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venerdì 14 agosto 2020

Temporale

L’aria va zingara

per buio cielo

dove rammenta

un po’ di nuvole

un fior di melo

su una via lenta,

 

forse una pallida

rosa purpurea,

nel Temporale

che vedo insorgere,

fauce cerùlea,

battito d’ale.

 

Fuggon le rondini

d’in su’ i miei tetti,

vanno lontano,

sentono i fulmini,

i tuoni infetti

dal loro arcano.

 

Gli eterni brillano

vasti orizzonti,

nei quai mi giacio

forse beandomi

dei loro monti,

del loro bacio,

 

sublimi Anime

d’ignote terre,

che non conosco,

che a me qui tornano

da vecchie guerre,

bevvero un tosco,

 

labbra venefiche

della Natura,

della Tempesta,

come mi versano

la Vita dura

nella mia testa,

 

come mi cullano

or brontolando

tra le säette,

un po’ sonnifero

blasfemo e blando

delle mie vette.

 

Fuggon le allodole,

strillan chiassose,

lo strido echeggia

su di me attonito,

sulle più ombrose

legna di scheggia,

 

sull’onde ripide,

del vento sacre

vittime crude

che le sacrifica

un urlo alacre

di piove ignude.

 

Scende la grandine,

un campo miete,

fende le spighe

del riso immobile

che non ha sete

di rogge amiche,

 

dove mi supplicano

le miti rane:

“Dammi un aiuto!”

mentre non gracidano

a’ nubi insane,

stagno perduto.

 

Ma già qui splendesi

un fuoco intenso

che certo è il Sole,

ben oltre i valichi,

brilla d’immenso,

tra l’arie viole:

 

e scopro mutolo

che è solo un lampo

col tuono torvo.

Mi scuote orribile,

non v’è più scampo…

nero di corvo.

 

E sul suo tremito

cuore sublime

che già m’inghiotte,

tra tanti brividi,

vien la sua fine,

vien la mia Notte.

Joseph Mallord William Turner (1775-1850), Paesaggio con Temporale che arriva, Romanticismo inglese, 1840.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XIV Agosto AD MMXX.