Tu guardi, io ascolto, osservi.. e odo: il fior bianco
sboccia dal ramo vigoroso e bruno,
aulentissimo fiore, il Sole a fianco,
il prato solitario, il gelso, il pruno
e le foglie si dondolano al vento,
tintinnano festose le campane
martellando, ci prende il torneamento
della malia delle terre lontane,
lo splendore del cielo etereo e cesio,
l’azzurro dell’Infinito e del giorno,
lo stormo vola leggero ed etesio,
le viole delicate tutt’intorno..
come fanciulli, ascoltano una fola
che viene raccontata da una rana -
la prima dal risveglio - una parola
che suscita il sorriso dalla tana:
“Sì, mie care.. sì, io faccio un salto
fino
ai nugoli e alle stelle” e gracidando
salta dovunque, e ride, un sorrisino
allegro.. allegro, nel meriggio blando..
e la rosa si arrampica sul muro,
con l’ellera che la sfida per giuoco,
nell’ombra che per lor fa un po’ di
scuro,
che bella rosa rossa, rosso fuoco!
Ma a te ora dico che vorrei fermarti,
vorrei attenderti.. e chiamarti per
come
mi chiami, vorrei amarti e dondolarti
per questa meraviglia e per il nome
del tuo risorgimento e delle stelle,
e di questa Natura risvegliata,
e dei tuoi campi e delle terre belle,
e della tua campagna interminata,
e degli stagni adorni di bei fiori,
di quest’albero messo in croce e morto,
di questi silenzi e questi rumori..
al nome del nostro cuore risorto.
Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Risorgimento (Resurrezione), Lunedì XI Aprile AD MMXXII.