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lunedì 6 luglio 2020

Sonetto - Della Sera colpisce il mio Riposo


Della sera colpisce il mio riposo
l’Anima inquieta, la qual trascinando
dell’alba Luna il vel nel tenebroso
suo mantello, di quel fascino blando

mi priva. Oh Fato! Allora, io del geloso
serotin ghigno, queste tralasciando
e altre angosce che vengono dopo, oso
disfidar il collerico e nefando

venir, co’ il Sol che grida a una pannocchia.
Tu vieni, oh sera… e splendi e taci e muori,
come un giovine stame che si infiora!

E ami il Tramonto che tanto a te indora
l’occhio appena. Poi è il buio, mai più ardori.
Pur soltanto la Notte ora m’adocchia.
Edward Moran (1829-1901), Un Paesaggio marittimo, Tardo-Romanticismo anglo-statunitense, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì VI Luglio AD MMXX.

Sonetto - Mi fere Palpitando il Sol nel mio


Mi fere palpitando il Sol nel mio
delirio, dove molesta m’è tanto
la fuggevole Estate, che il gridio
dei fior morenti mi porta. Né il canto

delle rondini zingare e l’oblio
mitigano del verno il vecchio pianto
muto, né il ciel mi placa il cuor. Ma espio
solitario il cader d’un Sogno infranto

dove di sera, il riverbero cerulo
di nubi e Sole duplica il Tramonto,
e il suo etereo venir nel buio crudele.

Pur, nell’ardor d’Estate appare tremulo
sulle mie guance un occhio, ed è l’affronto
d’una Luna che mi urla ombre di miele.
Julius Sergius von Klever (1850-1924), Un Paesaggio nel Tramonto, Tardo-Romanticismo paesaggistico russo, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì VI Luglio AD MMXX.

venerdì 15 maggio 2020

Quanto m'è triste il Tramonto che d'altri


Quanto m’è triste il tramonto che d’altri
giorni viene, col suo sguardo un po’ torvo
e il febbrile orizzonte, e i nuvoli alti
e burrascosi! Ma pur così, anche se orbo

dei serotini lumi, io dai suoi spalti
di tale istante l’aër aspro e sordo
delibo. Ora, ei mi conquide. Né gli scaltri
mugolii dai vicini campi, e il corvo

che li fa, bastano a togliermi questa
beffarda quiete d’impazziti sensi,
pei quai eccitata la Notte e più cieca

sovviene…. E tutt’intorno la Tempesta
splende, con rossi cieli e bui immensi,
come ombre nere sopra un’urna greca.

Lascia la requie a queste falangi d’esanimi opliti!

Caspar David Friedrich, Tramonto in Riva al Mare, Romanticismo tedesco, Inizi del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XV Maggio AD MMXX.

lunedì 3 febbraio 2020

Mi ricoprono queste Nebbie il tuo

Mi ricoprono queste nebbie il tuo
nome, e il tuo sguardo che spesso scrutai
cercandovi rabbrividir nel gelido 
inverno, amando

le menzogne di tante sere. Attonito
ora resto; e so che ormai ci separano
questi candidi termini, nei quali
a stento i beati Sogni

si ridesegnano. E ancora, nel vacuo 
lume di molte stelle assenti, un brivido
mi precipita a sì malvagio vero:

al primo svanir dei nebbiosi umori,
tu con la Luna non ci sei più. Un buio
di Notte riempie il tuo fuoco d'Amore.

Nicolai von Astudin, Un Paese tra Montagne e Ruscelli, Tardo-Romanticismo germanico e russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì III del Mese di Febbraio AD MMXX.

domenica 20 ottobre 2019

Due Sonetti romantici di una Domenica pomeriggio d'Ottobre

Tutto è Silenzio, e nella Nebbia oscura

Tutto è silenzio, e nella nebbia oscura
un'ombra passa e più non ha parola,
ma la mia Anima resta assente e sola
nel meriggio che adesso la späura.

Allor m'assalse la crudel iattura!
Né la speme mia estrema mi consola,
né mi aquietano il Sogno e la sua fola,
ma il labbro suo tacente li disuna.

