Muto
labbro di Notte, e della Luna
tacente,
e silenziosa e tàcita ombra,
silente
fiore di latte e d’argento,
e
della sera vagabondi Sogni…
erranti
ed errabondi e arcani Sogni…
oh,
vagabondeggianti ardenti Sogni…
che
odo di voi?
La
breva, forse, che sìbila lenta,
la
piova che s’annunzia onnipotente,
il
vento che s’infuria su’ una viòra…
su’
una màmmola…
forse,
il rivèrbero amico in su’ le ampie
vie,
o in sulle fronde de’ i bei salci,
o
sulla fronte mia, sul mio occhio che urla…
che
urla sguardi piangenti…
forse,
le grida, e i lampi, e i tuoni, i fùlmini,
il
Temporale che piega una rosa
a’
i suoi piedi bagnati di piovute ansie….
Perdutamente
vostro! Follemente
abbandonato
a’ la Furia de’ i vostri
Elementi
impazziti… ora mi giacio.
E
l’occhio sogna…
sogna
Ebe colorita d’alba e Gioia….
Gioia!
Gioia! Ridente assillo d’un Pöèta
dal
Destino secreto, il qual si desta
dopo
Notti di Sogni e Sogni attesi
per
morire di te…
per
vìver nel tuo cuòr!....
Gioia!
Mia chimera, mia ombra riflettente
le
Spemi e i Desidèri, e i miei singhiozzi,
potentemente
tu, mia cruda assenza,
febbrilmente
sognata
nel
bàttito d’una foglia che cade…
nell’àttimo
d’un lampo che schiarisce
le
nubi nere…
Gioia!
Spumeggiante tino sì gradèvole
e
molle che trabocchi come danza
su
chi ti brama, ma non su di me…
oh
Gioia! oh Luna!.... Oh Notte!....
La
mia trèmula mano stringe a sé
e
àgita il falbo fazzoletto e ùmido
del
saluto-addio, mentre voi con l’ale
tornate
a lampeggiàr nel fosco cielo…
a
lampeggiàr nel bieco Temporale.
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Ivan Aivazovskij, La Nona Onda, Romanticismo russo-armeno, Prima Metà del XIX Secolo |
Massimiliano Zaino di
Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XXVI del Mese di Luglio dell’Anno
del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.