Sappi il Mistero dell'Ignoto e taci,
e annega nei
naufragi silenziosi,
lungo il mare
e le sue onde, e lungo i baci
degli scogli,
e i relitti tempestosi.
Chi ti ha
detto chi sei?... E inebriati in tanto
Immenso e
inabissati nelle spiagge,
ascolta
l'ultimo ondeggiar d'un canto
che suona
dolce per l'aure selvagge.
Poi apri le
braccia al tramonto etereo,
respira come
un’Anima è in deliro,
tramonta
lungo un nuvolo funereo
che per la
fine del mare va in giro.
Guarda l’Ignoto
che chiama i tuoi labbri,
il volo dei
gabbiani argentei in cielo,
gli occhi delle
onde, martelli di fabbri,
guarda tra i
tuoi capei i fiori di melo.
Arriva il
tempo dei funebri Sogni:
la sabbia
inghiotte il tuo piede bambino,
e ridi e
gridi e guardi e ti vergogni,
voluttà eterna
del dolce Destino.
Dove va la
tua bara, orma di vetro,
lontan..
lontana?... E vai verso l’Ignoto,
a farti incenerir
dal Sole, dietro
lo spazio d’uno
sguardo eterno e immoto.
Cosicché del
tuo flebile sorriso
è rimasto un sospir di Paradiso.
Quadro di Edmund Blair Leighton (1853-1922), Tristano e Isotta, Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo inglese, Scuola della Confraternita dei Preraffaelliti, 1902.
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