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venerdì 1 aprile 2022

Se...

Se tu mi attendi con timido pianto,

se conti le ore della lunga attesa,

se piangi piano, piano con le labbia

che lambiscono petali di rosa..

se mi chiami per nome e per incanto,

se quest’assenza no, non t’ha mai offesa,

se sai che io sono vanità di sabbia..

di sabbia di una duna un po’ orgogliosa..

se sento questo cuor che mi fa guerra,

se odi i miei palpiti che urlano un dilemma,

se vedo che mi splende un po’ di Sole,

se sogno immerso nella fantasia..

se ritornerò, disïata terra,

lungo i tuoi fior, la solitaria gemma

di tant’altre solitarie vïole,

se volerò da questa prigionia…

Se fosse stato un incubo blasfemo,

una bestemma per atomi illusi,

se fosse stato il sogghigno di un folle

che ci ha derisi, se fosse stata ombra

orrida e infame di un finto veleno,

se fossero stati cieli soffusi

di temporale che va sulle zolle

aride, un suono che vada e confonda

con i tuoni i singhiozzi tremolanti..

se fosse stata la vanità amara

di un libro con delle fiabe di streghe,

se fosse stato un pöema di maghi,

se fosser stati viaggi vagolanti

su Oceani per una terra arcana,

un viaggio fatto più di mille leghe

verso orizzonti misteriosi e vaghi…

Se tu, terra, or che germini bramate

rose attendessi il tuo Pöeta attonito,

se non fosse lo scherzo, lo scherno

di un terribile Demone o di Dio…

Ipotesi infinite e sconfinate!...

Ma per ogni “se” ha scritto il Fato un monito:

matematicamente sogno eterno,

perdutamente singhiozzi d’addio.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Corone di Fiori rosei, Domenica XIII Marzo AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì I Aprile AD MMXXII.

martedì 9 novembre 2021

Ali

Vorrei planare l’ale stanche e assenti

come l’airone della mia campagna,

sopra le ramora ignude dei pioppi,

sotto l’ambra del Sole decadente,

balzare sulla belletta indurita

per osservare quanti arano e spigolano

attendendo la nuova Primavera,

e il venir dell’Autunno e tante nebbie,

e le scie delle nuvole febbrili..

e farmi dire dalle foglie gli ultimi

disii prima di far salti per terra

dove diventano ombreggiante polvere,

sul greto di spigolose castagne.

Mi pettinerò allora le albe piume

per corteggiare una femmina umana,

l’attenderò sulle tegole rosse

simile a un anemometro di bronzo

che le suggerirà la direzione

dei suoi passi del suo cuore e dei suoi occhi;

spiccando il volo, sarò finalmente

libero di essere, libero d’amarti.

Dipinto di Georges Antoine Rochegrosse (1859-1938), La Morte della Porpora (La Mort de la Pourpre), Accademismo, Simbolismo francese, 1914. Olio su Tela, 219x298 cm. Musée d'Arts de Nantes, Nantes, Francia.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì IX Novembre AD MMXXI.

domenica 18 aprile 2021

Canzone sestina lirica - Vorrei libare all’Aër fresco e libero

Vorrei libare all’aër fresco e libero

dove volano rondini e usignuoli,

gustar che sia il tramonto, o l’orizzonte

verde con le sue erbe d’April, co’ un fiore

che è sanguinante.. e al cuor un po’ è macchiato,

come la Notte macchiata è di Sogni.

 

Vorrei conoscere il vento e i suoi Sogni,

quel ch’ei desideri e come sia libero

sulle terre il suo soffio, e il suo macchiato

cuore di furibonde ire, usignuoli

di Primavera che cantano a un fiore,

mentre a sera spira il mio orizzonte.

 

Vorrei viaggiare e ir oltre l’orizzonte,

navigare pe’ il limite dei Sogni,

da un prato cogliere un cerùleo fiore,

stringerlo al petto.. amarlo e dir “Son libero!”..

contar il dolce vol degli usignuoli

per il meriggio di un vespro macchiato.

 

Vorrei bere la terra, il suol macchiato

dalla piova del mio arido orizzonte,

specchiarmi a questa pozza e gli usignuoli

veder starne su d’un ramo i bei Sogni

a raccontarsi, un inno urlando libero

alla beltà leggiadra di un bel fiore.

 

Vorrei lanciarti sulle mani un fiore,

o Primavera dal volto macchiato

dalle foglie virenti del tuo libero

risveglio e rimirare il tuo orizzonte,

e il tuo vacuo giaciglio e tutti i Sogni

che da Cerbero hai riso agli usignuoli.

 

Vorrei cullarmi con questi usignuoli,

posare il volto e dormir su di un fiore,

ghermire tosto - al loro passaggio - i Sogni,

e che importa se ho il volto macchiato

di pianto!... Ed io vorrei aver l’orizzonte..

vorrei furiosamente esserti libero.

 

Ma gli usignuoli svaniscono.. libero

non sono.. il fiore appassisce.. i miei Sogni

crollano. Macchiato di ombre è il mio orizzonte.

Quadro di Joseph Mallord William Turner (1775-1851), Paesaggio di Mare, Romanticismo inglese, 1835-1840.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XVIII Aprile AD MMXXI.