
e ivi, accendevo
una candela.... Mi manca l'odor
di quella cera!.... Dolce olezzo, quasi
di miele, che mai più lo intendo e sento,
fiutando intorno,
ma solo l'acre fumo dei fiammiferi
bruciati. Ed era tutto più splendente,
un giorno!.... Oh Crocefisso sull'altare
or rifiorito
di fiorellini e di spemi e d'attese,
nel vacuo trillo del vecchierello organo
che canta il carme del Salve Regina
in lieto Latino,
quanto mi vedi inchinato e prostrato,
mentre tacite cure e ansie segrete
in cuor mi porto, trattenendo a stento
lagrime amare!....
Così passò la Notte d'un morente
Agosto.... E nella sera fu un bicchiere
di vino, fosco e dolente preludio
al nuovo Autunno.
Daniel Ridgway, Knight in an idle Moment, Accademismo inglese, 1890. |
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XVII del Mese di Agosto AD MMXIX.
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