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giovedì 23 agosto 2018

All'Apparir d'una Luna d'Agosto

Scioglie la Luna i suoi strali, i suoi fùlmini
di fuoco, le sue fiamme di iri, d'un vagante e
roseo labbro di tièpido, e longevo
Tramonto; scioglie il suo volto nascosto,
il suo sorriso di Notti frementi...
oh Notti... Notti, care a me Poeta,
oh Notti crude! scioglie
il suo aspetto gentile, la sua guancia
di Sere inquiete, 
oh guancia impallidita e cara e bella,
lievemente arrossata dal venìr
del Crepùscolo; scioglie i suoi capèi
di bruno cielo, di trèmulo ardore
dell'universo, le sue trecce aulenti,
scioglie il suo cuore a dirotto, i suoi fàscini
degni di Desiderio...
di èssere desiderati da me,
di èssere qui ghermiti da alti Sogni,
di Sogni amati;
scioglie se stessa,
e così qui mi appare...
mi appare dolce, e bella e lieta; appare...
silenzio! Scioglie il suo ridente sguardo,
e soffro... soffro nel suo abbraccio; scioglie
i suoi argenti che splèndono,
le sue chimere,
i miei Sogni dementi...
e ride... e ride, e mi guarda. Silenzio!
E allòr mi perdo... mi perdo alla sua ombra,
mi perdo al suo riflesso ustorio e ardente,
a' i suoi capèi che scèndono all'Arbogna,
al madòr della sua Notte di piena;
a' i suoi capèi che si spècchiano ancora
nel gèlido torrente, nelle sue acque,
in sue correnti che vanno lontano;
mi perdo nei suoi bei occhi,
in sue quiete pupille, nel suo volto
che incanta e che dà Gioia;
mi perdo... mi perdo, confuso e ansimante,
silenzio! Scioglie
la Luna le sue foglie eteree fatte
di mirto, ordite di rose, e ambrate; scioglie
il suo gleso lucente e prelibato
e ambito, i suoi cullati fiori d'oro,
scioglie il suo cuòr. Silenzio!
Silenzio! A questa Dea fa' il tuo silenzio,
oh cuore! Sciogli in tàcito riposo
i tuoi Sogni soffrenti,
sciogli nell'alba nuova questi brìvidi,
questi trèmiti, che ùrlano nell'àttimo
di questo chiaro di Luna, di Donna,
sciogli!.... Silenzio!
La Luna ora ti guarda, ora t'allùmina,
ti parla con il guardo di chi forse
ha timidezza di baciarti, o dirti
il suo diniego, onde di maledirti...
ti guarda muta; e scioglie... scioglie il suo
splendore, i suoi fuocherelli cerùlei,
scioglie l'istante di starmi dinnanzi,
il suo ignoto desìo d'incògnita ombra,
il suo Mistero.
E tutto quel che schiocca dal mio labbro
è soltanto un saluto!

John MacWhirter, June in the Austrian Tyrol, Tardo-Romanticismo scozzese, Seconda Metà del XIX Secolo


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XXII del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

mercoledì 22 agosto 2018

Dolce, inquieto Crepuscolo di Fine-Agosto

Oh cièl di fìn d'Agosto, quieto e caldo
cielo... è così che soccombi! che muori!
e che tramonti!
è così che non mostri i tuoi occhi neri,
ovvero il volo, l'ale combattenti
il vento, delle ròndini festanti,
a poco... a poco, e a breve, fuggitive
per deserti lontani;
è così che il tuo Sole si lenisce
sul mio sguardo abbronzato, sulle mie ombre
profonde e mute,
su' il mio passo errabondo,
su' i miei ricordi gelosi d'Estate,
per questa nuova soffrente Tempesta
che annunzi, oh tenebroso!
è così che sovviene lentamente
quel fresco vento che ghermisce gli àcini
delle venture vendemmie di vino,
della mia finta ebbrezza inassopita
per un'orda di Sogni...
e muòr l'Estate! e s'avvicina Autunno!
e i fiori vanno già verso il riposo
segreto e tìmido d'un Ade di noia,
d'un Infero crudele
che il volto mi rispecchia....
E muore la sperata e combattuta
e vinta e attesa sì lambita Gioia...
e mi vièn la tristezza,
e mi trascino in gola un canto orrendo
di Trìstia antichi,
qui, ove tu, oh ciel, mi premi co' il tuo duro
calcagno a farmi piàngere e lagnare...
a tògliermi le reliquie de' i Sogni,
a pormi dianzi alla durezza immane
degli ùltimi tuoi lampi,
a gridàrmi furioso e prepotente:
"Subisci le stagioni!
Subisci i loro ritorni perenni...
subisci e piangi!"...
esse, sempre così uguali, sì giòvini,
e forti e belle, prive quasi di anni,
sempre a còrrer le giostre furibonde
di Prosèrpina e Arcadia,
io... così dèbile, e fràgile e vecchio
per ogni àttimo in più che trascorre...
io... così morto,
e spento e muto!
Oh cièl di fìn d'Agosto! ancora caldo,
cièl che pronunzi veloce l'incanto
della sera, del regno della Notte
e della Luna,
è così che mi rimembri le Furie,
il fuoco delle campagne mietute
bruciate, il ferro di Unni vagabondi,
e aspri ed èsuli e nòmadi:
i giorni che assassìnano i Tramonti,
i pensieri notturni, le visioni,
l'ìncubo e il Sogno... ahi, assassini sacrati
alle menzogne, 
a un eterno dolòr!....
E qui mi giacio, preda che si trema
nel cuore d'un'altra, orrenda Tempesta!

