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lunedì 19 settembre 2022

Dal Grembo del Chaos

Come pallido oro che cola,

gemmano

cadendo - a terra -

ridendo.. soffrendo,

le foglie;

piccoli germogli mai schiusi ghiacciano…

 

Sovviene sempre l’attimo dei sogni:

 

intreccio corone e ghirlande

per i tuoi capelli

velati di Dea.

Dipinto di Lovell Birge Harrison (1854-1929), Novembre (November), Tardo-Romanticismo, Accademismo, Realismo paesaggistico statunitense, 1881. Olio su Tavola, Dimensioni 132,0x248,0 cm. Collezione presso il  Musée des Beaux-Arts de Rennes, Rennes (Francia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XIX Settembre AD MMXXII.

venerdì 22 aprile 2022

Alla Terra

Cosa fai questa sera, oh terra? Ascolti

la Luna bianca, le stelle, le folli

canzoni della campagna e dei grilli,

il vento che si squilìbra?... Ascolti

il riposo delle vette e dei colli,

o sogni?... Dimmi: le dolci parole;

interroghi uno specchio, vuoi sapere

se io ti stia amando, interroghi un incanto,

e tu sei lì, lontana.. come il Sole,

e sei vicina, e sei ora il mio dolère,

ascolta! Questo è l’urlo del mio pianto,

un urlo insano nella notte muta.

Ma dimmi, oh terra mia: ormai t’ho perduta?

Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXII Aprile AD MMXXII.
Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Sera - Vigilia di Pasqua, Sabato XVI Aprile AD MMXXII.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXII Aprile AD MMXXII.

venerdì 1 aprile 2022

Se...

Se tu mi attendi con timido pianto,

se conti le ore della lunga attesa,

se piangi piano, piano con le labbia

che lambiscono petali di rosa..

se mi chiami per nome e per incanto,

se quest’assenza no, non t’ha mai offesa,

se sai che io sono vanità di sabbia..

di sabbia di una duna un po’ orgogliosa..

se sento questo cuor che mi fa guerra,

se odi i miei palpiti che urlano un dilemma,

se vedo che mi splende un po’ di Sole,

se sogno immerso nella fantasia..

se ritornerò, disïata terra,

lungo i tuoi fior, la solitaria gemma

di tant’altre solitarie vïole,

se volerò da questa prigionia…

Se fosse stato un incubo blasfemo,

una bestemma per atomi illusi,

se fosse stato il sogghigno di un folle

che ci ha derisi, se fosse stata ombra

orrida e infame di un finto veleno,

se fossero stati cieli soffusi

di temporale che va sulle zolle

aride, un suono che vada e confonda

con i tuoni i singhiozzi tremolanti..

se fosse stata la vanità amara

di un libro con delle fiabe di streghe,

se fosse stato un pöema di maghi,

se fosser stati viaggi vagolanti

su Oceani per una terra arcana,

un viaggio fatto più di mille leghe

verso orizzonti misteriosi e vaghi…

Se tu, terra, or che germini bramate

rose attendessi il tuo Pöeta attonito,

se non fosse lo scherzo, lo scherno

di un terribile Demone o di Dio…

Ipotesi infinite e sconfinate!...

Ma per ogni “se” ha scritto il Fato un monito:

matematicamente sogno eterno,

perdutamente singhiozzi d’addio.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Corone di Fiori rosei, Domenica XIII Marzo AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì I Aprile AD MMXXII.

martedì 8 marzo 2022

Sonetto. Alla Terra. Alla Donna - Sempre Tu vesti il Sole in Fiamme, o Gea

I. Sempre tu vesti il Sole in fiamme, o Gea,

e sospirano forse i fiori al nobile

incanto di te che ridi, ove crea

il tuo sorriso la terra immobile

 

del divenire. Te, dunque, un dì fea

Anima diva dal voler docile

per dare a questi fior Amor di Dea

e Vita eterna nell’errar ignobile

 

di ritorni perenni in una bara

e in una culla, nel verno e nel campo

santo un po’ maturato dell’Estate.

 

Madre Terra..! Matrigna Terra, amara,

amata forse!... Come un tristo lampo

e dolce a me il ver disveli: tornate

 

a me le stagioni, atre

Erinni in te mi trascinan nel vento.

Nasco, rinasco.. muoio. Annientamento!

 

II. Perché tu, dunque, hai creata la terra?

Perché hai creato questa larva d’Uomo?...

Tu sei la culla, la tomba che serra

il germe.. il cenere orbo di ogni atòmo.

 

Amica.. amata.. nemica, non sferra

queste catene il nero monocròmo

dell’ente, ma martella come in guerra

la campana funerea del tuo duomo.

 

Oh Gea! Non odi? Il fanciullino piange

appena nato ché sa di morire.

