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giovedì 26 luglio 2018

Gioia

Muto labbro di Notte, e della Luna
tacente, e silenziosa e tàcita ombra,
silente fiore di latte e d’argento,
e della sera vagabondi Sogni…
erranti ed errabondi e arcani Sogni…
oh, vagabondeggianti ardenti Sogni…
che odo di voi?
La breva, forse, che sìbila lenta,
la piova che s’annunzia onnipotente,
il vento che s’infuria su’ una viòra…
su’ una màmmola…
forse, il rivèrbero amico in su’ le ampie
vie, o in sulle fronde de’ i bei salci,
o sulla fronte mia, sul mio occhio che urla…
che urla sguardi piangenti…
forse, le grida, e i lampi, e i tuoni, i fùlmini,
il Temporale che piega una rosa
a’ i suoi piedi bagnati di piovute ansie….
Perdutamente vostro! Follemente
abbandonato a’ la Furia de’ i vostri
Elementi impazziti… ora mi giacio.
E l’occhio sogna…
sogna Ebe colorita d’alba e Gioia….
Gioia! Gioia! Ridente assillo d’un Pöèta
dal Destino secreto, il qual si desta
dopo Notti di Sogni e Sogni attesi
per morire di te…
per vìver nel tuo cuòr!....
Gioia! Mia chimera, mia ombra riflettente
le Spemi e i Desidèri, e i miei singhiozzi,
potentemente tu, mia cruda assenza,
febbrilmente sognata
nel bàttito d’una foglia che cade…
nell’àttimo d’un lampo che schiarisce
le nubi nere…
Gioia! Spumeggiante tino sì gradèvole
e molle che trabocchi come danza
su chi ti brama, ma non su di me…
oh Gioia! oh Luna!.... Oh Notte!....
La mia trèmula mano stringe a sé
e àgita il falbo fazzoletto e ùmido
del saluto-addio, mentre voi con l’ale
tornate a lampeggiàr nel fosco cielo…
a lampeggiàr nel bieco Temporale.


Ivan Aivazovskij, La Nona Onda, Romanticismo russo-armeno, Prima Metà del XIX Secolo



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XXVI del Mese di Luglio dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

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