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martedì 22 febbraio 2022

Sonetto - Notte… Apro la Finestra e guardo dianzi

 Notte… Apro la finestra e guardo dianzi:

cere luciferine dalla via.

Altre nuvole bianche sono avanzi

del giorno, lo è la Luna che espia…


È criminale: ella ha letto romanzi

di riverberi glauchi, mentre oblia

il buio le gesta dei loro eroi. Spazi

di silenzio. Suonò l’Ave Maria.


Fischiò il treno, sul ferro tremando.

Richiudo la finestra. L’allocco 

raggela il sangue dell’inverno. Piange.


Tutto è buio, ormai, e va confabulando.

Un po’ di sonno, un sogno.. un altro tocco.

E prega il cuore. Ma l’Eterno si infrange.

Dipinto di Gustaf Fredrik Rydberg (1835-1933), Paesaggio invernale con Carretto (Vinterlandskap med Hästfora), Tardo-Romanticismo, Realismo, Accademismo svedese, 1888. Olio su Tela, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata. Mostra meno
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXII Febbraio AD MMXXII.

sabato 19 febbraio 2022

Piccole Finestre di Neve

Oggi ancora svegliandomi a febbraio

sono tanti i riflessi della neve..

di quella poca neve che è caduta,

quella che sembra ordita all’arcolaio

della grigia foschia.

Qua e là, simile a lagrime di terra,

la belletta raccoglie i fior del verno

e la foresta mi guarda.. ed è muta,

con le sue mani nodose e imploranti,

con il suo legno scheletrico e scialbo,

con il suo ghigno, con i vecchi pianti

di un passero affamato da un prunalbo.

Oh antiche nebbie! Destrieri di guerra

che tutto divorate per l’etterno

galoppar delle vostre immense selle!

Placido mar di sonno germinale

lentamente spezzato da Proserpina!

In voi la poca neve mi commette

del Sole gli addolorati riverberi.

E mentre questa finestra mi assale

verso il compiuto orizzonte perenne,

sì.. per le vostre galoppanti selle

accolgo i luccichii di questa neve,

tanti adamanti di un Sole diviso

che vivo mi fa sentir tra le stelle.

Dipinto di Sophus Jacobsen (1833-1912), Tramonto nella Foresta, Tardo-Romanticismo, Realismo, Accademismo norvegese, 1878 circa. Olio su Tela, Dimensioni 106,5x81,0 cm. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XIX Febbraio AD MMXXII. 

martedì 30 novembre 2021

Sonetto senza Rime - Ho imparato a Soffrire rimirando

Ho imparato a soffrire rimirando

l’orizzonte lontano e i suoi occhi eterni

che non muoiono mai, anzi, si moltiplicano,

e il suo languir ignoto nella sera.

 

Vorrei libare a ciò che mi nasconde…

Ma, ovunque io vada, contemplerò sempre

un orizzonte nuovo.. una disfida

per scoprire altri Oceani e altre terre.

 

Frattanto, sono immerso nel silenzio,

la mia finestra è solitaria e pallida,

sento un moto di pianto e di dolore.

 

E l’orizzonte mi chiama e mi affronta;

ma è solo un sogno, un delirio irridente..

catene e noia per la mia solitudine.

Dipinto di Ivan Fedorovich Choultsé (1874-1939), Tramonto sull'Adriatico (Coucher du Soleil l'Adriatique), Realismo, Accademismo russo-francese, 1939. Olio su Tela. Collezione privata non precisata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXX Novembre AD MMXXI.

venerdì 26 novembre 2021

Le Ombre degli Aironi

Sogno di Notte le ombre degli aironi

che planano leggere e vanno a stormi

verso campagne remote e lontane,

donde svaniscono al mio sguardo. Ma ora,

occhi di piccoli pennuti in volo

diventeranno le mie ampie pupille..

e vedrò il mondo e gli orizzonti eterni

e i confini dei mari tempestosi

e i monti remiganti sulla neve.

Poi, verrà l’alba e il sogno morirà,

senza plauso né gloria e senza nome.

Così torna la mia anonima cella..

le solite ombre dalla mia finestra.

Dipinto di Józef Marian Chełmoński (1849-1914), La Partenza delle Gru, Tardo-Romanticismo, Realismo, Accademismo polacco, 1871. Olio su Tela, 41,5x57,5 cm. Collezione privata sconosciuta.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXVI Novembre AD MMXXI.

mercoledì 28 luglio 2021

Di Getto. Un po’ prima di Addormentarmi

Se io fossi nel deserto, vorrei come

miraggio tutti i päesi nascosti

nell’orizzonte,

delle aspidi la via amara.. - le dune -

misere briciole di sogni e veglie.

Vorrei che delle piramidi le ombre

mi divorino

al chiaro di Luna.