Morirà presto o tardi. Ma che importa?...

 

E il tuo canto materno ora gli infrange

anche il riposo.. il disio di dormire

per risvegliarsi e udir: “La mamma è morta”.

 

Nessuno lo conforta.

Noi siamo i figli selvaggi del Fato,

del tuo ventre amoroso e bestemmiato.

 

III. Oh Gea, io ti prego! Non nascondere orme,

impronte, tracce di un piccolo Dio

che mestamente siede sull’informe

consistenza del Nulla e dell’oblio!...

 

Benedetta Matrigna! Il cielo enorme

vela il tuo sguardo estremo, dove espio

con la mia stirpe, sangue vermiforme,

il satanico cenno di un gridio.

 

Madre del Nulla e della Vita e Tutto,

prega, se puoi, per l’illuso scompiglio

nell’ora della nascita e di Morte!...

 

Tu vesti a festa, il Sole, ma sei in lutto:

la terra vomita e riaccoglie il figlio,

finché l’ultimo verme non lo assorbe.

 

IV. Ma perdonami quest’aspra bestemma,

io so che oltre te, c’è la Vita vera,

quella di cui odo con questo epilemma:

è inverno.. è ancora inverno, o Primavera?...

 

Sì, io ti perdono, per la bella gemma

sul ramo già virente, per la sera

che allumini di Luna, nel dilemma

è giorno o notte con le stelle in schiera?...

 

Io ti perdono, per il campo arato

che mi dà il grano da solleticare,

per lo stormo che torna al nido a fianco,

 

per il meriggio fresco e delicato…

E vedo nuvole erranti in un mare

che sembra solo il Paradiso bianco.

Dipinto di Gaston Bussière (1862-1928), Leilah, Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo francese, 1913. Olio su Tela, Dimensioni 61,3x50,2 cm. Collezione Privata, precedentemente dal 1913, Salon des Artistes Français, Parigi (Francia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì VIII Marzo AD MMXXII.

domenica 9 gennaio 2022

Presagi di Primavera

E la terra è già arata e l’orizzonte

riluce di campagna e ombre castane

con quei granelli adamantini e argentei

e con l’argilla rossa come il sangue

d’una rosa che immersa nel suo sonno

mi dice “Sarà presto Primavera!”.

E, allora, io annuso questa bella terra,

terra materna, bagnata di Sole -

anche se è inverno - e già il primaverile

sovvenire m’immagino tra i campi…

Volate.. deh, volate, aironi baldi!

È giunta l’ora di far festa! È sorto

il primo fiore, conteso all’Amore,

conteso alla Natura e alla Vita! È

germogliato lo sguardo provocante

del melograno!... E il falchetto che vola

segna nel cielo le carole allegre

d’Anima che si libera da nebbie

buie!... Sorgete, oh tramonti tardivi!

Fate specchiare la mia vanità

nelle risaie al canto delle rane!...

No.. non è vero che io son per la Morte,

che sono avvezzo ormai alla nebbia fitta,

che sono pazzo come un vagabondo

che vïaggia seduto nel suo ovile.

Ma per vedere un altro maggio voglio

risorgere e fuggire dalla terra

umida di cimiteriali nevi…

E oggi ho imparato che la Primavera

è possibile al mio cuore piangente.

Voglio soltanto un po’ di Verità!

Dipinto di Georges-Antoine Rochegrosse (1859-1938), Il Cavaliere dei Fiori (Le Chevalier aux Fleurs), Accademismo, Neo-Classicismo, Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Post-Impressionismo mitologico francese, 1894. Olio su Tela, 232x372 cm. Museo d'Orsay, Parigi (Francia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica IX Gennaio AD MMXXII.

lunedì 8 novembre 2021

Alla Terra

Oh Gea, così vestita, così bella,

con i tuoi fiori e le foglie ai capelli

e con il tuo sorriso che richiama

notte profonda di sogno mellifluo,

e con lo sguardo astrifiammante, etesio,

con la tua diva sembianza e il tuo crine

buio e le labbia ridenti e nostalgiche,

e il dente che rispecchia le planate

dell’airone bianco sulle paglie..

e il tuo nome che suona come quello

di una Musa del limpido Parnaso..

terra come me.. terra come il ricco

frutto del melograno e della persica..

ed è tutto inno di gioia e d’allegrezza…

Ma ora mi manchi, lontana dai miei occhi,

nel forsennato riposo di questo

Autunno.

Dipinto di Gustav Klimt (1862–1918), Pallade Atena (Pallas Athene), Post-Impressionismo, Avanguardia, Simbolismo austriaco, Secessione Viennese, 1898. Olio su Tavola, 75x75 cm. Historisches Museum der Stadt Wien, Vienna.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì VIII Novembre AD MMXXI.