Oh Gea, così vestita, così bella,
con i tuoi fiori e le foglie ai capelli
e con il tuo sorriso che richiama
notte profonda di sogno mellifluo,
e con lo sguardo astrifiammante,
etesio,
con la tua diva sembianza e il tuo
crine
buio e le labbia ridenti e nostalgiche,
e il dente che rispecchia le planate
dell’airone bianco sulle paglie..
e il tuo nome che suona come quello
di una Musa del limpido Parnaso..
terra come me.. terra come il ricco
frutto del melograno e della persica..
ed è tutto inno di gioia e d’allegrezza…
Ma ora mi manchi, lontana dai miei
occhi,
nel forsennato riposo di questo
Autunno.
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