Charles Haigh Wood, Fair Deceivers, Tardo-Romanticismo inglese, Seconda Metà del XIX Secolo


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XIX del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

lunedì 15 agosto 2016

En plein Air - Impressionismo di Ferragosto

Sedèr, e bèr il tè delle Alpi indiane
sognando udìr i canti delle sue
miti raccolte,
e stàr all’ombra dell’ùltimo mese
d’Estate, e raccontàr le fresche brezze
di queste mie pianure,
e dormìr ricantando immacolati
Sogni! E è meriggio! e è agosto!
Festosamente càntan le risaje,
e il maschio volto e il torace del Sole -
nella mia Arbogna - per specchiarsi affronta
le invisibili e pur gaie nudità
delle Ondine fluviali;
e le fanciulle delle selve riàprono
i ventagli dei fiori, e i parasoli
delle querce per un po’ di ombre opàche,
il pròssimo riposo per il mio
cuor mietitore dei venti d’autunno.
Ma così presto e vorace si accorcia
il giorno, e in un tintinnìo di ali di Ànime
perdute, è già la sera.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

Tardo-Romanticismo tedesco, Illustrazione per L'Oro del Reno di W. R. Wagner, Seconda Metà del Secolo XIX



In Dì di Lunedì XV Agosto dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Divina Misericordia AD MMXVI

sabato 29 agosto 2015

Breve Pensiero poetico di un Pomeriggio della Fine di Agosto

Nel ciel che è scialbo, ve’! tramonta il Sole,
e l’estate or trapassa. E odi? una foglia
cadèr a terra? e dormìr l’orbe viole?
e quel che ho in cuor non è forse una doglia?
Così ricordo la montagna, dorso
d’un Titàno che folle si ribella;
e nel ciel, ve’? non brilla più una stella?
Ed è così che il sognàr m’è trascorso?
L’autunno attendo, e settembre s’avanza.
Della vendemmia non è la sua danza?
Ho in cuor dei sogni un eterno ritorno;
ma quel che è Notte, non sarà mai un giorno.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro



Sabato XXIX Agosto AD MMXV

venerdì 21 agosto 2015

Ultime Immagini dell'Estate

Presto è l'istante dell'autunno. Vedi?
Le bionde vigne moscate. Odi, oh assiolo?
Svelto il Sole tramonta; e tu non siedi
più all'arboscello. Ascolta! L'usignolo
tuo compàr peregrìna e va lontano,
e con lui vola l'orba rondinella,
oltre quest'alba che è una fioca fiammella,
soffio d'un cero d'un sepolcro vano.
L’ultimo Tempo dell’estate muore,
e una riva lamenta al mietitore.
Arso è il ruscello, e una foglia ingiallisce,
più fresco il vento nel cielo guaïsce.

La terra allora col vino s’allieta,
ed ebbra si prepara al sonno ombroso,
e solo tu non dormi, oh tu, Poëta!
Questo che senti fatàl, tempestoso
non è che estremo e crudèl Temporale,
che a te dischiude l’autunno nebbioso.
Oh tu, non vedi? Tra i nembi d’opàle
viene già il Tempo del gelo invernale!

All’orizzonte giacciono le brume,
ma sai che è l’alba? e che agosto è finito?
Nel crepuscolo crolla il scialbo lume
del Sole estivo; e sovvièn l’Infinito.
È una stagione senza un Tempo, e un’ora,
un intermezzo di ciel pellegrini,
dove gli uccelli sfidano i Destini;
e sai che il vespro oramai t’innamora?
Bevi, oh mio cuore, finché vuole il Fato,
l’ultima Vita d’estate, il moscato!
E nella sera i nevischi pur sogna.
Presto è dicembre! Senti la zampogna?

Scriverai, oh tu Poëta, a morta estate
le cupe nenie d’una tetra bara.
Sarai d’autunno il Vate?
Bardo d’una gioia amara?....
Temprerai l’epitaffio a un’urna mesta,
dove defunge un’alba fanciulla.
Ma che cosa ti resta?
La Poësia e il suo Nulla!

Tinta d’autunno la Vita scompare.
Vedi? La foglia che cade pallente?
La nebbia s’erge; e naufraghi al suo mare?
Oh tu, cuor mio? Oh tu, che sei demente?
Non rimane che un giorno di settembre,
dove l’ultimo splende il caldo Sole;
e tu lo sai? Non vedrai più le viole
tranne che lor che gelerà novembre.
Ma non temèr! Contemplerai l’aprile,
e il zefiro fugace, e il ciel gentile!
Perenne muta la Natura adorna
d’Iddio che vuole che va e che ritorna!

Massimiliano Zaino di Lavezzaro



Venerdì XXI Agosto AD MMXV