Dipinto di Hermann David Salomon Corrodi (1844-1905), Carovana in una Tempesta di Sabbia, Tardo-Romanticismo, Realismo, Orientalismo, Simbolismo italo-svizzero, Data sconosciuta, Fine XIX Secolo. Olio su Tela. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXVII- Mercoledì XXVIII Luglio AD MMXXI.

giovedì 22 luglio 2021

Il Tramonto riflesso alla Finestra

Vedo il tramonto riflesso sui vetri

della finestra..

il tramonto è entrato in casa mia,

ho il Sole al fianco,

accompagnato dal vol delle rondini,

e io le posso accarezzare - ed esse

non scappano, anzi sono io che indirizzo

la loro strada alata dove so

che esistono dei vecchi tetti, tegole

di piccole cascine.

Ma dove stanno nel violaceo manto

gli occhi della Luna..

cilestrini meravigliosi ardenti

occhi di avorio?...

E la sera entra buia nella mia camera,

sempre riflessa alla finestra.. viola,

vestita come d'adamanti azzurri..

e mi sembra di pingere con gli indici

le tinte più buie, preludi alla Notte..

alla solita Notte,

burrascosa.

Eppure, gli occhi della Luna.. no!

non trovo ancora.. non ancor le guance

cesie e leggiadre.

Allora attendo.. attendo.. e poi mi dico:

"Per questi occhi che tardano al mio vetro

scriverò lettere e aspetterò"... Ma

chi porterà loro

le mie lettere?...

Le appiccicherò alla finestra.. ai sogni.

Dipinto di Joseph Marszewski (1825-1883), Paesaggio notturno con Mulini, Romanticismo paesaggistico polacco, 1864. Olio su Tela. National Museum, Varsavia.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XXII Luglio AD MMXXI.

lunedì 5 luglio 2021

Fantasia medioevale, Sonetto come una Volta - I' vorrei che le tue Labbia aulenti

I’ vorrei che le tue labbia aulenti

siëno di biancospino et come mare,

aver cimbe natanti et sofferenti

per salpar dalli scogli et naufragare,

 

o ignota dama mia, orizzonte a’ venti

inauditi et tremendi; et poi sognare

col corde da’ ruggiti prepotenti,

il cor che non mi cape mai d’amare.

 

Ma pur quanto lucevano i capei

tuoi d’oro quando m’eri ignota, o terra,

dal mio viaggiar co’ il laùto commosso;

 

et forse ora che ti so, più i’ vorrei

scordar quel biancospino che ti serra

le labbia in bacio. Ma dico “Non posso”.

Quadro di Cesare Saccaggi (1868-1934), Dante - Incipit Vita Nova, Scuola di Tortona, Accademismo, Tardo-Romanticismo, Simbolismo italiano, 1903.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì V Luglio AD MMXXI.

giovedì 20 maggio 2021

Trobar Clus - Isolde

Sappi il Mistero dell'Ignoto e taci,

e annega nei naufragi silenziosi,

lungo il mare e le sue onde, e lungo i baci

degli scogli, e i relitti tempestosi.

Chi ti ha detto chi sei?... E inebriati in tanto

Immenso e inabissati nelle spiagge,

ascolta l'ultimo ondeggiar d'un canto

che suona dolce per l'aure selvagge.

Poi apri le braccia al tramonto etereo,

respira come un’Anima è in deliro,

tramonta lungo un nuvolo funereo

che per la fine del mare va in giro.

Guarda l’Ignoto che chiama i tuoi labbri,

il volo dei gabbiani argentei in cielo,

gli occhi delle onde, martelli di fabbri,

guarda tra i tuoi capei i fiori di melo.

Arriva il tempo dei funebri Sogni:

la sabbia inghiotte il tuo piede bambino,

e ridi e gridi e guardi e ti vergogni,

voluttà eterna del dolce Destino.

Dove va la tua bara, orma di vetro,

lontan.. lontana?... E vai verso l’Ignoto,

a farti incenerir dal Sole, dietro

lo spazio d’uno sguardo eterno e immoto.

Cosicché del tuo flebile sorriso

è rimasto un sospir di Paradiso.

Quadro di Edmund Blair Leighton (1853-1922), Tristano e Isotta, Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo inglese, Scuola della Confraternita dei Preraffaelliti, 1902.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XX Maggio AD MMXXI.

domenica 18 aprile 2021

Canzone sestina lirica - Vorrei libare all’Aër fresco e libero

Vorrei libare all’aër fresco e libero

dove volano rondini e usignuoli,

gustar che sia il tramonto, o l’orizzonte

verde con le sue erbe d’April, co’ un fiore

che è sanguinante.. e al cuor un po’ è macchiato,

come la Notte macchiata è di Sogni.

 

Vorrei conoscere il vento e i suoi Sogni,

quel ch’ei desideri e come sia libero

sulle terre il suo soffio, e il suo macchiato

cuore di furibonde ire, usignuoli

di Primavera che cantano a un fiore,

mentre a sera spira il mio orizzonte.

