Odi?... Il mio pianto stormisce ora come
alito di vento tra foglie mute
e i fogliami assenti. Sì, questo canto
ripete ancora che chiamai il tuo cuore.
Lo hai udito?... No! Ma ti chiamò, fino
al ritorno di questa nostra sera
e al ritorno della Luna. Oggi è sera,
sì! anche oggi ella è, e sei tu.. e mi
torni come
qualcosa di caro. Aspetta! almen fino
al rinnovar della Luna!... Odi! Mute
son già le stelle. Muto è il nostro
cuore.
Ho deciso: muto sarà anche il canto.
Ti canterò di nuovo un altro canto,
poi che disio allietare la tua sera
o qualche palpito insano del cuore,
o qualcosa di etereo, quasi come
la tua Anima stessa; e dirti fino
all’alba un cenno di parole mute,
e miste a baci, dell’altre pur mute
e parole melliflue in quel mio canto
e volerò a cantarti e amarti fino
al morir della Notte e della sera,
insomma, al termine del sogno.. e il
cuore
sì.. al termine dei suoi palpiti, come
qualche creatura immortale, o come
l’Amore stesso. Dimmi: le tue mute
guance e le tue labbia tacciano. E il
cuore?...
Sì, lo sento: il cuor qui tace al mio
canto,
e tace ancora a questa stessa sera.
Non temer: dimmi che tacerà fino
all’alba.. che tacerà ancora fino
a che piangerò nel silenzio come
un fanciullo punito!... Oh, ecco, la
sera!
E tu, piccola Musa, le tue mute
labbia non volgi ai baci. Odi il mio canto.
Odi il mio Sogno; io stesso odio il mio
cuore.
Odiamoci, dunque! Fino a che il cuore
ci dimenticherà come la sera
le mute stelle scorda e di noi il canto!