E il nevischio figliuol del verno avanza,
il
vento sollecitando e le prime
foglie.
Ora, fere la febbre l’infame,
mentre
un urlo dall’Ade, irato di ombre,
la
fuggitiva Persefòne afferra
e
adduce indietro. “Va’, riedi nel Regno
della
buia sofferenza, ove lo sposo
i
tuoi baci desidera!” urla l’Infero
affamato.
Frattanto, di pallore
gelido
e sovrumano è l’orbe, il ventre
della
terra coperto dalle nevi,
come
sudario per i primi fiori
che
sono nati per morire sùbito,
così
come pulcini abbandonati
dalla
chioccia materna. Ora, il nevischio,
figliuol
del verno, vorace nel cuore,
sul
cocchio delle nuvole destreggia
il
suo ricurvo legno di arco eterno
e,
scagliando le frecce alle campagne
solitarie,
le veste di respiri
condensati
di glauco. Ma Febbraio,
figliuol
del verno e della Primavera,
contro
di lui risolleva parole
d’immane
sfida, e l’acciaro congiunge
del
fratellastro al petto e vuol trafiggerlo,
ché
di tutti i figliuoli dell’inverno
egli
è il solo che vede dalla terra
una
mano diletta dargli qualche
petalo
in sagrifizio al suo dolore,
mentre
la ridda dei nuvoli immensi
come
Baccanti danzano gemendo
l’ultimo
gelo. “Potessi mirare
ancora
i fiori che la madre ha dato
ai
miei occhi avvezzi al buio della Natura!”,
pensa
il rubello, mentre il ferro quasi
affonda
a mieter il respir dell’altro,
il
qual di lui non cura e scaglia… e scaglia
continuamente
i suoi dardi innevati.
Poi,
Febbraio, già vincitor del cocchio
del
crudele fratello, pria che l’abbia
sconvolto
e assassinato, si fa quieto
e
lo risparmia, senza che quell’altro
di
qualcosa si accorga; allor, si asconde
e
la Madre (ei) piangente prega e supplica,
maledicendo
il suo frammisto sangue.
Così
il nevischio trionfa e copre l’orbe,
quando
dal cuor prorompe un pianto orrendo:
e
si fa piova, e si fa vento, e cangia
in
Sole l’aëre… Ascolta - dall’Ade -
il
risveglio devoto della nuova
Primavera.
Proserpina si desta.
Cantano
a lei i Misteri delle rose
di
Tersicore i balli eterni e di Erato
i primi baci dell’Amor mai vinto.
Quadro di Sir Lawrence Alma-Tadema (1836-1912), Primavera, Accademismo e Simbolismo olandese e inglese, 1894. |