Cantan i suonator di guzli un inno.
“Oh
Jarilo! Sei tu d’April la gloria,
sei
tu che sorgi dal letto del verno,
Snegùroscka
disciogliendo sui prati,
delle
nebbiose mattine ella è figlia,
delle
rusalke amica scaltra e perfida..
ella,
sotto di te, malia di neve
e
incantesimo d’orridi ghiacciai..
sei
tu che trionfi sopra il suo gelido
sorriso”.
“Oh
Jarilo! Resusciti dal Sole,
Genio
fecondo della Primavera,
e
in mano porti dei fasci di grano,
e
al labbro stilli dolcezze di vino
e,
dove passi, spargono i tuoi servi
cespi
di rose profumate e rosse,
il
tempo quieto prodigando agli imi
mortali”.
“Evviva
Jarilo! Evviva il Re! Il Dio!”
Ripetono
suonando guzli i sommi
cantori.
“Prodigo
Nume, dispensator sacro
d’Amore,
Jarilo.. ave!... Viene il gelso
a
cantare la tua falba purezza,
ti
raccoglie la rosa il rosso sangue,
e
sui campi che tu allumini e baci
del
pane mangeremo con dei petali
di rose”.
Quadro di Andrey Shishkin (1960), Yarilo, Pittura contemporanea ispirata alla Mitologia slava, 2016.
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