Ora che è Notte io qui a peregrinàr
tra erbe e foreste, e campi e monti giacio,
le bùssole or cogliendo della Luna;
e io päùrosamente ansando, e folle,
e in un dominio di brume perenni
invano scruto il disperso sentièr.
E questa Notte non avrà da dàr
ristoro, o covo, o quiete e requie o bacio,
sempre più trista, e fredda, e occulta e bruna,
quando ella inghiotte la Natura e il colle
lontàn dal qual io errabondo ne venni;
e invano scruto il disperso sentièr.
E so che verràn tardi e l’alba e il giorno,
e che le belve règnan le foreste,
e che io non dormirò che sur di un sasso
che un dì fu posseduto da una vìpera;
e io impallidendo e senza più un contegno
continuerò il cammino nelle tènebre,
a tentòni, tra le ombre dei miei Sogni.
Ma se io ho perduta la via del ritorno,
vagabondàr dovrò per sempre in queste
gèlide nebbie di indefinita ansia,
e verrà il dì che non potrò nient’altro
che effòndermi nel loro assente regno,
a tentòni, tra le ombre dei miei Sogni.
Vagherò tra le brume del mio cuor sognatore,
vedrò con gli occhi di una bestia selvaggia; e andrò
a respirare con il vento di questa Notte.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro
Caspar David Friedrich, Un Cacciatore nei Boschi, Romanticismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX |
Nei Dì di Venerdì
XVI del Mese di Settembre dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e
di Divina Misericordia AD MMXVI
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