I. Come una Foglia in Inverno
Son io come una foglia nel Tramonto:
a terra mi ha scagliato il verno amaro,
e i passi di ombre rapaci e funeste
mi calpestano il volto.
Dov'è la via? Dov'è la Primavera?....
Davanti a me, frattanto, crolla il Sole,
né febbraio mi lascia un po' di speme.
Sono davvero come
una foglia di boschi sconosciuti,
nell'oblio immersi del freddo infinito.
E tu, Tramonto! Non compiangi più
il mio cuore a te sacro,
ma mi chiudi nel bacio avvelenato
d'una sera febbrile e senza stelle.
E io sono sempre più come una foglia
che non vede più il cielo,
che non vede mai più la Primavera...
una foglia dell'Ade, maledetta...
una foglia che chiama la sua madre
quercia... ma invano!
II. Ave Maria in una Giornata trascorsa in Campagna
Madonna di campagna, ascolta! È il vento,
è il cuore che stormisce una preghiera,
è l'albero che ride al tuo cospetto,
è il grano libero ai piccoli corvi,
è la Natura, Madre come Te
Vergine e pura. Madonna mia bella!
Io ti ringrazio per il tuo più bianco
immacolato ventre! E ora, comprendo..
capisco il tuo sorriso di candore..
il tuo vestito sorretto dagli Angioli..
so perché cresce il fiore ai tuoi bei piedi..
perché inebria l'incenso del tuo Sole
la tua corona,
eternamente femmina e divina.
Né più voglio parlare della Morte.
Né più di tombe e di muti sepolcri.
Perché insozzare il tuo volto splendente
con i fantasmi dei teschi che non
esistono?....
Madonna di campagna, Essere etereo,
culla di Cristo e di tutta Natura,
fa' che io d'ora in poi dica di pregare
per noi, adesso, e nell'ora della nostra
Vita. Amen.
III. A un Salice
Riannoderà la nuova Primavera
queste tue trecce scomposte e soffrenti,
oh salce! Allora vedrò stormi allegri
volar tra i tuoi capelli, un dì invidiati
dalle fanciulle più leggiadre e belle
e lì, solleticando fino al pianto
il tuo sorriso, appoggerò su te
petali aulenti, dalle mani appena
raccolti della diva Persefone...
e sarà la gioia, sublime gioia, gioia
come neanche gli Dei posson conoscere,
perché sarà essa solo nostra.. invitta..
indivisa.. soltanto di chi sogna,
di chi intravede in te un volto di trecce
vagabonde sui serafici gelsi
del tuo calendimaggio.
Oh salce! Oh salce! Abbrevia questa attesa!
Dammi la Primavera!....
Dammi la Primavera!....
E io dirò ai Bardi che non servi più
da ghirlanda pel Sole che si spegne,
per la Vita che muore!
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì I Febbraio AD
MMXXI. Fotografie dell'Autore stesso, Lunedì I Febbraio AD MMXXI, dalla Campagna presso Borgolavezzaro.