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venerdì 20 settembre 2019

I Primi tre Sonetti del nuovo Autunno

Il Buio della Sera alla Finestra

Il buiö della sera alla finestra
io vedo; e la brevità dell'Estate,
e di Settembre le nebbie che a fiate
prime si mostrano, e la nube mesta

annunziatrice della Notte, e questa
attesa d'un che d'ignoto, a me odiate
ombre riportano. Ahi! né le pacate
ore mi sono care, né la desta

scintilla della Luna più mi aggrada
in tanto buiö. Ma dentro, pur lento,
un udir legger di gioia ho io nel cuore

come d'un Sogno che chiama; e la rada
di questo mar notturno in un momento
mi s'allumina e dice inni d'Amore.

Splendon le Vie lontane e sopra i biondi

Splendon le vie lontane e sopra i biondi
campi le nubi della sera, e quella
Luna che timida albeggia, profondi
sguardi del vespero. Ma la rubella

strada che ammiro, dove vagabondi
corvi bisticciano oscene budella
di caccia, a me di sprezzo grida. E i tondi
rami del noce che una pìccol stella

di fioco lume ghermisce, e i latrati
dalle cascine diroccate, i quai
mattoni stanno spogli al freddo, e il raggio

oscuro della Notte or di sprezzati
incubi mi circondano. Né i guai
m'opprimon. Ma di sognar ho io coraggio.

Addio! Oh esequie d'Estate! il tuo santo

Addio! Oh esequie d'Estate! il tuo santo
avello ancor s'aprirà per un anno,
la ghirlanda intrecciando con il canto
della vendemmia. Né èllera né affanno

a te... a me mancheran; né più d'accanto
ti rivedrò sì presto. E grideranno
i giorni in questo passeggero pianto
di nebbie, e tante Notti specchieranno

le steppe con la neve, e le bufere.
Ma tu non sei ancor pago, oh malvagio Ade!
che trattieni per sempre Persefòne!

Allora sono più lunghe le sere,
il luminoso giorno presto cade,
ed è questa, o Ade, la sua pia canzone.

Hans Andersen Brendekilde, Autunno, Tardo-Romanticismo scandinavo, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì XX del Mese di Settembre AD MMXIX.

martedì 17 settembre 2019

Gracchia la Sera, con Me, è il Corvo ossuto

Gracchia la sera, con me, è il corvo ossuto,
il qual nella mestizia in cuor m'infonde
più angoscia. Né mi par leggero il muto 
labbro del vespro. Né il suo mi confonde

abito vedovile, ove il perduto
meriggio non mi inquieta. Ma profonde
pene, e tornati dolori al temuto
sonno mi feriscono presto. Donde

l'avvenire mio intiero mi par come
la Notte che sovvienmi. E la mattina
sempre mi sembra assente e l'alba nuova.

Così il corvo mi chiama ancor per nome,
e poi mi fa sognar un'ombra divina,
l'Idëal che da sveglio il cuor non trova.

Alexey Bogolyubov, Le Nuove, Romanticismo russo, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XVII del Mese di Settembre AD MMXIX.

lunedì 27 maggio 2019

A una Notte silenziosa Ricordo dell'Inverno, ovvero D'un sì pallido Accento il mio Ricordo

D'un sì pallido accento il mio ricordo
ha duolo. Era la neve. Era la Luna.
Fu il labbro e muto, e cupo e bello e sordo,
nell'immensità della mia sventura.

Né tu, d'inverno amata ombra, l'accordo
mio forse più rimembri; né la cura
ch'io ti nudrì segreta.... Ma, ora, ingordo
di Dolor, ti ripenso.... - Oh Notte oscura!

Oh sera di gioie perdute nell'alvo
dei Sogni istrioni!.... Né sai il fiele
che il tuo silenzio mi diede, né il fine

sottil veleno. Eppure ora son salvo. 
Ma rimembrando bevo un aspro miele
di un nettare stillato con le spine.

Ho bevuta una rosa dalla parte
dove punge di più.


Caspar David Friedrich, Luna che sorge sopra il Mare, Romanticismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XXVII del Mese di Maggio AD MMXIX.

martedì 7 maggio 2019

UN ATTIMO NELLA SERA

Oh sera! così presto vieni a far
crucir le rane, i grilli sotto i miei
lagrimanti occhi!....
Oh mia sepolta, tu... - oh ombra di Vita,
inascoltata impronta di un Tramonto
fremente! così svelta mi colpisci
nel tuo meriggio lontano che muor!
Né la tua Luna m'è quiete, né il sonno
m'allumina le labbra di un profondo
ristoro; né la terra si apre, annera,
per inghiottire i miei Sogni dolenti:
il mio maggio, la mia aspra Primavera.

Eduard Dantan, Il Tempo scorre e svanisce, Tardo-Romanticismo e Simbolismo francese, Seconda Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì VII del Mese di Maggio AD MMXIX.

lunedì 22 aprile 2019

Notturno - Sera

Sentir, mirar, dolèr nel fresco vespero...
io odo! i canti dei cani, e questa sera
che piange, e questi lamenti di grilli,
e il sonno dell'irrequieta scogliera
dell'Arbogna, e i melliflui urli, gli squilli
dei cuor, miei trovatori. Sento! I boschi
lontani... tra le fronde soffron le ombre: 
nell'ultimo volar delle colombe,
nel cielo oscuro, tra i nugoli foschi,
la Luna mormora... "Ora son qui!"

