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lunedì 1 febbraio 2021

Liriche di Campagna

I. Come una Foglia in Inverno

Son io come una foglia nel Tramonto:

a terra mi ha scagliato il verno amaro,

e i passi di ombre rapaci e funeste

mi calpestano il volto.

Dov'è la via? Dov'è la Primavera?....

Davanti a me, frattanto, crolla il Sole,

né febbraio mi lascia un po' di speme.

Sono davvero come

una foglia di boschi sconosciuti,

nell'oblio immersi del freddo infinito.

E tu, Tramonto! Non compiangi più

il mio cuore a te sacro,

ma mi chiudi nel bacio avvelenato

d'una sera febbrile e senza stelle.

E io sono sempre più come una foglia

che non vede più il cielo,

che non vede mai più la Primavera...

una foglia dell'Ade, maledetta...

una foglia che chiama la sua madre

quercia... ma invano!

II. Ave Maria in una Giornata trascorsa in Campagna

Madonna di campagna, ascolta! È il vento,

è il cuore che stormisce una preghiera,

è l'albero che ride al tuo cospetto,

è il grano libero ai piccoli corvi,

è la Natura, Madre come Te

Vergine e pura. Madonna mia bella!

Io ti ringrazio per il tuo più bianco

immacolato ventre! E ora, comprendo..

capisco il tuo sorriso di candore..

il tuo vestito sorretto dagli Angioli..

so perché cresce il fiore ai tuoi bei piedi..

perché inebria l'incenso del tuo Sole

la tua corona,

eternamente femmina e divina.

Né più voglio parlare della Morte.

Né più di tombe e di muti sepolcri.

Perché insozzare il tuo volto splendente

con i fantasmi dei teschi che non

esistono?....

Madonna di campagna, Essere etereo,

culla di Cristo e di tutta Natura,

fa' che io d'ora in poi dica di pregare

per noi, adesso, e nell'ora della nostra

Vita. Amen.

III. A un Salice

Riannoderà la nuova Primavera

queste tue trecce scomposte e soffrenti,

oh salce! Allora vedrò stormi allegri

volar tra i tuoi capelli, un dì invidiati

dalle fanciulle più leggiadre e belle

e lì, solleticando fino al pianto

il tuo sorriso, appoggerò su te

petali aulenti, dalle mani appena

raccolti della diva Persefone...

e sarà la gioia, sublime gioia, gioia

come neanche gli Dei posson conoscere,

perché sarà essa solo nostra.. invitta..

indivisa.. soltanto di chi sogna,

di chi intravede in te un volto di trecce

vagabonde sui serafici gelsi

del tuo calendimaggio.

Oh salce! Oh salce! Abbrevia questa attesa!

Dammi la Primavera!....

Dammi la Primavera!....

E io dirò ai Bardi che non servi più

da ghirlanda pel Sole che si spegne,

per la Vita che muore!

 




Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì I Febbraio AD MMXXI. Fotografie dell'Autore stesso, Lunedì I Febbraio AD MMXXI, dalla Campagna presso Borgolavezzaro.

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