E fuori v'è l'autunno, e il
cielo muore,
e lentamente la sera
rinviene;
e voi? mie foglie, e
impallidite vene
di nudi rami, e voi? mi dite:
e aurore
di selvagge e perenni e
urlanti Notti,
e istanti oscuri di silenzi,
e pianto;
e tu, mio cuor? Tu le lor
grida inghiotti,
e non ti resta che trillàr un
canto.
Ma nessun occhio, ahi, vede
che sei affranto;
e i miei e i tuoi affanni
scòrron disperati.
E perché son malvagi questi
Fati?
Dimmi Tu, Iddio: perché, ah,
perché il dolore?
E vengono le Furie, e le
oscure ore
dove in me giace il sognàr; e
sovviene
ogni pensiero: e le cure, e
le pene,
e i tuoi singhiozzi; e sei
tu? Tu, il mio cuore?
Così mi resta questo tè da
bere,
dove ogni stilla fa l'eco del
Nulla,
ambrato specchio del mio e
tuo dolère!
Cuor, ho sognato! e v'era una
fanciulla,
una piccola figlia d'una
rosa.
Ma nella tazza non si
specchia; e niente
intorno volge. E allor
placidamente
insonne dormo; e l'autunno
riposa?
Avete, oh Mostri, plasmato il
mio mondo,
oh vecchi spettri! E dov'è
l'iracondo
uomo beffardo? il mio verme e
Demòne?
che mi ha legato a un verso e
a una canzone.
E fuori v'è il presagio
dell'inverno,
lì, quando i miei occhi
scorgono le prime
gelide nebbie, e le brine. E
Tu, Eterno?
Sai? La mia giovinezza andò
alle cime
più alte dei monti, e ivi e
da lì cadeva,
e mi fu il verso gioia, e il
sogno sublime.
Oh sogni miei, lasciate che
io vi beva
ancora e sempre! Ma voi, oh
voi, fuggite!
e ricordo: e ogni labbro che
taceva;
e della Vita le forze
smarrite,
e le promesse delle sue
chimere....
E intorno vedo le foglie
appassite.
E fuori e qui s'apprestano le
sere,
e siete vane, oh voi, dolci
preghiere!
E fuori v'è l'autunno, e il
sogno muore,
e non so se vedrò il giorno;
e tu, alba,
perché non vieni? perché il
tenebrore?
Anima nuda! Anima oppressa e
scialba!
La gioventù passò; e l'ho
consumata
nel Nulla del sognare; e
inutilmente
ho fatto studi? e urlato
versi? E lente
passano le ore della Notte
odiata?
Sono la brina che un ramo
raccoglie,
e che al mattino decade e si
scioglie;
e un uomo che si dice ed è
perduto
per questo sogno, un vìver
non vissuto!
Massimiliano Zaino di
Lavezzaro
Martedì VIII Settembre AD
MMXV