Così venia a morirmi in ciel il Sole!
Arpa che canta la dolce canzone
che non ha mai amato adesso suona.

Eppur è duro il tacer di chi 'l vuole,
per negarmi una nobile passione,
là, ove la Luna sospirando tuona.

Or s'addormenta il Trovator che canta

Or s'addormenta il Trovator che canta,
Madonna lieta, al tuo veron di fiore,
poiché cantò per tanto dell'Amore
che più si fa di Sogno, e non la pianta.

Così vedi tra le querce la sua affranta
Anima improba! È steso di dolore,
sull'arpa, sulle rose, e sulle viore,
ove di Morte un po' l'alba lo ammanta.

"È truce il tuo silenzio e non lo sai.
Né ti prende virtù di dir parola,
né il labbro tuo diventa men amaro.

Ma se cantando è ver ch'io cerco guai,
non tacer del silenzio che consola,
ma di' cos'hai nel cuor, e parla chiaro!"

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XX del Mese di Ottobre AD MMXIX
Herbert James Draper, Tristano e Isotta, Tardo-romanticismo inglese, Seconda Metà del Secolo XIX

venerdì 20 settembre 2019

I Primi tre Sonetti del nuovo Autunno

Il Buio della Sera alla Finestra

Il buiö della sera alla finestra
io vedo; e la brevità dell'Estate,
e di Settembre le nebbie che a fiate
prime si mostrano, e la nube mesta

annunziatrice della Notte, e questa
attesa d'un che d'ignoto, a me odiate
ombre riportano. Ahi! né le pacate
ore mi sono care, né la desta

scintilla della Luna più mi aggrada
in tanto buiö. Ma dentro, pur lento,
un udir legger di gioia ho io nel cuore

come d'un Sogno che chiama; e la rada
di questo mar notturno in un momento
mi s'allumina e dice inni d'Amore.

Splendon le Vie lontane e sopra i biondi

Splendon le vie lontane e sopra i biondi
campi le nubi della sera, e quella
Luna che timida albeggia, profondi
sguardi del vespero. Ma la rubella

strada che ammiro, dove vagabondi
corvi bisticciano oscene budella
di caccia, a me di sprezzo grida. E i tondi
rami del noce che una pìccol stella

di fioco lume ghermisce, e i latrati
dalle cascine diroccate, i quai
mattoni stanno spogli al freddo, e il raggio

oscuro della Notte or di sprezzati
incubi mi circondano. Né i guai
m'opprimon. Ma di sognar ho io coraggio.

Addio! Oh esequie d'Estate! il tuo santo

Addio! Oh esequie d'Estate! il tuo santo
avello ancor s'aprirà per un anno,
la ghirlanda intrecciando con il canto
della vendemmia. Né èllera né affanno

a te... a me mancheran; né più d'accanto
ti rivedrò sì presto. E grideranno
i giorni in questo passeggero pianto
di nebbie, e tante Notti specchieranno

le steppe con la neve, e le bufere.
Ma tu non sei ancor pago, oh malvagio Ade!
che trattieni per sempre Persefòne!

Allora sono più lunghe le sere,
il luminoso giorno presto cade,
ed è questa, o Ade, la sua pia canzone.

Hans Andersen Brendekilde, Autunno, Tardo-Romanticismo scandinavo, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì XX del Mese di Settembre AD MMXIX.

sabato 14 settembre 2019

Immenso Spaziar di Urla è la Sera

Immenso spazïar di urla è la sera
quando il mio cuor trasognante e felice
al riposo s'appresta. Ma la fiera
assenza della Luna ispiratrice

e il rimembrar della mia Primavera
con le sue persiche aulenti, e l'altrice
Notte, io ora contemplo. E questa schiera
di ombre che sta silente mi dice:

i sonnecchianti guaiti dei cani
lontani, il canto di nottole stanche,
le fregole dei gatti vagabondi,

il sonno dei piccioni e dei fagiani,
le negre brume di nuvole bianche,
d'un astro timido i bei capei biondi.

E in tanto chiasso m'è arduo, infin, sognare.

Charles Lenoir, I due Amanti di Notte, Tardo-Romanticismo francese, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XV del Mese di Settembre AD MMXIX.