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sabato 9 aprile 2022

A un Vento di Primavera

Vento, che dici parole fuggenti,

dalla campagna stai alzando la sabbia.

Forse il ruggito non odi, non senti

che esce furioso e va dalle tue labbia,

forse non sai che sembri sollevare

le dune di un ermo molto lontano,

e che pieghi le ramora risorte

dall’inverno passato, e che per mano

prendi le foglie giovinette e morte

e le trascini nel tuo lungo mare,

e non sai che io sto ascoltando i tuoi salti

sulle tegole vecchie e sopra i tetti,

su’ muriccioli e invisibili spalti

di castelli perduti e maledetti,

sulle campane che placide e calme

suonano le melodie del meriggio

e gli osanna per gli ulivi e le palme;

e non sai che vai a dondolare il riccio

di qualche ippocastano non ancora

caduto dall’inverno e vai a lambire

e a strappare gli stami e le interiora

e i petali del persico e vai a dire

suggerimenti per danzare in mezzo

alla tua voce stridula e gridii

e fischi dentro il tuo ancestrale vezzo

che fa eco a mille saluti e altri addii,

che sei un pöema della pia Natura,

un racconto di Eroi eterei e foschi,

labbi per benedire una radura

di ruggiti e silenzi, e miele e toschi…

E io al tuo respiro freddo, algido, ottuso,

sto alla finestra e vedo il finimondo,

vedo il tuo passo e vacillo confuso,

vorrei essere te, ossia un vagabondo,

la polvere, la terra, delle carte

che svolazzano, essere la foglia,

le sabbie sopra i campi, i rami secchi,

le pietre e i sassi, andar in altra parte

come in un sogno, come una voglia,

oltre questi orizzonti sempre vecchi..

un sibilo di freschezza, un sussurro,

unisono alla Madre aria che vola,

sopra gli stecchi e l’infinito azzurro

della mia Primavera.. una parola,

una malia di un attimo divino,

verso la sera dai suoi volti oscuri.

Così in te, o vento, m’avvicino

nel regno di quei sogni imperituri.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Fiori rosei della Campagna, Martedì V Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato IX Aprile AD MMXXII.