Vorrei libare all’aër fresco e libero
dove
volano rondini e usignuoli,
gustar
che sia il tramonto, o l’orizzonte
verde
con le sue erbe d’April, co’ un fiore
che
è sanguinante.. e al cuor un po’ è macchiato,
come
la Notte macchiata è di Sogni.
Vorrei
conoscere il vento e i suoi Sogni,
quel
ch’ei desideri e come sia libero
sulle
terre il suo soffio, e il suo macchiato
cuore
di furibonde ire, usignuoli
di
Primavera che cantano a un fiore,
mentre
a sera spira il mio orizzonte.
Vorrei
viaggiare e ir oltre l’orizzonte,
navigare
pe’ il limite dei Sogni,
da
un prato cogliere un cerùleo fiore,
stringerlo
al petto.. amarlo e dir “Son libero!”..
contar
il dolce vol degli usignuoli
per
il meriggio di un vespro macchiato.
Vorrei
bere la terra, il suol macchiato
dalla
piova del mio arido orizzonte,
specchiarmi
a questa pozza e gli usignuoli
veder
starne su d’un ramo i bei Sogni
a
raccontarsi, un inno urlando libero
alla
beltà leggiadra di un bel fiore.
Vorrei
lanciarti sulle mani un fiore,
o
Primavera dal volto macchiato
dalle
foglie virenti del tuo libero
risveglio
e rimirare il tuo orizzonte,
e
il tuo vacuo giaciglio e tutti i Sogni
che
da Cerbero hai riso agli usignuoli.
Vorrei
cullarmi con questi usignuoli,
posare
il volto e dormir su di un fiore,
ghermire
tosto - al loro passaggio - i Sogni,
e
che importa se ho il volto macchiato
di
pianto!... Ed io vorrei aver l’orizzonte..
vorrei
furiosamente esserti libero.
Ma
gli usignuoli svaniscono.. libero
non
sono.. il fiore appassisce.. i miei Sogni
crollano. Macchiato di ombre è il mio orizzonte.
Quadro di Joseph Mallord William Turner (1775-1851), Paesaggio di Mare, Romanticismo inglese, 1835-1840.
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