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mercoledì 8 febbraio 2023

L’Illusione della Primavera

Io so che a febbraio è più vicina

l’illusïone della Primavera.

C’è nell’aria, nel vento e in questa sera

qualcosa come una febbre meschina,

come un batter di denti che tintinnano.

No! La nuova Primavera non può

essere vicina!...

 

So anche che a febbraio il mio päese

scintilla per la festa patronale.

Ci sono sui sagrati delle chiese

piccole maschere di Carnevale.

Ma il fiore gettato dai bimbi è un fiore

finto: cartone, pasticcio, colore,

Pöesia…

Divertiamoci almen per una sera!...

No! Non ho voglia di una Primavera

di carta dove perfino ogni Sogno

è un coriandolo da gettare via!

Dipinto di Adrien Moreau (1843-1906), Una Processione di Carnevale nel XVII Secolo, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Pre-Simbolismo francese, 1887. Olio su Tela, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì VIII Febbraio AD MMXXIII.

sabato 19 febbraio 2022

Piccole Finestre di Neve

Oggi ancora svegliandomi a febbraio

sono tanti i riflessi della neve..

di quella poca neve che è caduta,

quella che sembra ordita all’arcolaio

della grigia foschia.

Qua e là, simile a lagrime di terra,

la belletta raccoglie i fior del verno

e la foresta mi guarda.. ed è muta,

con le sue mani nodose e imploranti,

con il suo legno scheletrico e scialbo,

con il suo ghigno, con i vecchi pianti

di un passero affamato da un prunalbo.

Oh antiche nebbie! Destrieri di guerra

che tutto divorate per l’etterno

galoppar delle vostre immense selle!

Placido mar di sonno germinale

lentamente spezzato da Proserpina!

In voi la poca neve mi commette

del Sole gli addolorati riverberi.

E mentre questa finestra mi assale

verso il compiuto orizzonte perenne,

sì.. per le vostre galoppanti selle

accolgo i luccichii di questa neve,

tanti adamanti di un Sole diviso

che vivo mi fa sentir tra le stelle.

Dipinto di Sophus Jacobsen (1833-1912), Tramonto nella Foresta, Tardo-Romanticismo, Realismo, Accademismo norvegese, 1878 circa. Olio su Tela, Dimensioni 106,5x81,0 cm. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XIX Febbraio AD MMXXII. 

martedì 1 febbraio 2022

Sonetto - E il Vento non ha ancora consumato

E il vento non ha ancora consumato

tutta l’erba che può piegare per terra,

dondolandola, né ha rinominato

ancora il suo potere che non erra

 

se non per un oscuro mondo, a lato

delle ramora stanche e della guerra

tra Inverno e Primavera, non ha odiato,

non ama, è solo un’Anima rubella.

 

Ma io sono come un fiore che ei calpesta,

appena.. appena sollevato in alto,

ma con i piedi fermi dentro il suolo.

 

E mi sembra che ei sia come tempesta

che annienta le difese del mio spalto,

finché nel cuor non mi sia freddo e duolo.

Illustrazione di Arthur Rackham (1867–1939), Brunnhilde bacia l'Anello che Siegfrido Le ha lasciato (Brünnhilde kisses the Ring that Siegfried has left with Her), Illustrazione per Il Crepuscolo degli Dei di Wilhelm Richard Wagner (1813-1883), Tardo-Romanticismo, Simbolismo inglese. Illustrazione, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata, Londra (Regno Unito).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì I Febbraio AD MMXXII.

domenica 14 febbraio 2021

Carnevale MMXXI

Sole di Carnevale! Ora ti mascheri,

profondamente.. con gli sguardi intensi,

veli di fuoco gettando sul bianco

mantello del febbraio un po’ innevato,

così come la Luna, nascondendo

se stessa tra le nubi della Notte,

di quest’ultima veste le sembianze

tremolanti e insicure. Nel frattempo,

vagabonde masnade di sogghigni,

sotto i miei occhi, propinano gioviali

scherzi. Ma sembra che sia solo un Sogno..

un Sogno sollevato da Anime e ombre

selvagge e solitarie, ove - nel vuoto

delle vie addormentate - so che sono

spoglie le panche. Nessun più si siede.

Molti di quanti si sedettero, ora

son come fiori sulle tombe ignude

del cimitero.

