Tu che ora mi trascini, tu che gridi
con le fauci di un Mostro che divora,
come aëre selvaggio e triste e bieco,
tu, figlio della Tempesta e del Nulla,
gomitolo di urla e di soffi e di
doglie,
tu, di rami e fogliami il rapitore
che corre in un istante vie infinite,
tu, parole d’un folle.. oh vento, sei!
E mi richiama il tuo ghigno di beffa,
e mi impaurisce la tua via che vola,
come un sentir d’inquietudine amara.
Poi, però, la tua possa si corrode,
tornano ferme le querce che hai mosso;
ma io mi specchio con te, nella tua assenza.
Quadro di Johann Heinrich Füssli (1741–1825), Le tre Streghe, Pre-Romanticismo, Romanticismo svizzero-tedesco, 1783.
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