Johan Christian Clausen Dahl, Tramonto sul Mare, Romanticismo danese, Prima Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XXII del Mese di Aprile AD MMXIX.

giovedì 30 agosto 2018

Trobar Clus - Canto trobadorico d'una Notte romantica

Forse non senti per le fronde oscure
l'araldo che si avvicina... che porta
il mio nome a' la tua Luna... che ambisce
farti mia Notte, Tramonto di Gioia...
non senti i trilli
della mia arpa.... Non senti, forse, i passi,
i pàlpiti furibondi di questo
destriero, nunzi di canti di sèmplici
giambi di Vita... non senti i suoi sensi
repressi e illusi....
Forse non senti per le fronde oscure,
per queste vie solitarie e notturne,
abbandonate dal tuo amato sguardo
di Luna, oh sera!... non senti venìr
in te un senso di viva pietà... e taci,
e non ti mostri...
né ti palesi, e ti nascondi.... E taci;
forse perché hai vergogna dell'errante
cavaliere che vive in me e nel cuòr
mi si diletta,
forse perché non ami i freschi fiori
che dall'Estate morente ti porto
a omaggio della mia signora Notte...
forse perché è così che iscritto giace
nel vorace Destino...
e non senti per queste fronde oscure
che si avvicina il mio araldo squillante.
Non senti che urla di nuovo il mio nome,
che geme e che sospira con il mio
pianto, che grida, che implora una cortese
Luna, che piange attendendo me stesso
e il comparìr tuo bello,
che vuole che ti mostri una sol volta
ancora... solo una volta pe' un breve
àttimo scarno di Gioia e di dolore....
E non senti per queste fronde oscure
che mi avvicino io!

Edmund Blair Leighton, Tristano e Isotta, Tardo-Romanticismo inglese, Simbolismo, Fine del XIX Secolo


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XXX del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

mercoledì 22 agosto 2018

Dolce, inquieto Crepuscolo di Fine-Agosto

Oh cièl di fìn d'Agosto, quieto e caldo
cielo... è così che soccombi! che muori!
e che tramonti!
è così che non mostri i tuoi occhi neri,
ovvero il volo, l'ale combattenti
il vento, delle ròndini festanti,
a poco... a poco, e a breve, fuggitive
per deserti lontani;
è così che il tuo Sole si lenisce
sul mio sguardo abbronzato, sulle mie ombre
profonde e mute,
su' il mio passo errabondo,
su' i miei ricordi gelosi d'Estate,
per questa nuova soffrente Tempesta
che annunzi, oh tenebroso!
è così che sovviene lentamente
quel fresco vento che ghermisce gli àcini
delle venture vendemmie di vino,
della mia finta ebbrezza inassopita
per un'orda di Sogni...
e muòr l'Estate! e s'avvicina Autunno!
e i fiori vanno già verso il riposo
segreto e tìmido d'un Ade di noia,
d'un Infero crudele
che il volto mi rispecchia....
E muore la sperata e combattuta
e vinta e attesa sì lambita Gioia...
e mi vièn la tristezza,
e mi trascino in gola un canto orrendo
di Trìstia antichi,
qui, ove tu, oh ciel, mi premi co' il tuo duro
calcagno a farmi piàngere e lagnare...
a tògliermi le reliquie de' i Sogni,
a pormi dianzi alla durezza immane
degli ùltimi tuoi lampi,
a gridàrmi furioso e prepotente:
"Subisci le stagioni!
Subisci i loro ritorni perenni...
subisci e piangi!"...
esse, sempre così uguali, sì giòvini,
e forti e belle, prive quasi di anni,
sempre a còrrer le giostre furibonde
di Prosèrpina e Arcadia,
io... così dèbile, e fràgile e vecchio
per ogni àttimo in più che trascorre...
io... così morto,
e spento e muto!
Oh cièl di fìn d'Agosto! ancora caldo,
cièl che pronunzi veloce l'incanto
della sera, del regno della Notte
e della Luna,
è così che mi rimembri le Furie,
il fuoco delle campagne mietute
bruciate, il ferro di Unni vagabondi,
e aspri ed èsuli e nòmadi:
i giorni che assassìnano i Tramonti,
i pensieri notturni, le visioni,
l'ìncubo e il Sogno... ahi, assassini sacrati
alle menzogne, 
a un eterno dolòr!....
E qui mi giacio, preda che si trema
nel cuore d'un'altra, orrenda Tempesta!

Charles Haigh Wood, Fair Deceivers, Tardo-Romanticismo inglese, Seconda Metà del XIX Secolo


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XIX del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

venerdì 3 giugno 2016

Un'Elegia alla Sera

Sera, oh tu, oscura negli àttimi de’i
Sogni, qual è il tuo sguardo or nella Luna
argentea, e scialba?
e di’! com’è il tuo labbro furibondo
che baciando ghermisce il venìr svelto
degli ìncubi infedeli?....
Forse tu allùmini il senso mio, e i miei
occhi che sògnano; e la cera tua bruna
mi è preludio di alba
più nuova, dove io non più vagabondo
per questo mio sognàr, e il suo prescelto
Fato andrò, e pe’ i suoi fieli
di giovinetta Morte, e di terrore,
sognando io ancora un’ìride di Amore.
Oh sera! E Estate sarà, e avrò io perduto
forse in tal Sogno un’altra e dolce via,
e avrò smarrito il sentiero supremo
delle più quiete speni;
e canterò io con le corde di un liuto
un’altra Pöèsia,
perché la Notte è un regno di un sognàr,
illusïòne eterna, com’è il sonno
ne’ i marmi sepolcrali,
qui, scoglio a un solitario e inquieto màr
dove l’onda si infrange in un bàttito
di àttimi e di ali;
e tutto è vano!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

Ivan Aivazovskij, Una Torre di Notte, Romanticismo russo, Secolo XIX



In Dì di Venerdì III Giugno dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Divina Misericordia AD MMXVI