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sabato 23 aprile 2022

Fiori di Temporale

Questi bei fiori hanno lo stesso incanto

del vento che li trascina e li porta

con sé - lontano - e hanno il fascino occulto

dei lampi e delle nuvole che tanto

paiono nere. Questa è una risorta

viola che si disperde nel singulto

del primo tuono. E questo è il mio vïale,

dove i petali son precipitati

per ordire un sentiero di ombre un po’

rosee e bianche.. un sentiero come un mare

di fiori. Gemmano ora gli illibati

rami e tremano, osservano la pioggia

che singhiozza sul prato della chiesa.

Osservo anch’io il Temporale! Ed è sera,

e un altro fiore per terra si appoggia,

ha perso contro il vento e ora è la resa.

Ma April mi sembra solo una chimera.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Petali sul Catrame, Sabato XXIII Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXIII Aprile AD MMXXII.

sabato 31 luglio 2021

Temporale di Fine Luglio

Nero.. come l’Oceano che brucia

per i lampi dell’avida tempesta..

oh mio caro orizzonte, sei tu queste

grandi pupille di bistro e di pece

che mi osservano!...

io naufrago negli Elementi, naufrago

nei tuoni silenziosi, nelle folgori

senza voce,

ubertose doglianze delle nubi..

io naufrago sui penultimi scogli,

remigando nel cielo violaceo,

naufrago sulle guglie un po’ malate

delle foglie di placidi giganti

piegati.. avvinti dal vento bugiardo,

pronti al prossimo pianto

d’Autunno.

E in quell'Autunno io vado a naufragare.

Dipinto di Andreas Achenbach (1815-1910), Alba presso la Costa della Sicilia, Romanticismo, Tardo-Romanticismo paesaggistico tedesco, 1847. Olio su Tela. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXXI Luglio AD MMXXI.


martedì 27 luglio 2021

Piovve!

Piovve! Canto di rane,

dai piccoli occhi che vedono enormi

i rami dello stagno, come sedie

per i Giganti…

canto di cimbe

lasciate alla deriva e senza remi..

gonfie di onde.. di naufragi incinte.

 

Ombre difformi..

piccole nebbie di spiriti anelanti,

ripeto con loro vecchi anatemi

da attimo di tempesta.

 

Tanti graffi di pioggia sulle tegole..

le grondaie mi suonano oricalchi

di orde blasfeme,

le orde dei lampi saltellanti - i nuvoli

con i loro sogghigni separando.

 

Anche le vette, nel frattempo, forse

mi si nascondono in vortici freddi

di pioggerella.

“Cercaci!” mi dicono “Cercaci ancora!”.

Un uomo e la montagna, allora, giuocano

a nascondino, come dei bambini.

 

Lampi!

 

Come maschere d’oro di guerreschi

danzatori della vecchia Cumania,

i tuoni di lontano…

Tamburi sui cammelli del gran Khan

appesantiscono la mia battaglia.

 

e tutto il cielo attonito s’accende

di candele.. d’incendi,

di roghi per gli eretici che non

credono alle favole della pioggia.

 

Ma come ombre su indefinite steppe,

i miei occhi scrutano -

Abissi infiniti.    

Dipinto di Viktor Michajlovič Vasnecov (1848-1926), Dopo la Battaglia del Principe Igor con la Polovtsy, Tardo-Romanticismo, Simbolismo russo, Movimento neo-russo dell'Arte, 1880. Olio su Tela. Galleria Tretyakov, Mosca.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXVII Luglio AD MMXXI. 

martedì 29 giugno 2021

Impressioni - Sorriso di Fulmini

Ride il fulmine e piango, come labbia

di pioggerella leggera che arrossa

la sera di onde, come vecchia sabbia

di deserto e di noia, come commossa

terra, muta di nomi, incensi di Arabi,

le impronte lontane e orbe di Antara;

cosicché volo… E mi sento un racconto

di vecchi aedi, una bocca che schiara

parole eterne di Amore e di affronto;

e mi sento il sorriso dei bei lampi

che odo, inno di battaglia delle Norne,

prima che il fuoco del fulmine avvampi

sopra il tronco di un albero difforme.

Tutto s’acquieta. Il Temporale passa,

il suo murmure mi grida qualcosa,

forse un insulto alla mia Anima lassa,

come una spina che punge di rosa.

Ma mi mancano quei sorrisi belli,

questi volti di lampi e questi tuoni

nell’assenza del canto degli augelli

e delle loro serene canzoni.

Quadro di Caspar David Friedrich (1774-1840), La Grande Riserva, Romanticismo e Pre-Simbolismo tedesco, 1835.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXIX Giugno AD MMXXI.

domenica 20 giugno 2021

Sonetto senza Rime - Mi sembrò un Ringhio, un Temporale atroce

Mi sembrò un ringhio, un Temporale atroce

con tante fiamme orrende, i tuoni

destrieri sulle maree delle nuvole

ove persero il Nord gli stormi incauti.

 

Mi pareva un naufragio desolato..

“Tenetevi alle sartie! Al mare l’àncora!”,

e il vento, sbuffo dei folli Elementi -

lo sentivo - gridava come un diavolo..

 

gridava le bestemmie delle menti

perdute nel suo abbraccio di veleno,

come alla malia di una meretrice

 

da taverna: “Pagate più orge, oh clienti!”.

Mi sembrò tutto il cuore.. il cuor umano:

i lampi a terra.. e gli aneliti al cielo.

