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giovedì 30 agosto 2018

Trobar Clus - Canto trobadorico d'una Notte romantica

Forse non senti per le fronde oscure
l'araldo che si avvicina... che porta
il mio nome a' la tua Luna... che ambisce
farti mia Notte, Tramonto di Gioia...
non senti i trilli
della mia arpa.... Non senti, forse, i passi,
i pàlpiti furibondi di questo
destriero, nunzi di canti di sèmplici
giambi di Vita... non senti i suoi sensi
repressi e illusi....
Forse non senti per le fronde oscure,
per queste vie solitarie e notturne,
abbandonate dal tuo amato sguardo
di Luna, oh sera!... non senti venìr
in te un senso di viva pietà... e taci,
e non ti mostri...
né ti palesi, e ti nascondi.... E taci;
forse perché hai vergogna dell'errante
cavaliere che vive in me e nel cuòr
mi si diletta,
forse perché non ami i freschi fiori
che dall'Estate morente ti porto
a omaggio della mia signora Notte...
forse perché è così che iscritto giace
nel vorace Destino...
e non senti per queste fronde oscure
che si avvicina il mio araldo squillante.
Non senti che urla di nuovo il mio nome,
che geme e che sospira con il mio
pianto, che grida, che implora una cortese
Luna, che piange attendendo me stesso
e il comparìr tuo bello,
che vuole che ti mostri una sol volta
ancora... solo una volta pe' un breve
àttimo scarno di Gioia e di dolore....
E non senti per queste fronde oscure
che mi avvicino io!

Edmund Blair Leighton, Tristano e Isotta, Tardo-Romanticismo inglese, Simbolismo, Fine del XIX Secolo


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XXX del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

giovedì 26 maggio 2016

La Ballata della Notte

Dimmi, oh Notte, qual sia il tuo insano orrore,
se Spettri o Luna, se tessuto Fato
inesoràbile e sublime, o se ore
di Morte eterna nel vento agitato;

se così oscura tu appassisca il fiore
che nel meriggio tra le frasche è nato;
di’, oh Notte, artèfice or di empio terrore,
di Morte eterna nel vento agitato!

E io qui attendendo il tuo responso arcano
sogno forse il venìr delle tue Villi,
e degli Elfi tuoi, e Ninfe, e l’inumano
cantàr lagnoso dei tàciti grilli;
e io qui attendendo il tuo responso arcano
bevo le ombre dei sàlici dei Fati,
e il vento viene, e vola e va lontano
di Morte eterna tra i faggi agitati.

Dimmi, oh Notte, qual sia il tuo insano orrore,
il tuo secreto Mistero velato,
questo venìr, questo andàr di alto Amore,
la Morte eterna nel vento agitato!

Dimmi, oh Notte, qual sia il tuo insano orrore,
se Spettri o Luna, se tessuto Fato,
se Morte eterna nel vento agitato,
inesoràbili e ùltime le tue ore!

E forse or vesti le larve dei Sogni
miei, e con l’argento della Luna scialba
pur ti incammini - ahimè - e non ti vergogni
a uccìderli nel soffiàr della nuova alba.
E, infatti, vièn l’aurora eterea e falba,
e lentamente lasci gli orizzonti,
tu giurando più nuovi e bei tramonti,
inesoràbili e ùltime le tue ore.

Dimmi, oh Notte, qual sia il tuo insano orrore,
se Spettri o Luna, se tessuto Fato
inesoràbile e sublime, o se ore
di Morte eterna nel vento agitato!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

Albert Bierstadt, Un Tramonto, Hudson Rive School, XIX Secolo


In Dì di Giovedì XXVI Maggio dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Divina Misericordia AD MMXVI