 

Vorrei viaggiare e ir oltre l’orizzonte,

navigare pe’ il limite dei Sogni,

da un prato cogliere un cerùleo fiore,

stringerlo al petto.. amarlo e dir “Son libero!”..

contar il dolce vol degli usignuoli

per il meriggio di un vespro macchiato.

 

Vorrei bere la terra, il suol macchiato

dalla piova del mio arido orizzonte,

specchiarmi a questa pozza e gli usignuoli

veder starne su d’un ramo i bei Sogni

a raccontarsi, un inno urlando libero

alla beltà leggiadra di un bel fiore.

 

Vorrei lanciarti sulle mani un fiore,

o Primavera dal volto macchiato

dalle foglie virenti del tuo libero

risveglio e rimirare il tuo orizzonte,

e il tuo vacuo giaciglio e tutti i Sogni

che da Cerbero hai riso agli usignuoli.

 

Vorrei cullarmi con questi usignuoli,

posare il volto e dormir su di un fiore,

ghermire tosto - al loro passaggio - i Sogni,

e che importa se ho il volto macchiato

di pianto!... Ed io vorrei aver l’orizzonte..

vorrei furiosamente esserti libero.

 

Ma gli usignuoli svaniscono.. libero

non sono.. il fiore appassisce.. i miei Sogni

crollano. Macchiato di ombre è il mio orizzonte.

Quadro di Joseph Mallord William Turner (1775-1851), Paesaggio di Mare, Romanticismo inglese, 1835-1840.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XVIII Aprile AD MMXXI.

lunedì 22 marzo 2021

Osservo il Vespro esterrefatto e cupo

Dove l’occhio si perde e va lontano..

dove le vie non hanno consegnato

ancora le ultime lettere.. dove

il Crepuscolo sibila silenzio,

mute urla rinforzando nel suo ciglio.

I viatori, infatti, son tuttora

lontani e il loro tornar si rimanda,

come poveri naufraghi nei passi

di un vecchio viaggio.

Poi vien l’Immenso a diradarmi il Vero,

attonito bisbiglio della sera,

uno sguardo sul ponte sopra il mare

degli scogli perduti.

Quadro di Ivan Konstantinovič Ajvazovskij (1817-1900), La Nona Onda, Romanticismo russo, 1850.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXII Marzo AD MMXXI.

domenica 5 luglio 2020

Un Tramonto in Orizzonte di Porpora

Versione I

Né più mi beo delle voci dai campi,
solenni giuramenti di ale allegre,
né più sento un ricordo del meriggio
bollente, con il Sole che splendeva
quasi i suoi strali a dirotto piovendo.
Ma nel profondo oltre le ignote terre
d’un fuoco estivo, ora giusto silenzio
e tanta quiete il cuore mi rapiscono.
E sto dinnanzi al purpureo orizzonte
del qual fiore si chiude - eternamente -
alla prossima Notte, lugubre occhio
d’una Luna rimasta senza volto.
Knud Baade (1808-1879), Una Scena di Naufragio durante la Tempesta, Tardo-Romanticismo norvegese, Fine del Secolo XIX
Versione II

Né più mi beo delle voci dai campi,
solenni giuramenti di ale allegre,
né più sento un ricordo del meriggio
bollente, con il Sole che splendeva
quasi i suoi strali a dirotto piovendo.
....
E sto dinnanzi al purpureo orizzonte
del qual fiore si chiude - eternamente -
alla prossima Notte, lugubre occhio
d’una Luna rimasta senza volto.
Knud Baade (1808-1879), Scena di Navigazione durante la Tempesta, Tardo-Romanticismo norvegese, Fine del Secolo XIX
Versione II 

Né più mi beo delle voci dai campi,
solenni giuramenti di ale allegre,
né più sento un ricordo del meriggio
bollente, con il Sole che splendeva
quasi i suoi strali a dirotto piovendo.
Ma nel profondo oltre le ignote terre
d’un fuoco estivo, ora giusto silenzio
e tanta quiete il cuore mi rapiscono.
E sto dinnanzi al purpureo orizzonte
del qual fiore si chiude - eternamente -
alla prossima Notte, lugubre occhio
di Luna senza più volto rimasta.
Knud Baade (1808-1879), Una Tempesta di Mare, Tardo-Romanticismo norvegese, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato IV Luglio AD MMXX.

martedì 23 giugno 2020

Madrigale - Mi svelle, o Estate, il Cuor il tuo Stridore


Mi svelle, o Estate, il cuor il tuo stridore,
donde su me tremendo ascolto il folle
Sol, con le sue aspre fiamme e il suo furore

indomito. Così, ove mi ribolle
l’esausto sangue, io mi siedo a veder
dell’orizzonte un più lontano colle

e terra ignota. Eppur, libero il ciel
come adamante di rondini in volo,
per un attimo asconde il mio doler,
né mi dolgo più, né più son io il solo.

Hans Andersen Brendekilde (1857-1942), Una Scena d'Estate, Post-Impressionismo paesaggistico danese, Inizi del Secolo XX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXIII Giugno AD MMXX.