Quadro di Joseph Mallord William Turner (1775-1851), Un Disastro in mezzo al Mare (A Disaster at Sea), Romanticismo, Pre-Impressionismo inglese, 1835.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XX Giugno AD MMXXI.

Sonetto senza Rime - Tu che ora Mi trascini, Tu che gridi

Tu che ora mi trascini, tu che gridi

con le fauci di un Mostro che divora,

come aëre selvaggio e triste e bieco,

tu, figlio della Tempesta e del Nulla,

 

gomitolo di urla e di soffi e di doglie,

tu, di rami e fogliami il rapitore

che corre in un istante vie infinite,

tu, parole d’un folle.. oh vento, sei!

 

E mi richiama il tuo ghigno di beffa,

e mi impaurisce la tua via che vola,

come un sentir d’inquietudine amara.

 

Poi, però, la tua possa si corrode,

tornano ferme le querce che hai mosso;

ma io mi specchio con te, nella tua assenza.

Quadro di Johann Heinrich Füssli (1741–1825), Le tre Streghe, Pre-Romanticismo, Romanticismo svizzero-tedesco, 1783.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XX Giugno AD MMXXI.

sabato 1 maggio 2021

Giornata di Pioggia

M’è il temporale virente di foglie,

racconto la pioggerella che scende

sulla fradicia terra. Ascolto.. passa

un’ala di ben fragoroso tuono,

come una rondine amica che vola…

Dopo, il fulmine abbaglia i vecchi nuvoli,

nocchiero eterno della mia tempesta

e mi allumina di ombre di inquietudine.

Va.. scorre.. va.. la piova ancor precipita

e, come un vino al buon calice di Ebe,

le pozzanghere riempie dei miei occhi,

il tempo disfidando e le ore inquiete.

Poi tutto festosamente finisce.

Ma piomba mostrüosa sul mio cuor

questa sera infinita.

Quadro di Cristiano Banti (1824-1904), Tre Donne di Campagna con Alberi, Realismo, Tardo-Romanticismo, 1881.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato I Maggio AD MMXXI.


mercoledì 21 aprile 2021

Idillio - Il primo Temporale di Aprile

Quanto fu ambita l’assenza dei tuoni,

delle nuvole di buio vestite,

del pomeriggio spento dopo pranzo,

delle canzoni dei vecchi oricalchi

dei lampi! Adesso, ardite

posse mi dicono urli di ombre e rabbia…

e avanzo.. e avanzo..

nel Temporale della Primavera,

volo di falchi selvaggi che piangono

grandine, mentre la lontana sabbia

dei campi mi è come un mare di fango

sulla pallida cera degli Elementi.

Ora, le foglie - al vento tintinnando -

mi chiamano per nome. Intanto, i rami

scricchiolano soffrenti e poi si spezzano,

resine sanguinando di dolore..

donde i loro richiami

mi ricommuovono…

Ma tu, amica säetta, dall’aspetto

invisibile etereo - consumandoti -

nel tuo chiarore mi annienti lo sguardo…

… E l’orizzonte mi si chiude agli occhi,

insulsa tomba della nostra pioggia.

Quadro di Ernst Ferdinand Oehme (1797-1855), Processione nella Nebbia, Romanticismo tedesco, 1828.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XXI Aprile AD MMXXI.


venerdì 14 agosto 2020

Temporale

L’aria va zingara

per buio cielo

dove rammenta

un po’ di nuvole

un fior di melo

su una via lenta,

 

forse una pallida

rosa purpurea,

nel Temporale

che vedo insorgere,

fauce cerùlea,

battito d’ale.

 

Fuggon le rondini

d’in su’ i miei tetti,

vanno lontano,

sentono i fulmini,

i tuoni infetti

dal loro arcano.

 

Gli eterni brillano

vasti orizzonti,

nei quai mi giacio

forse beandomi

dei loro monti,

del loro bacio,

 

sublimi Anime

d’ignote terre,

che non conosco,

che a me qui tornano

da vecchie guerre,

bevvero un tosco,

 

labbra venefiche

della Natura,

della Tempesta,

come mi versano

la Vita dura

nella mia testa,

 

come mi cullano

or brontolando

tra le säette,

un po’ sonnifero

blasfemo e blando

delle mie vette.

 

Fuggon le allodole,

strillan chiassose,

lo strido echeggia

su di me attonito,

sulle più ombrose

legna di scheggia,

 

sull’onde ripide,

del vento sacre

vittime crude

che le sacrifica

un urlo alacre

di piove ignude.

 

Scende la grandine,

un campo miete,

fende le spighe

del riso immobile

che non ha sete

di rogge amiche,

 

dove mi supplicano

le miti rane:

“Dammi un aiuto!”

mentre non gracidano

a’ nubi insane,

stagno perduto.

 

Ma già qui splendesi

un fuoco intenso

che certo è il Sole,

ben oltre i valichi,

brilla d’immenso,

tra l’arie viole:

 

e scopro mutolo

che è solo un lampo

col tuono torvo.

Mi scuote orribile,

non v’è più scampo…

nero di corvo.

 

E sul suo tremito

cuore sublime

che già m’inghiotte,

tra tanti brividi,

vien la sua fine,

vien la mia Notte.

Joseph Mallord William Turner (1775-1850), Paesaggio con Temporale che arriva, Romanticismo inglese, 1840.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XIV Agosto AD MMXX.