Quadro di José Benlliure y Gil (1858-1937), Carnevale a Roma, Accademismo spagnolo, 1881.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XIV Febbraio AD MMXXI.

sabato 13 febbraio 2021

Figli di Elementi tra Inverno e Primavera

E il nevischio figliuol del verno avanza,

il vento sollecitando e le prime

foglie. Ora, fere la febbre l’infame,

mentre un urlo dall’Ade, irato di ombre,

la fuggitiva Persefòne afferra

e adduce indietro. “Va’, riedi nel Regno

della buia sofferenza, ove lo sposo

i tuoi baci desidera!” urla l’Infero

affamato. Frattanto, di pallore

gelido e sovrumano è l’orbe, il ventre

della terra coperto dalle nevi,

come sudario per i primi fiori

che sono nati per morire sùbito,

così come pulcini abbandonati

dalla chioccia materna. Ora, il nevischio,

figliuol del verno, vorace nel cuore,

sul cocchio delle nuvole destreggia

il suo ricurvo legno di arco eterno

e, scagliando le frecce alle campagne

solitarie, le veste di respiri

condensati di glauco. Ma Febbraio,

figliuol del verno e della Primavera,

contro di lui risolleva parole

d’immane sfida, e l’acciaro congiunge

del fratellastro al petto e vuol trafiggerlo,

ché di tutti i figliuoli dell’inverno

egli è il solo che vede dalla terra

una mano diletta dargli qualche

petalo in sagrifizio al suo dolore,

mentre la ridda dei nuvoli immensi

come Baccanti danzano gemendo

l’ultimo gelo. “Potessi mirare

ancora i fiori che la madre ha dato

ai miei occhi avvezzi al buio della Natura!”,

pensa il rubello, mentre il ferro quasi

affonda a mieter il respir dell’altro,

il qual di lui non cura e scaglia… e scaglia

continuamente i suoi dardi innevati.

Poi, Febbraio, già vincitor del cocchio

del crudele fratello, pria che l’abbia

sconvolto e assassinato, si fa quieto

e lo risparmia, senza che quell’altro

di qualcosa si accorga; allor, si asconde

e la Madre (ei) piangente prega e supplica,

maledicendo il suo frammisto sangue.

Così il nevischio trionfa e copre l’orbe,

quando dal cuor prorompe un pianto orrendo:

e si fa piova, e si fa vento, e cangia

in Sole l’aëre… Ascolta - dall’Ade -

il risveglio devoto della nuova

Primavera. Proserpina si desta.

Cantano a lei i Misteri delle rose

di Tersicore i balli eterni e di Erato

i primi baci dell’Amor mai vinto.

Quadro di Sir Lawrence Alma-Tadema (1836-1912), Primavera, Accademismo e Simbolismo olandese e inglese, 1894.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XIII Febbraio AD MMXXI.

martedì 9 febbraio 2021

Sonetto - Cammino tra le Trecce un po’ riavvolte

Cammino tra le trecce un po’ riavvolte

della nascente Primavera nuova

e, passeggiando, il mio cuore ritrova

i fior compianti per le nevi sciolte.

 

Sento che chiama ai suoi occhi le raccolte

nuvole l’orizzonte ardente, prova

che il verno si schiarisce un po’ e in sé cova

per me più splendide ombre, di gioia avvolte.

 

Oh quanto bello sei, nembo mio bianco!...

Ma succede un silenzio sovrumano

che inizia con il far del primo sgelo.

 

E sta la solitudine al mio fianco:

una fiamma di Sole meridiano_

_una quercia impiccata ai rami del cielo.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Un Albero appeso al Cielo, Lunedì VIII Febbraio AD MMXXI.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì IX Febbraio AD MMXXI.

Sonetto - Nel tuo Mar Io Mi specchio e trovo un Suono

Nel tuo mar io mi specchio e trovo un suono

come di gocce nell’onde trafitte

che tintinnano carmi. Ora, abbandono

nel tuo scorrere i miei occhi; e le diritte

 

ramora e i vecchi tronchi e il nudo trono

delle foglie e le Silfidi discinte..

tutto... m’appare, come un dolce dono

che è inafferrabile. Eppure, proscritte

 

ombre di terre invernali e tremende,

o campagna, s’aggirano tuttora

per i tuoi campi dalla piova tersi,

 

donde un senso di febbre il cuor m’apprende..

quel cuor che tra le nebbie s’addolora,

il Re delle ombre e dei suoi Fati avversi.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Ombre di Risaia in Inverno, Lunedì VIII Febbraio AD MMXXI
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì IX Febbraio AD MMXXI.

mercoledì 3 febbraio 2021

Noia di Febbraio

 Passano lente le ore del mattino,
come fossero noia esse stesse, come
un insulto protratto nella piova
che fuori, lo so, va dirottamente
a bagnarmi le vie.  Oh attendere eterno! 
Melanconico canto di sussurri 
che non sanno raccogliere l’essenza
profonda e mistica, il loro silenzio
ottemperato dal Nulla del giorno,
sull’oro spento del Sole piangendo,
come Anime congiunte e disperate
nella mia Anima inquieta e solitaria!
Oh chiasso di sogghigni maledetti
che tacciono parole di sgomento!....
E nel frattempo mi annoio di nebbie,
tendo l’orecchio a sentire una frasca,
le cui labbra di legno senza foglie
baciano un volto di piova leggera.
Ed è così che mi annullo nel gelido

Amore dell’Inverno solitario.

Julius Sergius von Klever (1850-1924), Inverno, Tardo-Romanticismo e Realismo russo, 1876.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì III Febbraio AD MMXXI.


lunedì 1 febbraio 2021

Liriche di Campagna

I. Come una Foglia in Inverno

Son io come una foglia nel Tramonto:

a terra mi ha scagliato il verno amaro,

e i passi di ombre rapaci e funeste

mi calpestano il volto.

Dov'è la via? Dov'è la Primavera?....

Davanti a me, frattanto, crolla il Sole,

né febbraio mi lascia un po' di speme.

Sono davvero come

una foglia di boschi sconosciuti,

nell'oblio immersi del freddo infinito.

E tu, Tramonto! Non compiangi più

il mio cuore a te sacro,

ma mi chiudi nel bacio avvelenato

d'una sera febbrile e senza stelle.

E io sono sempre più come una foglia

che non vede più il cielo,

che non vede mai più la Primavera...

una foglia dell'Ade, maledetta...

una foglia che chiama la sua madre

quercia... ma invano!

II. Ave Maria in una Giornata trascorsa in Campagna

Madonna di campagna, ascolta! È il vento,

è il cuore che stormisce una preghiera,

è l'albero che ride al tuo cospetto,

è il grano libero ai piccoli corvi,

è la Natura, Madre come Te

Vergine e pura. Madonna mia bella!

Io ti ringrazio per il tuo più bianco

immacolato ventre! E ora, comprendo..

capisco il tuo sorriso di candore..

il tuo vestito sorretto dagli Angioli..

so perché cresce il fiore ai tuoi bei piedi..

perché inebria l'incenso del tuo Sole

la tua corona,

eternamente femmina e divina.

Né più voglio parlare della Morte.

Né più di tombe e di muti sepolcri.

Perché insozzare il tuo volto splendente

con i fantasmi dei teschi che non

esistono?....

Madonna di campagna, Essere etereo,

culla di Cristo e di tutta Natura,

fa' che io d'ora in poi dica di pregare

per noi, adesso, e nell'ora della nostra

Vita. Amen.

III. A un Salice

Riannoderà la nuova Primavera

queste tue trecce scomposte e soffrenti,

oh salce! Allora vedrò stormi allegri

volar tra i tuoi capelli, un dì invidiati

dalle fanciulle più leggiadre e belle

e lì, solleticando fino al pianto

il tuo sorriso, appoggerò su te

petali aulenti, dalle mani appena

raccolti della diva Persefone...

e sarà la gioia, sublime gioia, gioia

come neanche gli Dei posson conoscere,

perché sarà essa solo nostra.. invitta..

indivisa.. soltanto di chi sogna,

di chi intravede in te un volto di trecce

vagabonde sui serafici gelsi

del tuo calendimaggio.

Oh salce! Oh salce! Abbrevia questa attesa!

Dammi la Primavera!....

Dammi la Primavera!....

E io dirò ai Bardi che non servi più

da ghirlanda pel Sole che si spegne,

per la Vita che muore!

 




Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì I Febbraio AD MMXXI. Fotografie dell'Autore stesso, Lunedì I Febbraio AD MMXXI, dalla Campagna presso Borgolavezzaro.

martedì 25 febbraio 2020

Sento Oggi una Mestizia intorno, il Canto

Sento oggi una mestizia intorno, il canto
dei primi stormi.... Una nuvola bianca,
intanto, mormora anime di piova
leggera. Oh Carnevale!

Così presto il tuo assente sguardo infranto
cade, sì che la maschera mi manca
de' tuoi occhi furbi. Ma in fondo al cuor cova
la tua assenza un veniale

sorriso, donde i tuoi carri mi pingo,
le tue larve dipinte, e le bugie,
giacché sovviene il tuo dì, quel più grasso.

Oh Carnevale! è un Sogno cui ne attingo
oggi le labbra, pria che urli alle vie:
"Uomo, ricorda! verrà il tuo trapasso!"

Federico Andreotti, Un Giro in Barca in un Giardino, Accademismo italiano, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XXV del Mese di Febbraio AD MMXX.

martedì 4 febbraio 2020

Oggi sembra che sia quasi un Dì di agile

Oggi sembra che sia quasi un dì di agile
Primavera: con gli aliti leggeri
del vento, con i fiori che si destano
forse dal sonno, con la

festa di qualche passero sul ramo
spoglio del pioppo. Qui, io mi pasco tanto
di questa luce più calda del solito,
e della tua Natura,

o inverno che mi sembri moribondo.
Così il Tramonto mi somiglia a rosa,
e tutto si prepara al suo risveglio,

ché il cielo è come occhio azzurro di donna.
Aulisce il tuo sopracciglio che è biondo
d'Amore, oh primo Sole della Vera!

Ivan Endogurov, La Primavera del Pittore, Tardo-Romanticismo russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì IV del Mese di Febbraio AD MMXX.